Letteratura Poeti Famosi



Felice giornata.

Felice giornata a tutti.

 

E giorno è notte che importa
noi respiriamo e comunque
viviamo ancora e afferriamo anche
oggi le armi della speranza
e della paura per ciò che il Signore
ci invia con criterio e saggezza.

 

Vogliamo esserci in questo mondo
buffo cosparso di pochi sorrisi
e tanti avvicendamenti a volte buoni
e altre no, ma che dilemma,
che fare se non pregare e sperare.

 

Son tanto diligente ma confuso
ed è disagevole la mia fede, a volte discutibile, col vizio del pianto in silenzio, celando le sincere lacrime, che confusione, tale è la mia vita 

 

Abbiate fede e dispensate amore
a chicchessia senza riesumare
vecchi rancori, io figlio unico son
cresciuto con disarmante coraggio,
ho amato ma mi resta solo un
esilarante giorno nuovo di zecca.

 

Si amici mi hanno rifatto il letto
e starò bene anche oggi in questo
ridicolo sprazzo di vita, felice ed estatico con le buone nuove dal cielo, potrò muovermi’ solo con una 
fiammante carrozzella, sarò,se
tutto va bene un grande invalido.

 

Raffaele Feola.

 



Il grande silenzio.

Il grande silenzio.

 

Ascolta come urla il silenzio
perché non odi se strepita forte
e pare che soffra, forse sarà gioia,
lo so tu sei ancora vicino a me.

 

Sai ho avvertito e compreso che
le cose che fan bene al cuore durano
poco, forse cento e più anni, solo
l’anima lo percepisce ma tace sempre.

 

Io adoravo il silenzio lo ascoltavo con
gioia perché c’eri tu, ora son confuso
sento giorno e notte una malinconia
spietata, il mio mondo non è più tale.

Ti prego entra nei miei sogni, solo una
volta, rendi lieve quel dolore che mi
tormenta voglio osservare i tuoi occhi tristi e capire che provi nel vedermi.

 

Mi manchi tanto e poco ho fatto nell’aiutarti ed esserti vicino,io per te sono stato solo un amico e forse anche il tuo boia, perdonami se puoi.

 

Raffaele Feola.



Tu sei il mio universo.

Tu sei il mio universo.

 

Con l’indolenza e gli occhi rivolti altrove e i battiti del mio cuore latitanti…amo, amo ciò che amo, sono burbero e forse arcigno ma amo te, il cielo, le stelle, la luna, tu sei per me il mio universo.

 

Sono alla quasi totalità del cinismo più
abietto, ma voglio te e sono esausto, ti ho
rincorsa senza sosta dalla mia lontana
gioventù e mi par tutto così esilarante.

 

Sembra che sia un melodramma non ho più tempo per cercarti, vorrei tessere l’ultima trama prima del grande, definitivo addio, ora son confuso ma non disonesto, son sincero e veritiero.

 

Ho scritto una autobiografia d’amore
e sei tu fra i protagonisti, ebbi timore
del tuo grande amore e fuggii seppur certo che avrei rimpianto la vera unica passione della mia vita, tu amore mio.

 

Ti scongiuro non essere crudele appena trovo il mio rifugio segreto io svanirò come neve al sole e nell’oscurità dell’oblio perpetuo, vorrei solo un tuo
abbraccio virtuale come perdono.

 

Raffaele Feola.

 



Sei mia madre, tutto e tanti addii per me.

Sei mia madre, tutto e tanti addii per me.

 

Volevo dirtelo, mamma
auguri per la tua festa,
vorrei che tu fossi vicino
ai miei figli, vivo con il sentore
della tua anima vicina ai miei
momenti che vorrei non
esserci più, sai sono stanco.

 

Ti abbraccio sempre tenendo
la tua foto sorridente fra le mie
mani tremanti per l’emozione,
e ti accarezzo, ti prendo
e ti abbraccio ripetutamente,
quando mi sei accanto ti sento
e cerchi di darmi consigli,
ma perché non mi soddisfa
la tua tenerezza?
Sono forse nero come carbone
ed e’ tale la mia anima?

 

Mai visto donna più dolce di te,
eri una cosa che mi è sempre
mancata, eri un angolo di cielo
e raccoglievi frutti d’amore per noi
stavo venendo da te, mamma
nel giorno del tuo compleanno,
per cantare le odi dell’amore,
con le melodie più dolci.

 

Addio mamma ti ho perdonata
per il tuo non accettarmi,
ma tu sapevi che non
ero un buon figlio,
ma carnefice di ogni sentimento
che cercavi di elargire
con vero amore verso me,
ma ero ciò che sono adesso,
un nulla farcito di rancore
e tanto dolore.

 

Non importa chi ha tolto in silenzio,
non importa che non hai
mai cercato i miei figli,
non importa che solo la fuga
e la distanza mi ha salvato,
eppure ti ho amata tanto,
ora vorrei averti vicina
e sentire le tue urla offensive,
ma eri la mia mamma
e ora mi parrebbe musica.

 

Quando sei andata via
mi hanno inviato
a casa solo i resti del tuo funerale,
qualche foto, il libro delle firme,
i nastri viola della morte,
ma ora hai capito dov’era il male…
troppo tardi dolce donna
del mio frastornato cuore,
spero che tutto finisca
presto sono stanco.

 

Ciao mamma a presto e chissà
se potrò rivedervi miei cari,
papà tu Maria Pia,
e Alessia figlia mia cara,
vi penso sempre e più passa
il tempo e più mi mancate,
brutta la mia vecchiaia,
neanche il tempo è riuscito
a sopire il mio dolore del vostro addio,
vi amo tanto ciao.

 

Raffaele Feola.

 

 



Che fatalità, che destino.

 

Che fatalità, che destino.

 

Che gioia amici miei che giubilo,
son confuso e impenitente
ma che fare…se fare e vorrei fare
di virtù tante necessità ma dove
inizio, no impossibile son recidivo.

 

Ho peccato ho manipolato ho beffato
e quanta dolcezza rubata alle pure
anime, ma ahimé sempre solo resto,
non virtuoso né casto ma certo illuso
e in alto mare senza cibo ne amore.

 

Se venisse giù un gabbiano almeno
gli ruberei l’anima e il suo candido
vestito e con le ali fuggirei lontano ed eludere il mio fato, ma son certo
che nulla muterà il mio turpe destino.

 

Raffaele Feola.

 



Le nostre ferite.

Le nostre ferite.

Le tue le nostre ferite causate
da orribili farse che ci donano
dei riflessi di un sole malato
e grigio sempre freddo e opaco.

Ascolto in silenzio l’arrivo
dell’ombra maledetta che tanto
mi ha seguito e illuso, ora svela
la sua vera straordinaria identità.

Ha sedotto il mio cuore e illuso
la mia anima e il fuoco della mia
passione brucia ciò che resta
di un esitante e labile nero futuro.

Il mio cuore è ora ferito e il mio
viso trasuda insapori miscele di
sudori e lacrime come letali e amari
elisir di morte e ostili presagi di infelicità.

Raffaele Feola.