Letteratura Poeti Famosi



Vissi di solo pane.

Vissi di sol pane.

 

Di sol pane ebbi a vivere e quanto dolore
nel mancar di godere di un amore angelico
e quante tremolanti paure in tal
maledetta ancestrale ignominia.

 

Che crudele tal destino tanto austero
quanto mutevole e scarno di gioie
ebbi per sua colpa a dover vivere,
colpì ciò che di più caro volle essere
nella mia esistenza, e che dire di un’anima
incapace di svolgere le sue più semplici
incombenze di rallegrare e felicitare i momenti
di vita mia senza indugi e perplessità.

 

Che tu sia maledetta e per sempre prigioniera
nel mio corpo ormai diretto verso un oscuro
oblio in una esistenza effimera e rivolta verso
una eternità tanto insensibile quanto succinta.

 

Raffaele Feola.

 



Son solo un vecchio, solo un vecchio.

Sono solo un vecchio,solo un vecchio.

 

Sono un vecchio,
solo un vecchio,
un panno logoro
e rabbecciato piu’ volte,
molte…tante volte,
ma che fare se il buon Dio
decide Lui quando spegnersi.

 

Sono il custode di ogni
respiro della tua infanzia,
dei tuoi ricordi lontani
e mai ho dimenticato
la grandezza del mio amore
per te, ora vivo senza cuore
perche’ quel lontano giorno
l’ho donato a te.

 

Vederti dormire e osservare
i tuoi sorrisi spontanei
e sinceri, ma che rabbia
non sono mai riuscito
a farne parte, a capire,
ma sono solo un misero padre.

 

Ora sono solo un vecchio noioso,
malato e ripetitivo,
irruente nella tua vita
come un ariete pazzo,
perdonami se non sono morto
nel momento che dovevo, perdonami.

 

Raffaele Feola.

 



Silenzio e freddo.

Silenzio e freddo.

 

Quanto silenzio al mio udire
e il grande sogno fugge
senza rimpianti e al cospetto
di una luna indifferente
e ciondolante in un cielo
buio e minaccioso,
no non può esser
vita e dico vita
solo vita e null’altro.

 

Abbracciami follia
che senso ha il senno
se non si può riporre
e poi disporne
in tristi momenti
squallidi e mesti.

 

Fuggi seducente malinconia
è tempo di gaiezza
e mi pervadono copiose
gratificanti speranze,
ma forse è solo di un vago
sentore del nulla dopo la morte.

 

Tal stagione fredda
costellata di impassbili fiori
senza colore e fragranze
attende con ansietà il giungere
di una primavera felice e giocosa,
ma pur sempre sobria.

 

Raffaele Feola.

 

 



Fredde stagioni d’amore.

 

Fredde stagioni d’amore.

 

Quanta primavera e che audaci auspici,
son forti le mie attese e forse
equivoco, ma che importa tu vivi
in me amore e sazi il mio sonno lieve,
aspetta notte non dileguarti
il mio sogno d’amore ancora vive.

 

Tanto caldo stupore e brividi gelidi
percorre l’anima mia ormai distante
e persa nell’infinito di immensi cieli
in cerca di una deprimente solitudine,
a volte da me scacciata per i suoi sprazzi
di voluta mestizia e forte inquietudine.

 

Tu tesoro non cercarmi più fuggi
e non voltarti le gioie son esauste
e non seguono più i grandi amori,
io morirò piano piano senza tristezze
durante la tua fuga e poi…poi ritorni
pure l’inverno con i suoi squallidi freddi.

 

Raffaele Feola.



Quanto buio e poi solo sogni.

 

Quanto buio e poi solo sogni.

 

Tiepido questo sole e quante tenebre,
mille nuvole e tante nere foschie
nella mia vita e mi par di ascoltare
una musica silenziosa e sempre triste,
dimmi di più mio Dio di cosa non ho compreso
del tuo sacrificio nel morire e poi del risorgere.

 

Mi trema il cuore e la passione fugge
e quanti raggi di sole buttati e poi ricercati,
forse è troppo tardi e lascio il rosario
non posso più pregare non ho voce
e in silenzio non riesco, quanta malinconia
e quanta noia nel mio vivere e poi raccontarmi.

 

Fuggo dalle sensazioni e dal delirio di una vita
trascurata e mai vissuta e quanti racconti
felici ma inutili scorrono fra gli umani sciocchi
e poi affettuosi e scaltri, quanto scalpore
nel dire sempre basta, dai siamo ancora vivi e forse
tra mille sogni si cela l’immortalità dell’anima.

 

Raffaele Feola.

 



Nota.

Mi da’ sempre errore nel pubblicare

prego gli autori se vi sono problemi

di comunicarmelo…nel ringraziare

vi rinnovo gli auguri.

Raffaele Feola.