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Letteratura Poeti Famosi



Sogno illusorio.

Sogno illusorio.

Ho afferrato
uno strano sogno
nella notte
appena trascorsa,
colma di splendide
fantasie
e sorrisi compiacenti
e quanti vezzi,
dai virtuosi diletti
e dagli struggenti ricordi,
quanti addii
e poi più nulla
e poi ancora
e poi più nulla
e per sempre.

Ahimè l’agognato
premio non giunge,
niente baci
e parole d’amore,
eppure la luna
è compiacente
e le stelle son
briose e scaltre,
strizzano i loro occhi
fluorescenti e cortesi,
ma nulla accade
solo vaghi silenzi
e cortesi inganni.

La felicità non dona
serenità ella
è l’esasperazione
di una strana
e malinconica
solitudine,
l’enfasi di un sogno
che mai diventerà
realtà, il mio cuore
non avrà pace
in questa vita…
solo fruscii
e vaghi sentori
di tenere ebbrezze,
quante inutili illusioni
e quanta tristezza
nelle mere e false
ingannevoli chimere,
vivo ma non è vero.

Raffaele Feola.



Regina senza cuore e senza regno.

 

Regina senza cuore e senza regno.

 

Amica mia, fulgida regina di un
regno chiamato “Mai”, io agogno
docile e debole al tuo volere,
se tu mi ami perchè taci con
aberrante e odiosa alterigia.

 

Il tuo bieco distacco mi affligge
esoso ed empio, son ora frivolo
e senza più essere sorretto
dalla fede, son gaglioffo
e senza inutile comprensione.

 

Non temo, ma è inevitabile la mia
mestizia e con un manipolo
di pensieri amari son pronto
a cancellare il tuo nome di ” tesoro “
che mi donasti con franca finzione
con audace e perfida protervia.

 

Raffaele Feola.

 

 



La grande stagione, adesso.

 

La grande stagione, adesso.

La grande stagione
E’ finita proprio adesso
Ma non e’ mai tramontata
Cio’ e’ una invenzione
Del cuore solo del cuore,
Il cielo ha colori
Brillanti e rilucenti
Visibili solo con il gusto
Del paradosso e seguita con occhio
Attento e con la razionalità
Della vita senza respiri.

Hanno sapore antico
I nostri sensi
Antico e sempre uguale
Compresi miracoli,
Che ottusa idea essere prigionieri
Di un’anima vitale e pazza,
Ha capovolto la realtà
Costipata di geometrie fasulle
La trappola del credere
E’ permeata del falso
E azzardato.

E io soffro, tu soffri, noi soffriamo,
Riconosciamoci una strana
Originalità molto singolare
E personale non lasciamoci
Trasportare e molliamo
Il gioco poco serio,
E facciamoci male molto male
Crediamo pure di essere ancora vivi,
Ciao amici miei siate forti e siate felici.

Raffaele Feola.

 



La porta dell’amore.

La porta dell’amore.

 

Torna a bussare con piu’

coraggio alla porta dell’amore,

noi siamo muti servitori

della nostra esistenza e dei

suoi forsennati capricci.

Liberiamoci dell’ottusa

rassegnazione di essere sempre 

secondi a qualcuno

o qualcosa nella vita.

Cerchiamo la liberta’ celebrale

e affettiva, la magia che ci

permette una visione di nuove

e fin’ora celate intuizioni,

che ci conducono in un mondo

di rara e dolce fantasia.

La nostra realta’ ci permette

di osservare la vita con la coda

dell’occhio, ma cosi’ sfuggono

le conturbanti vibrazioni di un

cuore carico d’amore,

alimentando solo silenzio

e solitudine dove luce e buio

si alternano senza soste.

La spiritualita’ che emana

un sogno d’amore ci conduce

in un’arena dove due anime

ingaggiano una dura lotta

contro la prigionia della mente

e dei tabu’ di esseri privi

di ogni capacita’ di avvicinarsi

e raccontarsi e parlare

finalmente di quel misterioso,

emblematico ” AMORE ” che

affligge ed esalta l’animo umano.

 

Raffaele Feola.

 



La vita o la morte, chissa’.

 

La vita o la morte, chissa’.

 

Tal buio mi incute timore,

chiare divengono le oscure nubi

e la folle mia anima turba

il mio cuore e fugge fra oscuri boschi

regno di perverse fattucchiere,

ma non temo cio’ che accadra’,

son solo un inerme essere

debole e affamato

di un po’ coraggio.

 

Non mi spaventa il mio

ingrato destino

e’ cio’ che vien giu’

da questa strana pioggia

amabili promesse,

ma son false

da cui traspare cio’ che

l’uomo inetto e passivo

spera in un abbraccio fraterno

e la parola pace,

son rimasto con gli occhi umidi

e col sapor

di labbra amaro,

tu donna del mio cuore

che senza te non vivrei

che un sol attimo,

mi porgi cio’ che non merito,

e il tardivo mio amore

mi spezza il cuore

e sol la tua virtu’

di bonta’ mi permette

di ripensare a cio’ che

dovevo e mai ho fatto.

 

Rifiutare la vita e rinascere

quando il buon Dio

avrebbe capito e perfezionato

quest’uomo dalle puerili

arguzie, ma son felice che cio’

che non meritavo ho avuto,

la morte e’ un dono

che appartiene a tutti,

e se me la donerai

io ti saro’ grato

e il mio amore diverra’

per te indissolubile

ed eterno, morro’,

forse no, forse si,

ma sempre ti amero’.

 

Raffaele Feola.

 

 



Tanto, molto, folle silenzio.

 

 

Tanto, molto, folle silenzio.

 

Quanto silenzio
nella mia vita
sono senza parole
e senza sbuffo
tanto ho urlato
e adesso son fiacco.

 

Non mi pretendere
io non ti amo,
il vento e’ fermo
e l’acqua non
macina piu’,
basta inviare
malinconie
pianti
sussurri
preghiere.

 

Sono in fuga
ma i rimpianti
mi rincorrono
e odo musica triste
dalla tua bocca,
il mondo e’cambiato
l’uomo l’ha ucciso
non posso piu’ appetire
il tuo spasimare.

 

E’ una pazzia
ma non posso piu’
sono atteso da
chi non perdona
e a nulla e’ servito
che tu, noi abbiamo
tanto pianto, senza
autostima e con
fervore, i nostri cuori
 sono silenziosi
e rassegnati, ora resta solo
oblio e null’altro.

 

Raffaele Feola.