Bufere d’amore.

 

Bufere d’amore.

 

Folle pensiero
di fermare il mare,
urla e scalpita con
le sue bufere,
tu non lasciare
la mia mano
amore mio,
i freddi scogli
son compagni
di avventura
e saranno generosi
nel concederci
affetto e certezze.

 

Noi diverremo
acqua e felicità,
acqua e gioia,
vento e vento,
poi il sole e la quiete,
abbracciami
e passeggiamo su
questo splendido mare,
in attesa di nuovi
sussulti d’amore,
il pretesto di baci
e di nuovi abbracci.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Il Karma e l’attesa.

Il Karma e l’attesa.

 

Scorre veloce
il tempo delle stagioni,
l’autunno tiepido
e il cadere delle
rosse foglie,
il freddo invernale
dalla neve bianca,
e la dolce primavera,
fiorente con i suoi
nuovi fiori variopinti,
il caldo torrido
dell’estate con la
gioia del carezzevole mare,
ma io vivo aspettando.

 

Attendo paziente
il mio conseguire
del nulla,
non ho attese
particolari, solo capire
il mio ruolo
in questo mondo
strano e vuoto.

 

Il mio tempo…
si il mio tempo
grigio e addolorato,
non comprendo
la sua emotività
i suoi impulsi,
e le sue inutili
attese di eventi arcani,
volli essere Re
di me stesso,
altro non ebbi che
una misera anima.

 

Non mi occorre
rimirar la luna
per scuotermi
e sperare,
solo laconiche
ombre fuoreggiano
ed esaltano
il mio Karma
fatuo e mesto,
il destino spesso
altri non è che la fine
di una esistenza,
il nulla del nulla.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 

 



Una fatalità, o verità.

Una fatalità, o verità.

 

Che piacere disarmonico
l’ntelletto, pur temendolo
lo brami e ne fai uso,
son sgomento e schiavo
di tal ansia, è altero,
ma è pur vero che è sapiente.

 

No signori miei io non ho
tal dono,osservo e racconto,
con modesto dire ciò che mi
commuove e amo, e son certo
che il mio cuore è spontaneo.

 

Siate sinceri, quante volte
il cuore è in lotta con l’anima,
entrambi non sono concordi
sull’amore, forse ciò è una
fatalità o forse basta crederci.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Non devi lasciarmi.

Non devi lasciarmi.

 

Del nostro amore
solo brandelli
e vaghi riflessi,
mi sento avvolto
da un lontano fervore,
e resto stupito
di quanto son
forti le mie braccia
nel tenerti e sospingerti
verso quel cielo
costellato da infinite
bellezze e da
meravigliosi bagliori.

 

Non fuggire,
non temere quando
la natura si
accorgerà del
mio delirante amore,
in primavera i primi
a sorgere saranno fiori
dai stupendi colori, e gli
alti alberi si copriranno
di infinite foglie,
e tanti festanti
volatili suoneranno
con il loro cinguettio
armoniose melodie
a te dedicate, amami.

 

Non puoi respingere
tali doni, sono per te,
solo per te, io ti amo
e posso ben poco
per trasformare
il tuo cuore in uno
scrigno ove tu possa
riporre tutti i miei dolci
richiami, ti prego ascolta
il mio dire ed apriti
alla vita, alla mia vita
che ti apparterrà sempre
e comunque, io ti amo
e nulla posso per mutare
il mio destino, io per te.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



La pioggia.

La pioggia.

 

Venne giù un
gran temporale,
ci abbracciammo
ed i nostri corpi
trovarono sollievo
nel cercar rifugio nelle
braccia reciproche,
non pioveva più,
ma faceva freddo,
eppure c’era un
palpitante
e caldo sole.

 

Che tempo insolito,
ma qualcosa
ci frastrornava,
interferiva,
e violava i nostri cuori,
era il nostro sopito
amore, quello
che pareva smarrito,
ma egli era divenuto ormai
tenace è intoccabile.

 

Fummo evanescenti,
noi strane entità cosparsi
di tutto e niente,
fuggimmo da un triste
passato e nel presente
ci amammo,
teneramente,
senza rimpianti,
con timidezza,
con ardore,
e il futuro fu finalmente
prodigo di certezze.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Che vita.

Che vita.

 

Attendiamo con ansia
la nuova stagione,
indosseremo abiti diversi,
dipende se è inverno
o estate, tanto ormai
l’autunno e la primavera
non ci sono più,
che peccato, che vita.

 

Eppure in ogni cosa
abbiamo sempre
una terza scelta, io avrei
potuto far cose diverse
nella mia esistenza,
non ho voluto, ed ho perso,
no, non la felicità, ma un
po’ di sana serenità, che vita.

 

Son cresciuto ascoltando
frasi note come
‘ ma ti lamenti sempre ‘
ragazzi avevo chiesto
solo un bacio materno,
ma poi ho avuto solo botte
con una mazza che
provo ancora male, che vita.

 

Non voglio essere troppo
prolisso, annoierei
e poi tante cose non si dicono
non sono interessanti
dal punto di vista poetico,
dico solo che son finito
dalla padella nella brace,
e ripeto ancora … che vita.

 

Raffaele Feola Balsamo.