Letteratura Poeti Famosi



Quanta paura.

Quanta paura.

Quanta e quanta paura,
perdo il volere e il sapere,
ma rendimi forte vita mia,
ho fame e sonno,
ho freddo e caldo,
ma tu non lasciarmi,
dono a te anima e cuore,
i sogni che sogni,
sorrisi e carezze,
dai prendi tutto di me
e va lontano
e portami con te.

Raffaele Feola Balsamo.



Il ricco…e…il non ricco.

Il ricco…e… il non ricco.

Cammino fra vicoli
e strade della mia città,
densa di una vita ricca
di un nulla delizioso
e appagante nella briosa
rassegnazione di sogni
mai realizzati,
tumefatti e corrosi
dall’inesauribile
scorrere del tempo.

Volteggio le mie mani
a destra e a manca,
quasi come a voler scacciare
da me le scie dell’avvilente
vanagloria dei sedicenti
guerrieri della povertà,
che gironzolano con vecchi
e sontuosi carrozzini
fra cumuli di ricchi rifiuti,
frutto dell’ingordo rimpinzare
dei nobili del benessere.

I frugali pasti dei ricchi
con enormi fumanti polli farciti,
e vassoi con incantevoli
e svariate leccornia,
i pacchiani commensali
con grande coraggio
ne disgiungono la pompante
composizione, ingozzando
i loro sofferenti corpi
straziati da succulente pietanze,
e deformati da aspetti
incredibilmente tondeggianti.

La nostra comprensione
verso tale dedizione e pari
solo alla grande voglia
del contendersi un tozzo di pane,
duramente conteso fra
gli eroici esseri di un mondo
sconveniente e ingiusto,
una volta eran chiamati poveri,
oggi son divenuti indigenti,
son loro i veri protagonisti
della nostra amara storia.

La sapiente e ragionata
turpitudine di gretti individui,
che han costruito la loro
esistenza con la sofferenza
dei loro simili in un mondo,
la cui generosa riconoscenza
non ha premiato coloro
che con schiene ricurve
hanno costruito ed eretto,
ma gli inoperosi esseri.

Ricchi e poveri brindano
insieme al nuovo anno,
il loro calici son strabocchevoli
di succo di lacrime dei sofferenti,
e nei vassoi vi son brandelli
di speranze e con le primizie
delle delusioni ancora calde.

Raffaele Feola Balsamo.



Auguri.

Auguri carissimi a tutti i poeti delle Perle del Cuore.
Che sia un Natale sereno e ricco di gioia nelle braccia di nostro SIGNORE
Un abbraccio fraterno a tutti e se anche se so che non risponderete sono certo che mi leggerete.
Ancora auguri di cuore amici.
Vvb Feola Raffaele.



Mia Divina.

Mia Divina.

 

Mia divina tu diletti il fecondo
mio amore e poi paventi fughe
leste, poichè il mio corpo riarso
ha accenni di mesta vecchiezza.

 

Accogli dolcemente il mio lezioso
e altero modo nell’offrirti affetto,
senza i tuoi oltraggi al mio cuore
già provato e senza fede, io ti amo.

 

Ti amo come solo un veterano può,
a digiuno, a piedi nudi, ne ira, con il
sole e con il buio, come un misero che
langue nella propria ombra, ti amo.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Presto andrò lassù dai miei cari.

Presto andrò lassù dai miei cari.

 

Bieca memoria di novembre,
quanti languidi ricordi in tal
mesti rifugi dalle tristi foto
e sarcofaghi seppelliti da dure
pietre e velati da inutili fiori.

 

Io vi amai in vita, giuro di si,
da trapassati a nulla vale se non
a mistificare falsi amori e grandi
delizie, anelo di rivedervi miei cari
fra mille spazi dorati e ricchi di fede.

 

Per i miei cari io do fecondi e saporosi
abbracci, ho tanto da raccontar
Loro, tristi avventure e vezzi scabrosi
di esseri indegni e senza cuore, celati
in mortali orgogli e turpi ingordigie.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Anime nere.

Anime nere.

 

Volti e ombre maliziose

mal celate e orribili,

che immane dolore,

ma chi se ne frega

piccola bestia sai io

ho strane sensazioni

e rido del tuo volto

paffuto e giocondo

e ignara delle parole

che sfilano veloci

frutto di un cervello

malconcio e disincantato.

 

Sorridi pure sai io ho 

iniziato a morire,

piano…piano e sono

 disarmonico e quanti

ricordi brutti sfilano

nella mia gia’ labile mente.

 

Ma la tua che squallida vita,

e morrai sottomessa alla 

solitudine, ai tradimenti

di chi dovrebbe amarti

e come veleno inoculato

nel tuo cuore fara’ si’

che egli scoppiera’ 

e quanta rabbia ti cogliera’,

e poi…poi la tua solitudine

sara’ cospicua e amara,

sara’ l’espiazione dei nostri…

dei vostri insuli peccati.

 

Raffaele Feola Balsamo.