Letteratura Poeti Famosi





Fuggi vita.

 

Fuggi vita.

 

La morte è moribonda, e resta
serena e distratta al nuovo sole,
che follia la sua calma amore
mio, non teme neanche se stessa.

 

Io e te, soli e felici, dai fa che
il cielo infonda il suo incantare
ho rotto il mio fragile cuore
ed ora piove sangue a volontà.

 

Non travisare la mia e’ apatia,
ma voglio dirti che ti amo sempre
allo stesso modo, con dolore,
con vivacità, e tanta veemenza.

 

Raggiungimi al cospetto del mare
furioso, non temere l’onda cattiva
anche se egli non avrà pietà,
solo la morte non ci lascia difesa.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Perché non amarmi.

Perché non amarmi.

 

Quanto rancore folle hai cuor mio,
tu scandisci a volte strani suoni,
ed i miei laconici sospiri si placano, ma donano poca eternità a codesto mio smanioso vivere.

 

Donna amami…amami…amami,
tu non sei inviolata, ma sei radiosa
e le primavere ti inseguono
incessanti e premurose, sei la dea
ispiratrice di emozioni prodigiose
e di promesse mai mantenute.

 

Amplessi e seduzioni, il vento
le inoltra con malevole e incauto
inganno, tu mia adorata sei colei
che impassibile sfidi la fine
della vita e l’inizio di una esistenza
agghiacciante e frivola, sii cauta
poiché la morte vince sempre e non lascia spazio ai dolorosi rimpianti.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



I salici piangenti.

 

I salici piangenti

 

Amor mio che di nulla vissi
tu fosti e fosti ancora
colei che nulla chiese,
se non abbracci e
sussurri e sorrisi,
pensa che ardir
fu l’angosciante
mio desiderio di restar
muto e indifferente
da tal immenso
dono del destino.

 

Sii severa mia cara
con colui che
non ebbe sentore
del tuo amore,
ed a nulla valse
l’armoniosa melodia
che il ruffiano
vento strombazzava
fra i teneri rami
di salici piangenti,
che con le loro fronde
calate all’ingiù
parean quasi
profetizzare mestizia,
e adesso anch’io
son solo e piangente,
ed il vento
ha smesso di ululare.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 

 

 

 



Sono confuso, vivo ma non è vero.

Sono confuso, vivo ma non è vero.

 

Manco ho desiderio di spiccare
il volo con i miei tanti affanni,
son fragile e con tanti battiti
che confusione, e che nere nuvole.

 

La mente lenta e fuorviante
mi opprime e rallenta i desideri,
mio Dio porgi la Tua mano e i Tuoi
voleri, io non ho ne vita né dolori.

 

Ora sono senza memoria né stelle,
il buio ha fermato mente e mani,
il cielo c’è, ma non odo più i suoi
silenziosi richiami, quante lacrime.

 

Le giornate son più brevi e leste,
adesso son felice, quanti anni
vissuti in silenzio ed ora i miei
gemiti fan luce e son senza spine.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Notte uggiosa.

Notte uggiosa.

 

Sollecita ciò che il mio canto esprime
con tacito consenso delle mie Muse amabili,
eppur fan frastuono negli inquieti
dissidi dolenti fra odio e uno strano amore.

 

Che notte uggiosa,e quante stelle fiacche
colme di strane malinconie,ora le mie Dee tristi
sussurrano odi deliziando i pur grigi tramonti
per annettersi dolci e nostalgiche tenerezze.

 

E’ rumorosa l’agonia,non posso scrivere
senza far menzione di tal moina,colma di neri
presagi e plaudenti e malevoli inganni,
ma son lauto e nulla possono le notti insidiose.

 

Raffaele Feola Balsamo.