Forse è perché tu sei il simbolo della calma interiore che giungi a me sempre gradita, o sera.
Sia d’estate, quando ti accompagnano liete le nubi estive e i venti leggeri e frizzanti sia quando dal cielo, che promette neve, porti ombre inquietanti e minacciose, sempre gradita giungi a me, e raggiungi dolcemente i più intimi pensieri del mio cuore.
Tu mi fai andare col pensiero sulle tracce che portano al nulla eterno e intanto scorre veloce il presente, e con il tempo passano gli affanni nei quali si consuma il tempo della vita.
E mentre raggiungo una tranquillità interiore sento un animo ribelle che mi brucia dentro e si agita dentro di me.
COMMENTO
Il poeta si rivolge alla sera, e paragonandola al nulla eterno, la considera come momento di pace che riesce a placare e a ridonare serenità ai più segreti pensieri. La liberazione dagli affanni della vita è dunque associata alla contemplazione della sera: questa induce infatti al pensiero del nulla eterno (morte) dove sono destinati a estinguersi per sempre tutti gli individui, la storia, il tempo; e nel pensiero di un’immensa quiete cosmica l’animo si riposa.
Foscolo sostiene che l’uomo non deve temere la morte, in quanto è uno stato simile al sonno; come nulla è per noi la vastità del tempo precedente la nostra nascita, così nulla sarà il tempo che seguirà la nostra scomparsa. Per Foscolo la fuga del tempo non è motivo di rimpianto, ma corrisponde ad un processo di acquietamento delle tensioni interne e quindi allo svanire degli affanni .