Che favola la vita.

Che favola la vita.

 

Ebbi uggia e fra vari fremiti,
i grandi e potenti uomini
vilmente mi adombrarono
con disordinata saccenza.

 

Certo son fragile, ma volli
seppur con sincero fine,
gustare ciò che di me il fato
ebbe a donarmi come sorte.

 

Illusorio e fatiscente il mio
pianto, volli essere poeta e
narrare, no amici non servi’
non ero tale, ma solo frugale.

 

Che storia, ho cercato nei punti
più alti sogni e auspici, ma è
tutto perennemente uguale, che
fiaba la vita è i suoi neri elfi.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Leggera pioggia.

Leggera pioggia.

 

Vuole il cielo che scendano
piccole gocce di acqua,
par che siano piccole perle
simili a lacrime di dolore.

 

Io son lì incollato al freddo
vetro e osservo il cielo con
la tenue speranza di un sole
che forse non giungerà più.

 

Intanto il buio si alterna alla
luce, e con la mia dolente
e ansiosa brama freno la mia
angoscia, si io temo il fosco.

 

Io sono colui che ha capito,
finalmente sono libero, ho
inteso la vita e i suoi tempi,
e gli uomini e il loro spregio.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Leggera pioggia.

Leggera pioggia.

 

Vuole il cielo che scendano
piccole gocce di acqua,
par che siano piccole perle
simili a lacrime di dolore.

 

Io son lì incolato al freddo
vetro e osservo il cielo con
la tenue speranza di un sole
che forse non giungerà più.

 

Intanto il buio si alterna alla
luce, e con la mia dolente
e ansiosa brama freno la mia
angoscia, si io temo il fosco.

 

Io sono colui che ha capito,
finalmente sono libero, ho
inteso la vita e i suoi tempi,
e gli uomini e il loro spregio.

 

Raffaele Feola Balsamo.



Oscura mente.

Oscura mente.

 

Chiudi gli occhi esistenza,
non chiedere di ciò che
son privo, son senza pace,
e senza amore, porgi la
tua mano sul mio cuore e
ascolta i suoi battiti, son lenti,
ma furiosi e malinconici.

 

Vita inesorabile e spietata,
così voluta e poi derisa,
ora sono solo i sogni
che seducono la mia anima,
ma ti prego non illudere
e non rimuovere da me
l’esile pace che mi donasti.

 

Quanto è scarno di voluttà
il mio spirito, pensieri
sfuggenti e malefici, avvolti
in neri drappi e poi che dire,
se la mia mente fugge,
ed io la rincorro vanamente,
quanto son tristi i tormenti.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Quanti penosi ricordi.

Quanti penosi ricordi.

 

Amaro quel dire fazioso,
anche Giuda non approverebbe, persino Lui ha rinunciato ai trenta denari, ma con il tempo il tradire è sana saggezza.

 

Amore non blaterare e non
amare, a che servono le verità, son incubi terribili e fanno male, tanto male, dai vieni ed osserva il cielo,
le bianche colombe son
divenute scure,
cosparse di un colore nero
e che gioia nel fuggire,
ho una strana paura.

 

L’inganno è vita, è sapienza,
e tempo fa ebbi esperienza,
che bella e dolce sensazione,
e quanto folle entusiasmo.

 

Gli alberi nel mio
immaginario bosco e pieno
di delicate margherite, 
e nel campo di grano grandi orchidee dal colore
smunto, attendono la grande raccolta e poi quando rinasceranno saranno belle e stupende,
come merita un fiore
meravigliosamente bello.

 

Ma il vecchio albero rimarrà con le sue eterne margherite, umili e modeste, come si addice ad un
tronco becero e secolare.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Fuga dalla realtà.

Fuga dalla realtà.

 

Quando inutile è la fuga da un cielo
senza nubi e allietato da venti sobri
ma arruffati, spengo il rimpianto e i
ricordi, fui però sciocco a confidare.

 

Qualcosa ho perduto lungo la mesta
via, ho colto sogni dolci, ma confusi,
ho rincorso ma è accaduto, son fuori
pericolo, poichè son vecchio e arido.

 

Piove a dirotto, quello che vien giù è
solo apparenza e tante lame affilate
che raggiungono un cuore annoiato
e nauseato, Dio che tristezza la vita.

 

Ho amato ciò che mi piaceva, ora no,
non più, il mio piacere e che nessuno
può più farmi del male, son protetto
e amo scrivere cose blande ma vere.

 

Son protetto dalla mera stramberia
dell’ingenuità della mia pigra mente,
sempre più piccola e poco capiente,
il mio Dio ripaga e non dona indulti.

 

Raffaele Feola Balsamo.