Letteratura Poeti Famosi



Che notte, folle e buia.

 

Che notte, folle e buia.

 

Fuggo tra mille e più pensieri,
smarrita e afflitta la notte scuote e
ferisce l’animo mio che silente
s’approccia a tristi tormenti.

 

Cuore mio tu non ti esprimi
per il giungere delle fosche
ombre di una nera e turpe notte,
priva di stelle e ricca di mesti bui.

 

Ma io son tenace e i miei abbracci
alle ombre son testardi, e la tenue luce
non può far tacere le mie preghiere,
anche se son solo inutili veli pietosi.

 

Dimmi di più mio Signore, i dolori 
fanno male, il cuore è dolorante,
il volto è pallido e mani impacciate
e poco leste asciugano lacrime testardi.

 

Raffaele Feola Balsamo

 



Amami.

Amami.

 

Ti ho vista tante volte mia cara,
non ero innamorato di te
e sorridevo delle tue incertezze,
dei tuoi sorrisi, della tua bellezza.

 

Veloci quei gabbiani felici sulla costa,
ruffiani e portatori d’amore,
poi come d’incanto ho cacciato le pene
e ho desiderato la magia della tua vita.

 

Ora ti amo tanto, che meraviglia,
ma il tuo dolce sguardo volge altrove
un tormento, non voglio più esistere,
poiché nulla più riaprirà la mia anima.

 

Terrò l’incantesimo della tua delizia
e dei tuoi bagliori nel mio cuore,
noi siamo il sole e le tante tempeste
che aggrovigliano la nostra esistenza.

 

Ti amo, nulla di più e che sia fortuna
il fato che ti condusse a me, e che
desiderio e passione siamo catene
per un legame felice per tutta la vita.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Il papavero.

Il papavero.

 

Disperato osservo l’ultimo papavero
in un arido deserto, quanta sabbia,
mi avvolge uno strano freddo, ma è calda
la memoria di un antico sentimento.

 

Dimmi pure fiore rosso perché hai atteso
il mio ritorno,vuoi dirmi che è vana
la mia speranza,io l’amo ti prego
il mio sogno,è solo amore.

 

Io non posso oltraggiare il tuo cielo,
talvolta frigido e poi entusiasta
della tua passionale canicola,
ma poni fine al dolore di quel tenero papavero.

 

Raffaele Feola Balsamo



Il mio creato, la mia speranza.

Il mio creato, la mia speranza.

 

Possa la mia memoria sopravvivere
al mio corpo, ed esporre alla mia
anima per l’eternità l’insulsa mia
devozione per una vita vuota e fallace.

 

Lacunoso e solitario il mio esistere,
porge una e più volte l’altra guancia,
ma nulla avviene,solo una vana attesa,
per un’altra probabile illusione.

 

Volubile e fragile immagine,
di un creato perfetto e senza
la visione di una bislacca chimera,
composta da strani percorsi d’amore.

 

Attingo forza dal mio cuore,
la speranza è ultima a fuggire via,
ma se morte ci separa, vita mia,
io libero il dolce incanto del dolore.

 

Feola raffaele Balsamo.

 



Soltanto inutili apparenze.

Soltanto inutili apparenze.

 

Fuggo al calar del sole,
temo il buio, ed è folle tal ansia,
la mia penna d’oca intinta
di un nero inchiostro, tace.

 

Tu amore descrivi le fughe
e poi il ritorno di quell’ombra
che mi opprime e intralcia
la mia rotta, ma non è reale.

 

Il mio cuore annoso, langue
costipato con fredda sofferenza
in una mesta amara attesa
di un mirifico futuro di opulenze.

 

Le mie sono pure apparenze,
un sogno onirico dettata dalla
mia protervia e dalla mia anima
tracotante e priva di lusinghe.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Pioggia…pioggia.

Pioggia…pioggia.

 

Odi codesta pioggia
colpir senza sosta
cio che più l’aggrada,
omini e cose e natura.

 

Ferma la tua ostilità
tempesta, perdona
e non anelar lacrima
per colei che fu già vittima.

 

Pioggia e pioggia sia,
scroscio e spruzzata
di fredda abbondanza
su corpi senza accidia.

 

Temo il verde della piana,
stinto e senza vivacità,
tu non andare oltre pioggia,
sii dolce e benevola e ama.

 

Raffaele Feola Balsamo.