DON ANTONIO …

La vecchia fattoria di don ANTONIO
distesa fra alberi e campi agricoli 
era gia sveglia alle sei del mattino ,
nella quiete di un’ alba infreddolita
di uno strano autunno pieno e fumoso
di una nebbia che scende dalle montagne ,
puntuale arriva all’ imbrunire del giorno 
e nasconde tutto ciò che si trova
nella grande e immensa vallata .

Don Antonio puntuale come sempre
è il primo che si alza  
da più di 60 anni e non aveva mai
permesso che qualcuno si alzasse primo di lui
nemmeno donna ROSA che aveva sposata
40 anni fa , lui è sempre il primo .

Seduto vicino al cammino acceso
e con una tazza di caffè bollente
guarda dalla piccola finestrella
quella strana nebbia che tutto nasconde ,
imprecò qualche parola che donna ROSA
non riuscì a decifrarla .

Burbero nel suo carattere si rivolse
a sua moglie con infinita calma
“” MARIELLA , SI E ‘GIA’ ALZATA “”
“” SI “” Rispose donna ROSA ,
“” E’ NELLA STALLA A MUNGERE LE MUCCHE “”
MARIELLA , è la sua primogenita di 4 figli .

Sposata con un ragazzotto di campagna 
a messo al mondo ben tre figli , due maschi e 
una bellissima bambina con gli occhi del cielo ,
SARA , è la prediletta di don ANTONIO ,
e quando le giornate sono piene di un caldo sole 
nell’ aia si sentono soltanto le loro liete risate .

Tutto fila liscio nella grande masseria ,
ognuno è già al suo lavoro mentre le donne
sono già al fornelli per il pranzo di mezzogiorno ,
gli uomini si danno da fare
per  ad accudire gli animali nelle stalle .

Tutto tace nel silenzio della nebbia che avanza sempre di più ,
le galline libere nel cortile adiacente alla casa
si beccano e si rincorrono in un girotondo divertente ,
dai vetri della piccola finestra la bambina incuriosita
guarda il nonno che con gesti imprecisi e scombussolati
cerca di scrollarsi dalla testa l’ umida nebbia ,
imponente e rauca la voce di donna ROSA
lo richiama alla realtà dalla sua strana danza ,
la bambina tutta divertita batte le sue piccole manine
e don ANTONIO come niente fosse successo
rientra con il suo passo incerto in cucina .

Per tutta la vita ha lavorato la terra ,
ed ora che la sua schiena si fa sentire ha lasciato
tutto il lavoro a suo genero e ai suoi figli ,
rimpianti non ne ha , anzi ringrazia DIO per ciò
che ha ricevuto dalla terra e dalla sua vita .

La campana del campanile del piccolo paesino 
risuona magicamente alle ore 12 ,
è mezzogiorno , tutta la famiglia si ritrova 
seduti attorno alla grande tavola imbandita ,
don ANTONIO ancora in piedi 
guarda con felicità tutti i membri della famiglia 
e facendo un mezzo occhiolino alla piccola SARA
si fa il segno di croce che tutti immediatamente
piegano il capo mormorando 
la preghiera del ringraziamento ,
fuori la nebbia si fa più fitta e densa ,
scende veloce sulla masseria nascondendola 
nel suo invisibile mantello bianco ……

 

carmelo  ferrè …..01/10/2013

 

 

 

 

 



L’ultimo addio.

Dimmi di che

colore è il mare oggi?

 

Non lo sai,

che strano tu sei a pochi

passi da lui,

ci sono i  gabbiani?

 

L’orizzonte appartiene

anche a me?

 Solo un pezzetto?

 

Ebbene mi basterà,

sai voglio inviare un addio,

ma come posso fare

se non ho dove scrivere?

 

Si è vero userò

le mie lacrime come inchiostro

e userò quel che resta

della mia anima

come carta.

 

Sai i gabbiani serviranno

per consegnare il mio

messaggio e

l’orizzonte sarà la loro meta,

 

mio Dio fa che giunga

presto la notte.



L’ Amico che tutti vorrebbero, Ciro Sorrentino.

 

Di codesta strana vita non compresi

ciò che fosse il bene e il male,

il predicar è il dono di tutti,

ma ancor meno lo è l’amore.

 

Ciò ebbi a intendere

quando giunse il tempo della saggezza,

per tale intendo

la somma vecchiaia.

 

Certo che a voler essere pignoli,

dico che dopotutto tal concetto

non sempre è veritiero.

 

Gli umani che ci accompagnano

in quel sentiero che

il Supremo ha destinato ad ognuno

di noi a volte confonde, e

profaniamo, senza voler, l’animo di chi

non sa celare,

e guai a svelarne i segreti.

 

Certo ciò non è  saggezza,

è la vil intrusione nel cuor altrui,

svela,

dolori e sofferenze,

che il mortal essere accumula sino a che

non può che chiamare,

ciò che non comprende,…. amore.

 

Ebbene amici miei io ho il dono di saper

chi ha il cuor d’oro,

e tengo stretto il mio

intuito perspicace,

ma a  voi posso dire chi è costui, 

Sorrentino Ciro,

gli debbo, a non  esser esagerati,

lo scopo che mi ha

indotto a creder ancora nella bontà

e a sopravvivere in tal mondo,

a volte odioso a volte bieco.

 

I poeti amici miei sono come gli scriba

di una volta rendono immortale

ciò che  i cuori esprimono, e a noi

esseri comuni non resta che leggere e pensar.

 

 



LUNA PARK .

Giorni di festa ,caroselli
di giostre colorate ,
suoni e grida ,
il luna park e’ arrivato
alla periferia della città .

Festosi giochi ,
bambini che girano
su fantastici cavalli bianchi ,
mamme che con stupore
guardano le grandi
montagne russe .

Gente che va ,
gente che viene ,
ci sono baracche
tutte colorate e chiassose ,
c’è quella del tiro a segno
dove per dieci tiri centrati
su barattoli di latta
si vince un piccolo orsacchiotto
di peluche candito e bianco .

Luci colorate adornano
baracche e scritte ,
megafoni e altoparlanti
si mischiano e si confondono
ma non danno fastidio ,
tra una baracca e un pezzo
di terra battuta un mendicante
tende la mano per elemosinare
qualche monetina di felicità.

Più in là c’è quello che vende
il zucchero filato e
ancora in fondo a cinque baracche
si trova il castello del fantasma ,
il via vai di gente
continua a girovagare
tra un divertimento e suoni di allegria .

Le luci  si sono spente
nel grande luna park ,
la festa e l’ allegria
per questa sera è finita ,
domani il luna park
aprirà di nuovo.
ora è tempo di
andare a dormire …..
carmelo  ferrè ….19/02/2011

 

 

 

 

 



L’ESSENZA E LE TINTE

Guidami a Te,

infrangi il torpore

che rabbrividisce

la fantasia,

sollevami dalla via

tanto carica

di pesanti brine,

dove marciscono

lacere le foglie cadute.

 

Avvolgimi pietosamente

di bricioli di stelle,

e conducimi

alle tue vigne,

laddove l’uccello

cerca la quiete,

e s’attarda a beccare

l’amabile chicco corvino.

 

Afferrami con esultanza

nell’acceso petto,

fa che il mistero

si scopra e sparga

grani d’eterno  

agli infiniti spazi,

per il misero cuore  

che d’elettrico azzurro

ricerca l’essenza e le tinte.

 

01.11.2013 Ciro Sorrentino



La Fuga.

In ogni dove ebbi a cercar colei

che tanto amai,

i suoi verdi occhi furono prima luce,

poi specchio di un’anima dolce e irrequieta.

 

Impavido e teso come tal può esser ciò che

il desiderio folle di un uomo,

che cerca e brama,

il suo perduto amor fra mille pertugi e

angustiosi meandri.

 

Il fruscio del mare, il raggiante sole,

le rondinelle svolazzanti in un cielo azzurro

rendono sicuro il mio cercare.

La rassicurante e melodiosa

natura è complice ed aiuta

gli amanti che si smarriscono

nei sentieri della vita.

 

Dov’è  colei che ispirò  un così

gagliardo sentimento,

annebbiando sensi e volontà

ad un inerme uomo innanzi a tal

voluttuoso essere,

svanì ogni briciolo di dignitosa compostezza,

 affranto da un

abbandono senza perché.