La Tempesta

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Un  vento freddo e ostile

ulula lacerando

il  silenzio evocando

cattivi presagi,

gli oggetti  mossi dal vento

cambiano posto inquieti

e nervosi,  si spostano

in ogni dove ed io assisto

impassibile al loro

vorticoso movimento.

 

Una miriade di piccoli oggetti 

giocano rincorrendosi     

spinti dal vento, 

sorridendo partecipo al loro gioco

sono spassosi e irreverenti,

imprevedibili e dispettosi

e strappano sorrisi veri.

 

La finestra sbatte impietosa,

lo scroscio violento

del mare e le luci lontane

si nascondono e ricompaiono,

rendendo mistico e tetro

il paesaggio, la mia ansia

si affievolisce quando

il mio sguardo si posa

sul tuo ritratto amore,

 

 sorridi e sembri non curarti

della tempesta e 

il tuo volto rassicurante

rabbonisce  il fervore

degli elementi,

l’unico rumore e quello dei 

battiti del mio cuore,

 

non ricordo più la tua voce,

le tue tristezze, le tue gioie

..mi resta solo un tuo sorriso,

quello impresso sulla

tua foto, l’ultimo,

e gioioso ma procura

dolore e nostalgia

e il vento impietoso

urla il tuo nome riaprendo

vecchie ferite e vecchi rimpianti.

 

( Al mio caro Poeta Ciro Sorrentino )

 

 

 



Mondo perduto

     

Aver capacità è condividere

tal percorso di umana gioia,

penetrare nei meandri di

reconditi pensieri

e confondermi nei sogni

di innocue anime.

 

Goder del germoglio

di un delicato fiore,

aspirarne il profumo,

rimirar estasiato

i rosei colori di un

mandolorlo  in fiore

in attesa dei suoi frutti.

 

Cespugli prepotenti

e invasivi si alzano

sfociando in ogni

dove rallegrando

e mascherando un

brullo terreno vittima

di sevizie da esseri

indifferenti e privi

di cuore, innanzi

a tal incantata beltà.

 

Quante rincorse con

la mia amata, quante

fughe e il nostro

strofinarsi sul manto erboso,

emanava un  esaltante

profumo, e i baci

appassionati

rendevano irrefrenabili

i nostri abbracci.

 

Tristi e rassegnati

aspettiamo ciò che ha

da divenire, riporterà

tal felicità all’obbrobrio

di un cupo presente,

i radi fiori turbati di 

strani mali nascondono

i loro petali e il  loro

delicati profumi,

il cielo nero e cosparso

di nubi misteriose

e penetranti affievoliscono

il desiderio di godere

appieno di quei doni

che scuotono i nostri

vibranti stimoli d’amore.

 

Rumori metallici rendono

silenziosi i canti

degli usignoli,

gli ormai taciturni grilli

son muti e invisibili,

gli insetti una volta

copiosi ora svaniti come

polvere al vento,

e strani individui

lacerano gli ultimi brandelli

di un  creato che ansima

sete di rivalsa.

 

Noi anime cosparse

del magico fluido

dell’amore nascondiamo

intimoriti quel che resta

dell’ultimo respiro della

violata natura, ma essa

saprà rifarsi e le sublimi

stagioni ritorneranno ad

 essere complici della

nostra felice esistenza.

 

(  A Ciro Sorrentino il mio poeta )

 



Autore di un addio.

 

Compiacenza nell’amare

con ardore e  

senza superbia,

la natura indifferente

non concede tregua

a chi si erge ad arbitro

nella vita del

mortale essere,

fragile e incapace,

e spesso  latore

di malinconici

ossessivi ardori.

 

Onnisciente e superbo

non tenni conto di

colei che pur

concedendosi al

mio folle  amore,

rimase triste

e impassibile,

ella comprese

il mio disagio nel

dirle dolci frasi

e donarle 

gesti d’amore,

e fu l’inizio di un

silenzioso addio,

e ciò che parve

futile per me      

divenne poi la

fine di un

magico idillio.

 

Ansimo e spero

in codesta vita

grama e sconcia,

a volte irrita

e a volte sorride,

poi inquieta ed adesca

con macilente

sensazioni semina

gioia e piacere,

amori e odiosi addii.

 

Ella è forte,

la sua imprevedibilità

la rende invincibile 

misteriosa e ineffabile.

 

 

 

( Ciao Ciro Sorrentino,grande poeta, un abbraccio  )



Lo sguardo.

Ancora con quanto coraggio

lo sguardo amichevole.

 

La porta si chiude

si sfiorano leggermente

l’anima e il dolore.

 

Con quanta autenticità prima

Lo sguardo senza amore.



Folle acqua

 

Un sibilo, un tuono,

un sentore di paura,

le nuvole nere

si accalcano,

il sole si nasconde.

 

Le mani nei capelli,

le mie tremule

gambe fuggono

ma io resto immobile,

l’ansia mi attanaglia,

e  quando tutto finisce

l’acqua ha compiuto

il suo dramma.

 

Rovinosa e  improvvisa

devasta il passato

strappa il presente

sfigura il futuro,

le ultime gocce

sgorgano dagli occhi

degli affranti,

piccoli rivoli amari

col sapore della disfatta.

 

Ma torna il sole,

riavvolgiamo

le lacere maniche

e con fiducia

ricomponiamo

quel che resta

di una serena

antica esistenza.

( Ciao Ciro Sorrentino grande poeta )



I miei fantasmi. ( A Maria Pia Feola )

I miei fantasmi.

Il cielo è denso di nubi,
il manto d’erba
brioso e freddo,
par quasi scricchiolare
sotto i miei passi.

Che silenzio,
uccelli zittiti
forse son parte
di un dipinto,
odo e vedo eppure
son cieco e sordo.
La notte ha smesso
c’è il giorno,
i fantasmi ora
son trasparenti con
bianche vesti
evanescenti,
solo fruscii e
profumi d’incenso.

Poi ancora il buio,
ombre irriverenti
cercano la mia
complicità per
carpirmi resa e respiri.
Inebriante e chiassosa
la mia anima canterina,
ineluttabile farsa
di un silenzio rumoroso.
Mi adagio sui pungenti
rovi di un roseto
e osservo la fuga del tiepido sole,
afferro qualche raggio
ma son freddi.

Piccoli riverberi di luci
sul mio volto, li scaccio,
ho voglia del
rassicurante buio,
devo riflettere.

Raffaele Feola

( Un grande saluto al poeta Ciro Sorrentino )

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