Quanto buio e poi solo sogni.

 

Quanto buio e poi solo sogni.

 

Tiepido questo sole e quante tenebre,
mille nuvole e tante nere foschie
nella mia vita e mi par di ascoltare
una musica silenziosa e sempre triste,
dimmi di più mio Dio di cosa non ho compreso
del tuo sacrificio nel morire e poi del risorgere.

 

Mi trema il cuore e la passione fugge
e quanti raggi di sole buttati e poi ricercati,
forse è troppo tardi e lascio il rosario
non posso più pregare non ho voce
e in silenzio non riesco, quanta malinconia
e quanta noia nel mio vivere e poi raccontarmi.

 

Fuggo dalle sensazioni e dal delirio di una vita
trascurata e mai vissuta e quanti racconti
felici ma inutili scorrono fra gli umani sciocchi
e poi affettuosi e scaltri, quanto scalpore
nel dire sempre basta, dai siamo ancora vivi e forse
tra mille sogni si cela l’immortalità dell’anima.

 

Raffaele Feola.

 



Nota.

Mi da’ sempre errore nel pubblicare

prego gli autori se vi sono problemi

di comunicarmelo…nel ringraziare

vi rinnovo gli auguri.

Raffaele Feola.

 

 



Auguri.

Ai poeti e allo staff delle

Perle del Cuore.

Buona Domenica delle Palme
e nell’augurarvi una felice Pasqua
vi rinnovo nello spirito della festa il mio desiderio di cara e affettuosa amicizia e stima.
Anche se silenziosi vi sento sempre vicini. ❤

Raffaele Feola



Che dolore.

Che dolore.

 

Io scrissi pensieri tanti e brutti,
che dolore quando capii
che nessuno voleva leggere
ed io ero cieco e sordo,
ingiusto fra i giusti,
ignorante fra i tanti
e Re degli sciocchi,
che dolore nel sapere.

 

Il mio canto divenne
silenzioso e la mia penna
smise di appagarmi,
lei aveva capito
e non scrisse più
ero fuori credibilità
e non solo…
quante fandonie
narrai e poi…poi credetti
alle mie stesse panzane
che grande beffa e che dolore.

 

Adesso son silenzioso
e non piango più e che il cielo
mi perdoni se non credo più,
forse è vero che le Madonne
son solo Loro che irrorano
di sangue i loro occhi
ma sarà vero ?
Forse si e vorrei credere
nel miracolo, ma quanto amaro
stupore in una fede da tanti
trasgredita e derisa,
e quanto spreco di dolore.

 

Raffaele Feola.



Il giovane e il vecchio.

Il giovane ed il vecchio.

 

Tu mio giovane amico sei e sembri eterno
non affliggere la vecchia anima mia,
 il tuo legnoso corpo par sì
che sia vuoto di core e di sussulti,
non oscillare come canna al vento
e ti trastulli di gioie spesso effimere,
io conosco storie avvincenti e attimi
vissuti di esuberanti sensazioni
ricche di vibranti e timide oscenità,
si ma sempre nel rigore del buon gusto
e dell’ossequio che spetta al puro amore.

 

Dimmi cosa aggiungere ai miei ricordi
vissuti lontano nella notte dei tempi,
si è vero sono ridicolo ma quale strana brama
mi assilla ed a volte mi ossequia
nel rimembrare riflussi di dolcezza
e affetto a me rivolti in tenera gioventù
e con superba traccotanza dispersi
e canzonai senza alcun ritegno,
ed ora che il mio tramonto è giunto ne godo
postumo l’incommensurabile diletto.

 

Raffaele Feola.

 



Come chiamarti?

Come chiamarti ?

 

Quanto pia e devota l’anima tua,
buoni e tremanti i tuoi battiti
sorridi e pensa che il core
non ha cuore, è un muscolo allora
come sostituirlo nell’angosciante
dilemma di rappresentarti nella mia vita.

 

Fa’ niente parlerò ad esso lentamente,
piano piano senza ansia e patemi,
dirò che tu sei e sarai sempre la mia
adorabile coscienza, con i tuoi difetti
e i miei limiti, ma che importa
noi ci vogliamo bene, forse senza saperlo.

 

Raffaele Feola.