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Letteratura Poeti Famosi



Forse..,

Forse…

 

Tante e poche volte ho sorriso e deriso,

frustante agonia di uno strano volere,

vittima di neri e strani prodigi

e di incantesimi infausti.

 

In un immenso schermo

assisto alla prima

di una vecchia pellicola

dove le immagini

in bianco e nero

sono mute e loquaci,

vedo e rivedo

ma l’ossessione

del non capire persiste,

sono forse preda

di una mia irreversibile amnesia,

costipata in una labile mente.

 

Plasmo nuovi orizzonti

e fra mille inciampi,

passeggio sul terreno

ruvido e disorientante del presente,

nell’attesa di un futuro

vagabondo e delirante,

oh mia vita che

posso farne di te.

 

Le fughe nei sogni,

il celare gli ingombri futili,

e gli attimi dissacranti

forse hanno fermato

il mio voler essere,

ed un vento contrario

mi invoglia alla resa,

finalmente non sarò più parte

di quel disegno folle

dove i suoi esseri  presto

diverranno muti,

saranno come

mosche e farfalle,

rose e spine.

 

La scena di un

brutto esistere

è solo l’illusione beffarda

di una canzone senza musica

e senza canto,

sfrego e annaspo

su un terreno molliccio,

ma su di esso la

piccola formica

erige con il suo costante

cercare quel che serve

per l’arrivo del freddo riparatore

che tutto cancella,

prima dell’arrivo di una

nuova probabile  primavera.

 

 

 

This entry was posted on sabato, gennaio 4th, 2014 at 19:08 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

2 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    L’individuo di cui parla Feola è sicuramente un uomo estraniato, fuori dal contesto delle parvenze e delle formalità che spingono gli altri a ridere e a deridere, ma con sforzo, quasi per assimilarsi al prossimo.

    L’uomo di Feola è l’eroe, non la vittima, colui che si accorge delle finzioni e dell’omologazione degli atti, e di nulla più si entusiasma, non vuole ridere, perché niente suscita in lui gioia, nemmeno vuole deridere gli altri perché è d’animo nobile.

    Ecco che quest’uomo si chiude a riccio, come a difendersi, ad alzare delle barriere morali e psicologiche che lo proteggano dalla massificazione e dall’alienazione.

    È talmente ingenuo quest’uomo che guarda la vita che gli scorre davanti, e ne analizza i fatti e scruta il presente, vorrebbe presagire qualcosa di positivo per il futuro.

    Ma nulla, nulla si apre all’orizzonte, anzi lui fa ricadere su se stesso l’incapacità di percepire fatti ed eventi, come se fosse un matto, il folle del villaggio.

    Ma altro che fuori dalla normalità: è proprio quel pizzico di sana follia che lo salva e lo emancipa oltre e fuori le convenzioni, gli abusi e gli arbitri di una realtà che dilania e corrode la mente e il cuore.

    Quest’uomo allora si chiede quale sia la possibile soluzione, l’alternativa che non sia una vuota chimera, una beffa del destino, la torturarne indolenza e apatia dell’esistere.

    La scena finale, si condensa in un crescendo epico quando l’uomo si apparenta alla “piccola formica” che “erige con il suo costante cercare quel che serve” per porre rimedio alle inquietudini e alle sofferenze di una storia umana che sempre addolora.

    A presto, fratello,

    Ciro Sorrentino

    ... on July gennaio 4th, 2014
  2. Feola Raffaele Scrive:

    Generoso come sempre, qualcuno ha ragione nel dire che siamo comatosi quando manchi, io sto imparando ad essere più accondiscende con il prossimo, poi emulo il tuo genio ma ahimè non vi riuscirò mai, ma sodisfo le mie brame con il tuo inconfutabile genio, leggo e sodisfo di quello che ho cercato da tempo, il poeta dei sogni, tu sei importante per noi, aiuti a farci capire e non solo. La tua bontà e pari solo al tuo genio. Non sono un adulatore sono l’arrogante constatatore. Ti abbraccio maestro e con forza fratello e la bontà esiste amico caro. Ciao Lele Feola

    ... on July gennaio 4th, 2014

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