gennaio 18, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
L‘incompreso dolore.
Vorrei amarti,
come si conviene
ad un Dio di tutti i giorni
pieno di ansie e dolori,
fustigato dalle intemperie
di brandelli di anime sole
e assemblate secondo
l’ordine del vivere
e della ragione dell’essere.
Voler dire a te o mio Signore
di poter mutare l’ordine delle cose
sarebbe come commettere
nuovamente il peccato mortale,
voler sostuirsi a Colui che ebbe
morte e dolore da uomini
che mai ebbero a capire,
il lacerante dolore delle
tue carni e collocarti ancora
nel dove non si doveva.
Signore mio come posso
comprendere ciò che
non mi fu detto,
o che mi venne mal narrato,
il senso di colpa di
una bieca violenza
a cui non potei partecipare,
e come confutare ancora il
dono del tuo sacrificio
a cui destinasti la discesa
negli inferi degli infedeli
e degli irriconoscenti.
Grande è il dolore di sentirsi
frustrati e vilipesi,
come doloroso fu
il misfatto che fu dato
a coloro che reclamano
il dono della comprensione,
folle …folle, che
tal pensieri ebbero a sovvertire
gli incantesimi dell’ immolarsi
e dell’abnegazione.
Perdona se mi compiango
nell’esser deriso da fatui pensieri,
di esser vittima di amori
insignificanti, la mia colpa e pari
a quella di coloro che non capirono,
e il senno del poi non cancella
le ombre del misfatto,
ma ne celebra l’eterna
consapevolezza
di un irriconoscente giudizio.
Raffaele Feola
gennaio 17, 2014 - Inserito Da giamacista - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie sulla Vita
La pioggia bagna i marciapiedi
il vento freddo purifica la terra
l’inverno è alle porte
il mio occhio rivelatore il deserto fra le vie.
Che lontananza La musica leggera
aiuta il mio cuore,
come è facile vivere
come sono vecchie le botteghe del centro.
Ogni cosa appare diversa
anche i discorsi e i fatti vissuti,
al sorger del sole
si intravidero i vecchi spiriti
del vicolo fra le mura.
gennaio 17, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La mia vendemmia
Poter bramare il cielo,
far parte delle sue
bianche nuvole,
acciuffare con dolcezza
i suoi briosi volatili
mentre a miriadi
vanno altrove
dove luce e caldo
ne allieteranno l’esistenza.
Fermare gli ultimi raggi
e scagliarli con forza
nel mio cuore e
tenerli stretti… stretti.
Ho desiderio di esser felice,
afferrare i miei sogni,
adesso non ho più angoscia,
forse il mio autunno è già qui,
botti di rovere, odore di mosto,
di allegre pigiate sui catasti
di ricchi grappoli,
il volto festoso delle donne
che calpestano felici,
le uve nei grossi tini
e reggono le loro gonne alzate
con civettuola astuzia.
Strappare un lembo di pane
e accompagnarlo col rosso
succo dell’armonia,
canti e suoni, risate e rincorse,
non è forse anche costei felicità?
Non scorderò ciò che vissi
all’inizio della vita,
ma scorderò quello
che volli dopo,
le scoperte dell’amore
i suoi silenziosi odori,
le sue ebbrezze rumorose,
i sogni docili e lievi,
agognati con le mani
riposte dietro la nuca e
sdraiato su letti di fresca paglia,
rimirando il cielo e coltivando
l’assurdo auspicio che quella
vendemmia non potesse
aver mai fine.
Raffaele Feola
gennaio 16, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
L’inizio di un grande amore
La breccia in un cielo quanto
turchese quanto immacolato,
i suoi riverberi di luce
sono adescanti,
e mano nella mano ci narriamo,
e nel non dire
i lunghi silenzi parlano di noi,
e godiamo nascondendo
come ingordi gli esaltanti attimi
degli ultimi scampoli d’amore.
Siamo come immobili e
nuotiamo in un mare senz’acqua,
lo sconforto dell’arrivo
della accigliata
sagoma della notte,
mette fine alle luci ed ai
riflessi di un grande affetto
celando le carezze
e i voraci abbracci
e chissà …
se domani…chissà.
La mia donna parla raramente
ed il suo respiro è come
la brezza che si insinua
fra rami secchi di vecchi alberi
e l’immaginario
volto del Dio supremo che ci osserva,
ascolta le lontane campane
del vespro, con la sua cesta
colma di mute richieste
in attesa delle invocate indulgenze.
Ed io, noi, non chiediamo
che un mattino ancora,
raccoglier sul palmo della mano
le gocce rosse di una rugiada
d’amore e dirigersi con essa
verso l’eternità, nella notte dei tempi.
Raffaele Feola
gennaio 13, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La sciocca che non amò che se stessa
Il grigio e il nero sono l’estasi del nulla,
strofino il mio petto contro il tuo,
quando è insanziabile il tuo desiderio,
ti occorre un vero uomo,
sei acidula e dalla poca avvenenza,
chissà il mio volto cosa vedrebbe
se gli obbrobri della mia triste
esistenza avessero il mortificante
terrore di vedere la tua maschera
sgretolata e dalla futile cattiveria,
pregherò il Signote che ti doni
perlomeno la serenità.
Mio signore non far di me colui
che annoia, riempi le vesti delle
melanconiche e striminzite
presenze inquietanti,
come il perfido animo
di un abbietto essere cosparso
di sangue di rettile e nasi di gufo tritati,
tale miscela forse renderà
un corpo vuoto, pieno di qualcosa,
ricco di contenuti, seppur frustanti,
e chissà se un briciolo d’amore spunti
e un corpo logoro e becero.
Povera donna sii felice
e rattoppa il tuo perfido cuore.
Dedico queste sciocche parole
ad una donna sciocca che
mi ha punto il cuore,
ma alcuni esseri vanno perdonati.
Non mi firmo ho scritto poco e male
gennaio 13, 2014 - Inserito Da Ana Valdeger - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore • poesie personali • Poesie sui Sogni • Poesie sul Silenzio • Poesie sulla Vita • Poesie Tristi
È davvero ingenuo
sognare l’azzurro
quando il grigio
sopraggiunge sornione.
…Presto avanza
una nuvola nera
che annoia
e più ancora inonda.
Svanisce l’eternità
quando il vuoto
tesse le sue trame
in una raggiera di luci.
Così il mio spirito
cede stanco
a fulminei artifici
che lo immobilizzano.
E per quanto cerchi
fiammanti aurore
il nero e il grigio
sommergono il tutto.
Ana Valdeger 13/01/2014