Complicato addio.

Tortuoso addio.

 

Che silenzio, si tacete io riposo,
imparo a decedere…lentamente
e con il bestiale blandire della morte
e non chiedo che annichilire
il mio corpo e la mente.

 

Che strazio non vivere più le stagioni
unico vero mio rimpianto, molti piangono
il dolore, la sofferenza, l’addio dei cari,
io ho amato ciò che mai ho posseduto
ma ora sono in un sogno, stelle d’argento,
e angeli vestiti di bianco che sorridono,
e mai più vedrò gli adepti di sette consacrate
al solo loro turpiloquio aberrante e cinico.

 

Si sono felice perchè mai più udrò strani
e impertinenti cartomanti incapaci di vedere
neanche dentro se stesse e il loro bizzarro
mondo del nulla, bilioso e isterico.

 

Ti prego leggi la mia mano zingara
e sii generosa dimmi ciò che vedi con sincerità,
io sono immune dal tuo spocchioso
odio, tu non spirare prima di aver detto,
io ho bisogno di sapere prima del mio commiato.

 

Addio e ricorda che io mi sono nutrito di cicuta
dono di un consunto destino coriaceo e fedifrago.

 

Raffaele Feola.

 

This entry was posted on venerdì, giugno 16th, 2023 at 18:37 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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