Letteratura Poeti Famosi



Non siamo soli.

Non siamo soli.

 

Sono senza peccato
perche’ peccare
e non saper voler bene,
e quanti sussulti
ha il mio povero cuore.

 

Precipito da un piccolo fiore,
ma non soffro
i suoi petali mi hanno
protetto e il vento
fischia e ride,
l’erba trasuda
lacrime e sorrisi,
dai vita mia
puoi osare sono pronto
al volere del grande Maestro,
Lui ci aiuta perche’
noi sappiamo ricevere amore
e ne restituiamo di piu’
tanto e poi tanto.

 

Sii sereno amico mio
la vita e’ bella
e ci concede tante
occasioni e ricorda sempre
che non siamo soli, mai.

 

Raffaele Feola.

 



Eppur mi pare che io nacqui.

Eppur mi pare che io nacqui.

 

Forse era luglio del 1952 che venni alla luce,
certo ricordo bene era il 19 di sabato,quanta neve sotto quel sole rovente e su una spiaggia affollatissima,ma non avevo amici ero troppo vecchio,
e incominciai a scrivere di me e la mia vita, certo amici miei ero già consapevole
quale fosse stato il mio destino, un po’ infame e un po’ sciagurato e tanto mal riuscito.

 

Come mamma dopo che mi diede alla luce
pensò bene di andare a fare il bagno lasciando me
appena nato solo soletto, ma tranquilli ero nato nella classe di ferro e sopravvissi,
purtroppo, ed ora devo scrivere ciò che la vita mi ha donato, un nulla a condizione zero.

 

Quanta delusione sul volto dei miei vicini di ombrellone, loro pensavano che io nascessi donna, ma il mio brufoletto li afflisse e non mi rivolsero
parola fino a sera, e intanto mia madre come
spesso succede anche fra gente più solerte, si dimenticò di me ma sono ancora vivo e vegeto.

 

Repentinamente mi son ritrovato vecchio e alienato
ho festeggiato la mia terza età, che mi importa se presto non sarò che una sola frase scritta su un freddo marmo, sono nato, ho vissuto, ho amato, ho sofferto, ho anche sperato nell’eternità, ma che follia vi rivelo io son morto quel maledetto giorno del mese di luglio del 1952.

 

Raffaele Feola.

 



Complicato addio.

Tortuoso addio.

 

Che silenzio, si tacete io riposo,
imparo a decedere…lentamente
e con il bestiale blandire della morte
e non chiedo che annichilire
il mio corpo e la mente.

 

Che strazio non vivere più le stagioni
unico vero mio rimpianto, molti piangono
il dolore, la sofferenza, l’addio dei cari,
io ho amato ciò che mai ho posseduto
ma ora sono in un sogno, stelle d’argento,
e angeli vestiti di bianco che sorridono,
e mai più vedrò gli adepti di sette consacrate
al solo loro turpiloquio aberrante e cinico.

 

Si sono felice perchè mai più udrò strani
e impertinenti cartomanti incapaci di vedere
neanche dentro se stesse e il loro bizzarro
mondo del nulla, bilioso e isterico.

 

Ti prego leggi la mia mano zingara
e sii generosa dimmi ciò che vedi con sincerità,
io sono immune dal tuo spocchioso
odio, tu non spirare prima di aver detto,
io ho bisogno di sapere prima del mio commiato.

 

Addio e ricorda che io mi sono nutrito di cicuta
dono di un consunto destino coriaceo e fedifrago.

 

Raffaele Feola.

 



Un semplice pensiero per il nostro Signore.

 

Un semplice pensiero per il nostro Signore.

 

Mai ho avvertito nelle mie note
suoni angelici, solo stridii e opache
sinfonie, sono forse un immortale
tessitore di maldicenti opere?
No di certo sono solo io, e poi più niente,
certo poca cosa ma siate certi che
al mattino il nuovo sole invade anche
il mio volto, lo illumina e lo acceca.

 

Voi siate garbati gente, godete del respiro
che ancora pullula nei vostri polmoni,
forse il cielo ci ama ancora,
non abbattete la croce del calvario
ella è il simbolo del dolore,
della sofferenza, della rinascita non rendiamo
vano il sacrificio del grande Martire.

 

L’ingresso nella casa del Signore con abiti
poco sobri e profumi domenicali offende la casa
del Signore Lui è umile e vuole che lasciate sul
vostro volto qualche piccola lacrima
affinchè Lui capisca chi soffre e allontani
i profanatori del tempio del perdono
dell’amore, della povertà, Dio ci ama
e dopo il libero arbitrio ci sarà Lui …amen

 

Raffaele Feola.

 

 

 



Senza futuro.

Senza futuro.

 

Cosa sara’ del plumbeo cielo,
dell’aria una volta tersa
ora celata da una cappa
di oscura incertezza come
a raccontare di un presagio
annunciato da folli razzie
dell’umano che in nome
dell’intelletto ha capovolto
l’ordine naturale delle cose
umiliando la vita e annullando
il suo magnifico capolavoro
che ha arricchito il nostro
cuore e riempiendo di gioia
la nostra esistenza.

 

Si e’ persa la ragione e con
essa la coscienza del domani,
del futuro di chi verra’dopo
di noi e poche sono le speranze
di inculcare agli esseri
che vivono sul nostro piccolo
e strano pianeta la strana legge
dell’amicizia, della reciprocita’
e quando cio’ cessera’ la vita
non potra’e non sara’ possibile,
ricordate il Karma? Esiste.

 

Raffaele Feola.

 

 

 

 



Vita cuore amore.

 

Vita cuore amore.

 

Vidi e poi vidi con sorrisi e sospiri
il mio futuro e il suo magico segreto,
ero giovane e con molti cari amici
felice di percorrere il mio cammino
di vita nel divenire adulto e godere dei
suoi tanti sogni riposti nel cuore mio,
per poi fluire nella realtà con mille enfasi.

 

Se il cuore mostrasse il suo vero volto
molti non oserebbero odiare tal cari simili
che fratelli o amici o altri e tal nessuno,
niente potrebbe mai mietere veri affetti
e l’insulso infelice non avrebbe pretesto
d’esistere e vivere nel suo avulso giovarsi,
amarsi e null’altro, vero è ciò in cui credo.

 

Raffaele Feola.