NELLE OFFUSCATE SERE D’INVERNO

Pensami, finché seguirai

la voce del cuore,

rivivi l’emozione

che sale, quando

inatteso il vento,

nei rigidi tramonti

dissemina fragranze

d’imminente tempesta.

 

Diamantina la castità,

che della tua anima

inebriante brilla,

devii gli spettri

degli scuri antri,

con lampi di sole,

sparsi dalla magia

di una fiaba impensata.

 

Sorgano effigi d’immenso,

quasi dorati sigilli,

e prosciolgano

da ogni pena,

nello splendore

della tua natura,

che sfoggia i tesori

delle profondità nascoste.

 

Accendi la tua purezza,

e accetta il fiore,

il petalo rosa

pieno d’amore,

che stinge e va

alle fiacche acque

dell’oscura tristezza,

nelle gelide notti obliate.

 

01.11.2013 Ciro Sorrentino



ALATI VAGHEGGIAMENTI

Divino scese un alito

che di vivo calore

riempì la terra

dove lieti sorsero

le rose e ogni pensiero.

 

Trepidante il battito

disperse il nero

che nella piena

bruciò ogni istante

scompaginando la vita.

 

Si infiammò il mondo

di vermiglio fuoco

quando vive ali

di leggera farfalla

scossero il piccolo fiore.

 

In tale rapito giorno

si placò il vento

che sempre spezza

l’armonioso volo

dei frastornati uccelli.

 

Alati vagheggiamenti

si infiammarono

nelle anse del cuore

finché nuove rose

s’aprirono vedendo la luce.

 

01.11.2013 Ciro Sorrentino



Il Giorno dei defunti.

 

Terra amara e dolce,

tempestata di sottili

aghi e semi di  pino

dal penetrante profumo.

 

In ogni dove resti di fiori

appassiti, e cocci di vetro,

ciò che resta

dei doni che noi

viventi offriamo

nel giorno della

commemorazione

a coloro che abbiamo

amato e che ancora

ci appartengono.

 

I nostri defunti oggi

indossano l’abito migliore,

vogliono ben figurare,

loro ora sanno

che l’amore

e tenue, a volte sottile,

che il tempo logora e

sbiadisce il dolore

di chi ancora vive.

 

Vogliono con sprazzi

di strano orgoglio

ben figurare,

e i loro volti impressi

su piccoli cerchi di ottone

appaiono più gaudenti,

e mostrano con malcelata

tristezza la loro

ultima dimora…forse.

 

Io vado amici ho adempiuto

al mio dovere, non abbiate

timore tornerò.

Esco col capo chino

dal luogo sacro è già i miei

afflitti occhi riprendono

a luccicare.



TU CHE UN TEMPO ERI MIA …

Ti sei spogliata ,
nel gelido letto d’ ombre ,
mi hai guardato
con quello strano sguardo 
misterioso e accattivante ,
non hai detto niente ,
ma almeno spiegami come mai
tutto a un tratto mi sorridi ,
sei cosi bella e io non posso non pensare 
come fai ad essere cosi sexy ,
come fai a essere cosi maledettamente indifferente 
ai miei sbalzi cronici.

Mi Stringi tra le tue braccia ,
accarezzandomi dolcemente , 
il profumo del tuo sudore 
si confonde con il mio mentre
posi le tue piccole mani sul mio viso 
senza pudore ti mostri nuda 
ai miei sguardi allibiti . 

So riconoscere il tuo felino
senso del piacere ,
i sospiri della carne acerba
che si infiamma al mio sguardo ,
solo un’ ora di estremo piacere
avrò dalle tue trepidante e
calorose labbra di fuoco .

Tu che un tempo non dimenticato ,
eri sola mia
ora sei solo un’ idea
che non può ritornare ,
respirare la tua pelle ora
è veleno per la mia anima ,
i tuoi baci sono amari e
amari sono i tuoi sospiri .

I tuoi occhi mi parlano ,
celati nei tuoi oscuri segreti
mi rivelano tutto quello
che vuoi nascondere al mio cuore ,
rifletti al freddo specchio
il tuo nudo corpo illibato
nascondendo nei riflessi di luce
la falsa dea della tua bellezza ingorda .

Fermati , dimmi cosa sei ,
spiegami il senso del tuo amore ,
dimmi se hai un’ anima
o se hai solo questa bellezza
che ti fa cosi sexy ,
svuota il tuo cuore e
lasciami immaginare e sognare
ancora una volta di più
il tuo amore di ieri ,
lasciami entrare
nel tuo immaginario amore ,
tu che un tempo eri mia .

Tu che ora sei solo l’ ombra
dei miei passi presenti
lasciami morire per l’ultima volta
tra le tue ingannevoli abbracci d’estasi .
tu che un giorno eri mia
ora sei solo un vago ricordo
che il tempo strappa via
dai miei occhi il tuo nudo freddo corpo …

   carmelo  ferrè…..11/10/2013

 

 

 



Vele al vento.

 

Ho rubato un vascello

alla mia fantasia,

ella non si accorgerà

di nulla,

e quando capirà

io sarò già in

alto mare.

 

Ho rubato anche

un pezzetto di mare,

azzurro e blu,

ricoperto da infiniti

riflessi d’oro.

 

I festosi e dolci delfini

sono i miei compagni di viaggio,

mi seguono e

affiancano il mio scafo,

come a voler

condividere e guidare

il mio percorso.

 

Il vento mi è favorevole,

spinge la mie piccole vele

sull’immaginaria linea

dell’orizzonte, finalmente

inizia l’incognito.

 

Forse saprò, forse no,

ma finalmente sarò

il capitano della mia vita,

ho ben saldo il timone

nelle mani,

avanti tutta,

e giunga ciò che deve,

sono in paziente attesa.



Me.

noi