Letteratura Poeti Famosi



Sussurri di una folle felicita’.

Sussurri di una folle felicità.

 

Terso questo cielo
agghindato di luci
e sussurri dai sapori
ineffabili e stupendi,
sono felice,
e proietto le braccia
al cielo come a
volermi inerpicare verso
la casa del buon Dio
per dirGli grazie.

 

Che gioia l’amore
lo desidero pur non
conoscendo tutte
le sue voluttà ne i suoi
turbamenti arroccati
in pensieri tanto casti
quando dissoluti,
posso solo accogliere
l’empio seduttore
seppur con esitante
e fiducioso sentore.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Non ti amo giovane fanciulla.

marzo 29, 2021 – Posted by Feola Raffaele

 

Non ti amo giovane fanciulla.

 

Penso al perché ma ancora
son con te mio inesperto amore,
ti amo ma è bugia, che folle
tempo è la vita e piagnucola.

 

Garbata e amabile tu incauta
fanciulla non chiedere
lodi e gioie perché poi giunge
l’amara e precoce mestizia.

 

Galeotto quel tuo bacio sulla bocca,
tenero il tuo tremante
affetto ma è come neve al sole,
io ho per te solo benevolenza.

 

Non penso che tal pena faccia
di te una smodata amante,
io son spoglio come un solenne
monumento all’eterna inerzia.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Il grande e triste urlo.

Il grande e triste urlo.

 

Un grande urlo come tempesta
e come un grande tuono mi sfugge
avvilito per l’addio di un palpito
d’amore stanco e frastornato.

 

Dimmi di più anima mia, il mio
non è orgoglio o vendetta sono
un pavido e le tue carezze hanno
confuso per sempre i miei pensieri.

 

La luna non è più compiacente,
il cielo brullo è irritato
e verdi nuvole son costipate
in silenziosi otri di madreperla.

 

Quale magia mi sovrasta, è strano
il destino non posso e non devo amarti,
odio ciò che voglio e le compiacenti
odalische insidiano il mio affetto per te.

 

Ti ho avvolta fra le mie fragili braccia
e i tuoi respiri sempre più affannosi
celano tetri inganni e malcelati addii,
racconta e fa che io possa redimermi.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Non piangere.

Non piangere.

 

Dimmi perché i tuoi occhi
spendono lacrime,
forse perché la primavera
tarda nel suo giungere
o perché son svaniti gli
evanescenti sogni di antichi
e dolci ricordi ormai sbiaditi,
tu ed io quanto amore.

 

Nel nostro rifugio quel
camino brontola felice fra
l’ardere di un ceppo e l’altro
nel suo ventre, mentre
bianchi fiocchi di neve
e aliti di vento freddo son
complici dei nostri abbracci
e delle nostre promesse.

 

Il nostro amore ha smarrito
ragione, comprensione, tenerezza,
mi compiango e mi trastullo
in una solitudine e in un destino
miserabile e senza futuro,
ma io ti amai, ti amo, amiamoci,
fuggiamo dal nostro fato ciò
non è vivere ma sopravvivere.

 

Raffaele Feola Balsamo

 



Morte di una libellula.

Morte  di una libellula.

 

Pervade un dolente e ansioso 
battito d’ali di una libellula,
confusa e inebriata in una nebbia fitta color rosso sangue.

 

Poi piano si dissolve la torbida
foschia, noto che a terra giace esanime il piccolo corpo dell’innocuo volatile, provo
dolore e tanta tristezza.

 

Farò mio quell’ultimo suo mortal sospiro e mi rannicchio di fianco a quel tenero insetto,
e mi chiedo perché deve
essere così breve la sua vita.

 

Sarà vero che nessuno è perenne, ma non comprendo perché morire quando l’anima è serena e non vi sono nemici, solo sogni, soltanto sogni.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Vane stelle cadenti.

Vane stelle cadenti.

 

Volgi tremante lo sguardo al malefico
consumare di un assurdo atto d’amore,
stretto in mille pensieri con tanta ansie
e sussulti per il tuo tenebroso silenzio.

 

Non sogno più ciò è miseria e sconforto,
ma quanto son veri i cieli gremiti
di stelle cadenti a cui affidare i nostri
desideri assassini di speranze e brame.

 

Che eloquenza tristemente maniacale
la mia, certo ombrosa ma autentica nel
suo racconto e così mi appare la nera
profezia ricca di grettezze e afflizioni.

 

Abbiate fede le angosce son solo strazi
che il vento complice disperde con pena
nella bufera della vita chiazzata di nero,
ma ella è tersa nell’anima linda e serena.

 

Raffaele Feola Balsamo.