L’amico pettirosso
Cerco invano dalla finestra semichiusa
che guarda sul giardino quasi brullo
dall’autunno in parte già spogliato
dagli ultimi colori e che all’inverno
vicino ormai si offre triste e nudo
la tua presenza amico pettirosso:
da giorni è già trascorso il tempo
l’ora sperata a me cara negli anni
familiare e attesa dell’arrivo tuo!
Guardo e ascolto degli altri uccelli il canto
passeri, merli, gazze e le colombe
che tutto l’anno sento dai vari suoni
il cinguettare ma quel tuo canto
melodioso e a Chopin caro non è più qui
malinconico mi sento nel non sentire quel richiamo.
Per anni ricordi ci siamo fatta compagnia
quattro mesi circa di giornate fredde
buie anche nevose, rarità lo splendere del sole
nell’ultima dell’anno la stagione
che porta al cuore e alla mente di chi
ha già percorso della vita anni su anni
molti ricordi e i tanti sogni sognati
poi svaniti e legati a quella passata
e assai lontana nel tempo giovinezza.
Giungevi all’improvviso e all’improvviso
poi partivi poi all’ultimo marzo
te ne sei andato e da quel giorno
lontano sei da qui la tua presenza persa
e oggi così mi sento ancor più solo.
Il cinguettio tuo che tra i tanti più degli altri
percepivo segno era che stavi lì vicino
nascosto dietro quel cespuglio spoglio
poi in silenzio io ti osservavo e tu con rapida
ma circospetta corsa sull’esili zampette
qual fili sottili sottilissimi di rosso colorati
come il piccolo petto che gentil ti dona il nome
quel caro canto ad un tratto interrompevi
e a beccar lesto correvi quelle solo per te
povere briciole dalla man lasciate in quel posto
ad altri ignoto e che tu solo conoscevi:
l’umile e parca mensa non molto di più offriva
tu lo sapevi ma non ti lamentavi: una beccata
e ti guardavi attorno al pericolo possibile guardingo
poi riprendevi e talvolta il bel capino sollevavi
e mi guardavi ed io ti rispondevo e questo era
per me conforto ai miei pensieri d’infelicità pieni
e così in quegli istanti e quella tua presenza
rottasi un poco l’infelicità mia felice sorridevo
ora quelle briciole un tempo a te regalo beccano
facendosi la guerra passeri merli gazze e le colombe
e l’infelicità mia rimane rotta solo da qualche mio singhiozzo.