Son nero come un angelo bianco.

 

Son nero come un angelo bianco.

Non ho smarrito la mia anima, ma ho perso il senso e il valore della vita, sono come un ragno nella sua rete che paziente attende quelle mosche intelligenti che fan fatica a capire che la morte li attende e si credono le depositarie delle verità, e di poter solleticare i dolori altrui impunemente.

Sono scosso e avvilito colpa di uno strano e avvilente personaggio ho smarrito tutto ciò in cui credevo e di fare ormai parte, cercavo qualcosa su cui raccontarmi anche con ignoranza e l’ingenuità che mi condannava ad un esilio forzato da quel perbenismo che credevo vero e genuino.

Il personaggio è colui che poco conta nella vita, mi ha allontanato da chi amavo veramente come fratello putativo e caro amico, sono ora un mostro, un angelo nero addirittura, ma davvero sono così? Io però perdono le offese dei miei simili ingiuste e immeritate, ma io credo nel Signore e lui sa, e se dopo la morte c’è il nulla che ben venga io ho già pagato qui le mie colpe e i miei errori e non è vero che ho stravolto questo luogo dove ognuno descrive amore pace e gioia di raccontarsi con affetto.

Ditemi di andare via e io vado ma quel personaggio continuerà a essere così senza ritegno e provocatore, io non posso che dare ragione ma a chi lo merita. Io descritto come un diavolo spero che il buon Dio abbia pietà degli sprovveduti e di chi ha offeso me e le mie sofferenze.

Raffaele Feola

 



Un amore poi la morte.

Un amore e poi la morte.

 

Ho il cuore imbevuto di rabbia
quella tua tagliente resistenza
mortifica il mio orgoglio e deride
la mia passione, ma lotterò.

 

La tua calma mi gela il sangue,
è indifferenza o disprezzo dimmi
mia cara che io possa vendere
la mia anima ad un giusto prezzo.

 

Tu sei ansiosa e il tuo cuore duro
e impietoso è come il predatore
che ha ghermito la preda, ti prego
amore sii generosa finiscimi ora.

 

O l’esilio in un’isola solitaria come
compagna solo una cesta di ricordi
e il devastante lento trascorrere del
tempo in un mondo vile e impietoso.

 

Resto qui e quando il mio corpo
sarà fuso con la terra che l’ospiterà
sorridi e sii cortese con chi mi ha
dato affetto, devi essere lieta ma triste.

 

Raffaele Feola.



Nerina.

Addio Nerina.

 

La natura adombrata e feroce
a volte irrita e fa cio’ che non puo’
e non deve, io e la mia amica
da sedici anni insieme parlavamo,
spesso senza comprenderci
ma il tenerci compagnia ci allietava
e suppliva alla nostra solitudine.

 

Parlo della mia cagnetta…stamani
e’ spirata fra le mie braccia e in quello
sguardo di dolore e riuscita a dirmi grazie
dell’ amore ricevuto fra queste tristi mura
aveva gli occhi lucidi si io non credevo
ma e’ vero piangono, come continuo
a farlo io continuamente e senza ritegno.

 

Mi sento ancora piu’ confuso e triste
si forse son ridicolo ma che posso
fare se per me era vita, affetto, coccole
rimaneva appiattita a terra
mi osservava e sembrava ridere
alla mia goffaggine quando incespicavo
quando borbottavo perché avevo
smarrito qualcosa poi si rilassava
e riposava prima del cibarsi delle
leccornie che le preparava mia moglie.

 

Ora dov’è, aveva eletto come
mamma umana mia moglie come
possiamo supplire alla sua mancanza,
odio la mia vita porto solo dolore
a chi mi ama … fortuna che presto
finira’ tutto, si tutto, addio amica mia
grazie di tutto mi hai dato piu’ tu
di chi avrebbe dovuto e potuto
ci ritroveremo presto e mai
dimenticherò’ il tuo ultimo sguardo
a me rivolto come a darmi coraggio,
ne avremo bisogno ora siamo più
soli e tristi ma ci rivedremo contaci.

 

Raffaele Feola.



Delirio.

Delirio.

Eppur mi trovai in tal
prato in un dì qualsiasi
ramengo senza meta e senza
pensieri, solo io e tal cuore
che parea moribondo
come suo solito, battea
quando piano poi forte forte.

Signori miei che dire
paura tanta e poca decisione
nel reagire, volli fuggire
all’ impazzata che sfinimento
e allora sì che dissi
fra me e me son morto.

Ma il destino volle e senza
compenso aiutarmi
mi apparve una fanciulla,
bella come una dea dai
lunghi capelli biondi
e dalla pelle bianca e bella
in ogni dove, si avvicinò
e con lieve tono mormorò
codeste parole:- Tranquillo
tu sei qui in terra sacra
nulla può ferirti sei nell’Eden
qui nulla turba e il dolore
non esiste e nessuno costringe
nel fare ciò che non si vuole
unico tuo compito è quello
di essere felice e spensierato.

Ma mia Signora io mai imparai
a farlo e son confuso poiché
di tristezza vissi sin’ora
è cosa nuova per me essere
diverso e gaudente, ti prego
aiuta tu questo misero mortale
e prendi pure la mia vita
e il sol dono che possa farti.

E la Signora con mesto
fare andò via col capo
chino e tanto afflitta,
ordunque ho perso ciò
che mai ho posseduto la
felicità e forse anche 
l’agognata eternità.

Ora giro con fare da matto e
un sorriso di chi oltre
al danno ha subito la beffa,
si la beffa di risvegliarmi 
da un sogno assurdo, 
nelle mie tasche trovai una
ciocca bionda e un fiore rosso.

Raffaele Feola



Non un addio, solo arrivederci.

Non un addio, solo arrivederci.

Smarrirsi in un abbraccio
sentire il tuo respiro ansioso,
eppure ti sfioro con un fiore
rosso dai petali sfuggenti.

Quante parole e frasi, e poi
pagine divenuti grandi libri
con solo due parole “ ti amo “
ma tu non hai letto e sei fuggita.

Ti ho persa, quanti rimpianti,
scusa non ho capito che un
bacio non basta, vuoi me, ma
son troppo fioco per capire.

Ti prego concedi ad un indegno
una possibilità, il tempo per me
è fermo nell’istante in cui mi fai
carezze e mi parli del domani.

No è tardi lo so, ma io ti voglio,
ho nuovi palpiti,
nuovi sogni,
nuovi desideri,
nuove promesse.
ti amo ascoltami,
torna o morro’.

Raffaele Feola.



Sogno illusorio.

Sogno illusorio.

Ho afferrato
uno strano sogno
nella notte
appena trascorsa,
colma di splendide
fantasie
e sorrisi compiacenti
e quanti vezzi,
dai virtuosi diletti
e dagli struggenti ricordi,
quanti addii
e poi più nulla
e poi ancora
e poi più nulla
e per sempre.

Ahimè l’agognato
premio non giunge,
niente baci
e parole d’amore,
eppure la luna
è compiacente
e le stelle son
briose e scaltre,
strizzano i loro occhi
fluorescenti e cortesi,
ma nulla accade
solo vaghi silenzi
e cortesi inganni.

La felicità non dona
serenità ella
è l’esasperazione
di una strana
e malinconica
solitudine,
l’enfasi di un sogno
che mai diventerà
realtà, il mio cuore
non avrà pace
in questa vita…
solo fruscii
e vaghi sentori
di tenere ebbrezze,
quante inutili illusioni
e quanta tristezza
nelle mere e false
ingannevoli chimere,
vivo ma non è vero.

Raffaele Feola.