UNA STRANA BAMBINA .

L’ uomo guardò meravigliato e perplesso
l’ arrivo improvviso di quella strana bambina ,
preso nei suoi pensieri si era dimenticato
completamente della strana storia
che la gente diceva su quella misteriosa bambina ,
guardò con sospetto quel suo incantevole sorriso
mentre si domandò a se stesso se stava sognando
o se davvero era lucido e sveglio .
La bambina , con modi gentili si parò dinanzi a lui ,
senza paura davanti al suo cospetto
lo fisso , lo sguardo dritto nei suoi occhi
mentre un brivido freddo gli solcò su per la schiena ,
la paura si leggeva sul suo volto ,
dalla sua fronte grosse gocce di sudore 
gli bruciavano gli occhi appannati ,
ma subito si ripreso da quello piccolo sbandamento .
La sua nodosa e ruvida mano 
afferrò con delicatezza la minuscola manina
di quella misteriosa bambina ,
al contatto della sua pelle si senti raggelare ,
fredda e gelida era la bambina ,
cinica e indifferente la bambina trasmise 
all’ uomo tutta la sua cruda verità .
l’ uomo guardò con tremore e orrore 
il vero aspetto di quella strana bambina ,
e subito si ricordò di quello che la gente diceva ,
non voleva crederci , si strofino gli occhi ,
si diede un pizzicotto , niente , non stava sognando ,
e allora l ‘uomo si rivolse alla bambina e chiese 
“” PERCHE’ ? SI’ , LO SO CHE DOVEVA PRIMA
O DOPO VENIRE QUESTO MOMENTO , 
MA FORSE NON SAI CHE IO NON ERO ANCORA 
PREPARATO A QUESTO NOSTRO INCONTRO “”
La bambina senza guardare l’ uomo bisbiglio poche parole 
“” IO NON AVVISO MAI IL MIO ARRIVO ,
SONO COME IL VENTO CHE SILENZIOSO 
ALL’ IMPROVVISO SI INFURIA ,
IO SONO IL NULLA CHE NON SI VEDE ,
E QUANDO QUALCUNO MI VEDE 
VUOLE SOLO DIRE CHE E’ ARRIVATO LA SUA ORA ,
TU MI HAI VISTO SOLO PERCHE’ SEMPLICEMENTE
E’ IL TUO MOMENTO DI VENIRE CON ME “” 
E cosi’ dicendo abbraccia l’ uomo nel suo gelido respiro di morte ….  
carmelo  ferrè…..08/10/2013

 

 



SOLA.

Oggi , sola con la tua eterna solitudine ,
ti hanno lasciata senza un valido motivo ,
tutti ti sfuggono come un cane randagio ,
ti ritrovi a pensare al passato ,
sola in questa casa vuota
che ti sembra un grande capannone
senza porte e ne finestre .
L a solitudine ti soffoca
e una grande voglia di farla finita
si impossessa della tua fragile anima ,
molte volte ci hai provato con il pensiero ,
ma hai sempre vissuto oltre la malinconia .
Il buio che è dinanzi a te si apre
come una porta senza uscita
e ti rendi conto che sei sola ,
sola con la tua solitudine
che ti fa compagnia e ti consola ,
pensi che anche DIO non ti vuole
e sgrani un rosario senza croce ,
guardi tristemente una foto
con colori sbiaditi dal tempo e
la solitudine più forte ti abbraccia
nel suo invisibile dialogo di lacrime .
carmelo  ferrè……23/09/2013



TUTTO E NIENTE

Tu sei tutto per me.                                               

Tutto.                                                                      
                                                                              
Potrei paragonarti al sole                                      
oppure ad un uragano
o alla più violenta delle battaglie                          
o al respiro della foresta più grande.                    
                                                                               
Tu sei tutto per me.                                                
Tutto.
 
Sei la mia voglia di alzarmi al mattino                  
e la mia fame di carezze e di baci                          
e la mia sete di risate senza pensieri                      
e di pensieri senza risate                                         
                                                                                                                                                            
Tu sei tutto per me.
Tut-to.                                                                      
                                                                                                                                                    
Almeno fino a quando                                             
non deciderò di lasciarti.
                                                             
Allora tu non sarai più niente per me.
Nien-te.    


ILLUSIONI

Perché mi hai lasciat0?
Avrei potuto farti felice
se solo me lo avessi permesso…
 
Sarei riuscito ad ingannarti
come tu mi chiedevi
dicendoti ciò che volevi sentire
e tacendo sul resto.
 
Ti avrei dato la mia bocca da baciare
e labbra sigillate su ogni giudizio.
Ti avrei regalato il piacere
di essere invidiato dalle amiche
e l’eccitante dubbio
di non essere l’unica per me…
 
Ti avrei dato l’illusione
di averti comprato
stupendoti dei miei regali
e  promettendone degli altri…
 
Ti avrei lasciato sola
con la meravigliosa convinzione
di essere in due
e avrei riempito le tue giornate
di mille parole d’amore
svuotandole d’ogni increscioso resto.
 
Stupida! Stupida! Stupida!
Perché mi hai lasciato?
Avrei potuto farti felice
se solo non mi avessi capito…
 


CIRO SORRENTINO – ISTANZE ERMENEUTICHE E MOTIVI POETICI –

Il tema dell’amore (inteso come sommo bene) sottende la poesia di Sorrentino e costituisce occasione e motivo per spingere il poeta ad avviare e approfondire i termini di una ricerca ermeneutica che centra l’attenzione sulla complessità del discorso affettivo, nonché sulla difficoltà di verificarne e saggiarne le spinte emotive e razionali.

 

L’autore sembra voler sperimentare modi e tempi per indagare e scoprire quali possibilità e opportunità siano nella natura del soggetto che interloquisce con l’altro, nel momento stesso che manifesta e rappresenta sentimenti e pensieri.

 

Questo itinerario poetico si sviluppa all’interno di una complessa riflessione che si fonda sugli esclusivi registri (non importa se espliciti o criptici, perché sempre permeati di una tensione che ne sublima la sostanza conoscitiva e morale) dell’amara coscienza di uno scontro con una realtà opposta alle motivazioni e alle ragioni dell’essere.

 

Questa consapevolezza lo porta ad interrogare se stesso, prima ancora di spostare l’interesse su una crisi conoscitiva che, di fatto, impedisce la comunicazione e il riscontro emotivo, rivelando, per questo, l’impossibilità di individuare una risposta e una soluzione positivamente intellegibile delle dissonanze che isolano e alienano l’essere sul piano degli affetti.

 

In riferimento a questo estremo pessimismo, il poeta muove alla continua identificazione di un mondo “altro”, di un altrove, quello che per lui si identifica con la realtà di Fantàsia, il mondo delle possibilità e delle realtà perdute.

 

Nonostante sprazzi di luminose visioni, è come se il canto di Sorrentino rappresentasse una caduta in un baratro dal quale non si può risalire, come se l’essere si aggirasse in un labirinto oscuro, in una vastità ermetica e misteriosa di una dimensione che mai offrirà terreno fertile, perché possano crescere i semi abbandonati e nascosti nell’intimo dell’essere.

 

Possiamo dire che se all’inizio la riflessione sull’amore è decisamente incentrata sull’aspetto individualistico ed intimistico nel prosieguo del suo sviluppo artistico acquisisce aspetti e motivi, una forma epica ed universale, come per individuare un’energia sovrumana e oscura che sembra governare ed indirizzare fatti ed eventi, secondo leggi sconosciute e irrevocabili.

 

All’inizio la sua produzione poetica mostra l’intenzione di significare meditazioni solitarie non ancora simbolo di un’umanità tormentata da dubbi e perplessità sull’amore e sulla sua stessa natura. In questa parte della sua produzione i toni espressivi accentuano l’intenzione e la realizzazione di una unitarietà di forme e di stile che si carica di un lirismo a volte elegiaco, come è evidente nelle sfumature che circoscrivono l’amore in una “distanza” che si manifesta come nostalgia, assenza, quasi rimpianto per l’insolvibilità a coglierne la perfezione intrinseca.

 

Nella fase successiva, il ritmo composto e duro, comunque sempre raffinato, cerca e trova un lessico e una sintassi che, nel crescendo delle metafore, scopre un Sorrentino interessato a rilevare assonanze tra il suo mondo interiore e il mondo emotivo degli altri, il che rende universale sentimenti e motivazioni espresse.

 

Possiamo concludere questo primo discorso, dicendo che nel suo “mestiere di poeta”, Sorrentino intende la poesia come forma d’arte che cerca un confronto – scontro con la definizione e la sostanza d’amore, per cantarne le contraddizioni e gli ossimori, le “distanze”, le atmosfere che ne fanno una realtà complessa, un mistero senza luce né divinazione che renda possibile una seppure confortevole e rasserenante spiegazione.

28/10/2013 Dipartimento di Lettere e Filosofia, prof. ATTILIO BELTRAMI



Il sogno e l’incubo.

 

Amici cari sogno di

esser solo e afflitto,

ma non certo vedovo.

 

Grande fu codesto

privilegio di esser

compagno

di una che c’è,

ma non c’è,

di attimi silenti e gai,

si perché certe donne,

fatue e voraci,

lascian cuocere l’anima

per poi cibarsi

del loro contenuto,

sentimento e amore.

 

A volte l’acqua

spegne la sete,

ma ciò non vuol

dire che essa non

torni più vogliosa,

la fame inconsapevole

e prepotente  esige

il suo pasto,

che fare dunque

se l’animo mio è

spoglio e non sfama?

 

E se il mio cuore

non disseta?

Dovrò dunque

soccombere?

 

Non sono cibo,

non sono acqua,

che sono dunque?

Si forse aria e nulla,

ma tal sortilegio,

ne sono certo, altri

non è che un sogno

mascherato da incubo.