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Letteratura Poeti Famosi



Giustino Roncella nato Boggiolo (1911)

v.       Giustino Roncella nato Boggiolo (1911)

 

Nel romanzo “Gistino Roncella nato Boggiolo” (1911), attraverso la storia di Silvia, Pirandello approfondisce il dramma di chi patisce una frattura irreversibile tra le fittizie e mortificanti forme sociali e la natura intima e profonda dell’io, il dissidio tra il vivere e il vedersi vivere.

Oltre la dialettica del personaggio, Pirandello coglie il contrasto tra l’ambiente della grande città e quello di un appartato paese di provincia, sottolineando la mediocrità dell’ambiente artistico e letterario di Roma.

La riflessione sulla totale assenza di valori, spinge lo scrittore prima ad una reazione di smarrimento e di avversione, poi alla scelta di osservare e studiare la realtà con distacco critico e vigile attenzione.

Sullo sfondo di questo mondo vuoto, si muove una folla di personaggi, che si presentano come fantocci interamente conformati al linguaggio, ai comportamenti, alle più frivole e superficiali pretese mondane.

A livello umoristico, il romanzo documenta la posizione critica di Pirandello che, in questo romanzo, conduce la sua analisi sulla drammaticità del legame matrimoniale (lo stesso motivo sarà ripreso con insistenza in opere teatrali come “L’innesto” e “Come tu mi vuoi).

Nei comportamenti di Silvia è possibile scorgere lo strazio di chi cerca disperatamente, senza riuscirci, uno spazio vitale, il modo per poter liberamente manifestare sentimenti e pensieri, una dimensione nella quale definitivamente riconoscersi e fuggire i vincoli della società.

In realtà la storia si consuma sulle indecisioni a scegliere e sulle perplessità della protagonista, una donna, confusa ed emotivamente insicura, che rimane sola con un senso di profonda insoddisfazione, nonostante sia in parte risarcita dalla sua creatività intellettuale.

Nel personaggio di Silvia, Pirandello esaspera la condizione di irresolutezza ad essere, e, nella coscienza di chi patisce il dissidio tra il vivere e il vedersi vivere, coglie il dramma dell’impossibilità a trovare le ragioni dell’essere oltre le contingenze morali e storiche.