Forse..,

Forse…

 

Tante e poche volte ho sorriso e deriso,

frustante agonia di uno strano volere,

vittima di neri e strani prodigi

e di incantesimi infausti.

 

In un immenso schermo

assisto alla prima

di una vecchia pellicola

dove le immagini

in bianco e nero

sono mute e loquaci,

vedo e rivedo

ma l’ossessione

del non capire persiste,

sono forse preda

di una mia irreversibile amnesia,

costipata in una labile mente.

 

Plasmo nuovi orizzonti

e fra mille inciampi,

passeggio sul terreno

ruvido e disorientante del presente,

nell’attesa di un futuro

vagabondo e delirante,

oh mia vita che

posso farne di te.

 

Le fughe nei sogni,

il celare gli ingombri futili,

e gli attimi dissacranti

forse hanno fermato

il mio voler essere,

ed un vento contrario

mi invoglia alla resa,

finalmente non sarò più parte

di quel disegno folle

dove i suoi esseri  presto

diverranno muti,

saranno come

mosche e farfalle,

rose e spine.

 

La scena di un

brutto esistere

è solo l’illusione beffarda

di una canzone senza musica

e senza canto,

sfrego e annaspo

su un terreno molliccio,

ma su di esso la

piccola formica

erige con il suo costante

cercare quel che serve

per l’arrivo del freddo riparatore

che tutto cancella,

prima dell’arrivo di una

nuova probabile  primavera.

 

 

 



SI RISVEGLIÒ L’AMORE – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”

Evocativa la notte:

amica la Luna

rischiarò il calle

e i fiotti della mente.

 

Nelle placate acque

osservai a lungo

e scorsi la rotta

tra fiorenti riverberi.

 

Speciale il tripudio:

nuovi palpiti

accesero i petali

d’un fiore avvizzito.

 

Sulle increspature

docile scese

l’azzurro di luna

nelle brezze del vento.

 

Evaporò il rimpianto:

si volse il cielo

che rimandò

chiara un’eco festosa.

 

Placida una musica

rapì ogni cosa

e vaghi i ricordi

si persero in un bacio.

 

Si destò l’amore:

folli i cuori

mossero flutti

nei mulinelli ardenti.

 

Stillante la rugiada

riportò la vita

nell’inaridito nido

e agli sconcertati uccelli.

 

01.01.2014 Ciro Sorrentino



Io e lei

 Io e lei

 

Mormorii di fogliame

e di una moltitudine

di spighe oscillano

spronati da una tenue

brezza di  anelanti

soffi di delicati

venti primaverili.

 

Nascosti fra le alte fronde

io e colei che amo,

ascoltiamo silenziosi i

racconti dei nostri cuori,

no…non sono palpiti,

sono misteriose note

di una melodiosa nenia,

proveniente da un

cosmo denso di magici

giochi di luci e colori.

 

Mai saranno coscienti

coloro che possegono

l’indolenza di uno

sgraziato volere

di non amare, e la

sublimazione della

solitudine e del suo

innaturale irretire.

 

Nel rubar amor  è

tarpar le nere ali

ad un  gelido vento

popolato da tristi echi

è la folle avventura

di pochi audaci.

 

La vita  altri non

è che il continuo

cercarsi di anime sole,

in cerca dell’agognata

ricerca di affetto e felicità.

 

( Ciao Ciro Sorrentino, grande poeta interprete della vita )

 



Auguri

Vorrei dire , fare, dimostrare, convincere,

ma quando voglio esprimere qualcosa che

sento provenire dal mio cuore, faccio fatica

ad essere convincente…ci provo amici.

Tanti cari e affettuosi auguri che possiate godere a piene mani

di ogni tipo di felicità, auguri particolari a :al carissimo Ciro Sorrentino

 Signora Cinzia De Rosis, al dott,  Attilio Beltrami,  e gli autori,. Buon Natale e Buon Anno Nuovo.     Lele Feola

 



Volli il buio e il mare

 

Ho smorzato

le stelle, il

vento di maestro

soffia,

pezzi di cielo

cadono,

il mare spinge

lontano

costa e scogli,

e intanto le città

alitano

sui fari spenti.

 

Poca luce,

i marinai

son fermi,

ho con me

nacchere

e armoniche,

aspetterò in

musica il

nuovo giorno.

 

Quando

giungeranno

a nuoto

sula costa

i pescatori

forse avranno

reti colme

di pescato.

 

Io ho un

piccolo pesce,

per satollarmi,

per oggi basta,

l’importante

che resti il buio,

nessuno

deve sapere,

che io sono felice.

 

(  La dedico al mio fratello  Ciro Sorrentino ed alla sua famiglia )



Il Profeta

Nel  percorso ieri

ho intravisto il profeta

ad ogni cuore

le sue parole rivolgeva.

Eran sincere e Foto655

all’ interiorità rispondente:

“Cambiare  vita si deve

liberi da gravezza di lucide catene,

lindo l’uomo deve proporsi

per l’incontro con Colui che vita dona”.

Ma ciascuno il passo lesto prosegue

e dopo un tuffo

 la placida esistenza riconquista.