La mia vendemmia

La mia vendemmia

 

Poter bramare il cielo,

far parte delle sue

bianche nuvole,

acciuffare con dolcezza

i suoi briosi volatili

mentre a miriadi

vanno altrove

dove luce e caldo

ne allieteranno l’esistenza.

 

Fermare gli ultimi raggi

e scagliarli con forza

nel mio cuore e

tenerli stretti… stretti.

 

Ho desiderio di esser felice,

afferrare i miei sogni,

adesso non ho più angoscia, 

forse il mio autunno è già qui,

 

botti di rovere, odore di mosto,

di allegre pigiate sui catasti

di ricchi grappoli,

 

il volto festoso delle donne

che calpestano felici,

le uve nei grossi tini

e reggono le loro gonne alzate

con civettuola astuzia.

 

Strappare un lembo di pane

e accompagnarlo col rosso

succo dell’armonia,

canti e suoni, risate e rincorse,

non è forse anche costei felicità?

 

Non scorderò ciò che vissi

all’inizio della vita,

ma scorderò quello

che volli dopo,

le scoperte dell’amore

i suoi silenziosi odori,

 

le sue ebbrezze rumorose,

i sogni docili e lievi,

agognati con le mani

riposte dietro la nuca e

sdraiato su letti di fresca paglia,

rimirando il cielo e coltivando

l’assurdo auspicio che quella 

vendemmia non potesse

aver mai fine.

 

                                                        Raffaele Feola

 

This entry was posted on venerdì, gennaio 17th, 2014 at 00:05 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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