ottobre 22, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Languida e dolce donna,
complice peccaminosa di un amore
innocuo,
fosti la sola a soffrire e pagare.
Furibondo fu il castigo
per ciò che non doveva essere,
tal amor fu come
un fantoccio per chi
non comprese,
se pur fosse nel giusto.
Noi erigemmo un altare
ad un impossibile idillio,
fatto di nulla o poco,
di sole dolci parole,
e innocenti sprazzi di gioia.
Ora solo un vuoto silenzioso,
è forse un presagio
dell’immane perdita?
Dovrò dunque rassegnarmi?
Seppur cosi avverrà,
come dirlo ai nostri cuori,
loro a volte son prepotenti,
non accettano rese e sconfitte.
Tornerò.
ottobre 22, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Rincorro strani pensieri e
strani visioni, forse folli, forse no.
La mia città è come se fosse più piccola,
le strade son più strette e tortuose,
i palazzi una volta altissimi,
ora son bassi e scarni di imposte,
i balconi con grandi vasi di creta
tempestati di fiorenti gerani
colorati di rosso son svaniti,
come per uno strano sortilegio,
tutto ciò è mutato o non riconosco più.
Le auto sfreccianti, le corse dei bimbi
con le loro grandi cartelle zeppe di libri,
le concitate discussioni
fra uomini imperiosi e arroganti,
saggi custodi di rimedi per
sventare l’avvento di una
imminente austerità,
o tattiche miracolose per
far vincere prestigiosi trofei alle loro
squadre del cuore.
Ambulanti che con urla appassionanti
propongono la loro merce,
e di tanto in tanto strofinano il braccio
sul freddo naso gocciolante.
Uomini resi obliqui dal peso delle
loro importanti borse
colme di non so cosa,si affrettano a
giungere a destinazione.
Dov’è dunque tutto ciò che ho visto
per anni? Tutto svanito o si è nascosto?
pare uno strano incubo.
Odo solo i miei silenzi,
son diventato cieco e sordo,
e non conosco più i posti della
mia infanzia, non mi accorgo di chi
pare conoscermi e vuole stringere
la mia mano,solo volti sconosciuti,
mi intimidiscono con la loro veemenza,
tutto è diverso e incomprensibile
dove sono dunque?
IL vuoto che opprime la mia mente rende
difficile il mio ritorno a casa,
devo farcela, non posso perdermi,
devo..devo riuscirci,i miei cari mi aspettano
e saranno preoccupati, tornerò.
ottobre 21, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Cercai un’anima,
in un terso giorno di sole
i cui smaglianti riverberi
si riflettevano copiosi
in un placido lago dorato,
testimone silenzioso
di amori iniziati e finiti,
di lacrime e sogni infranti.
Che la vita sia,
che la morte giunga,
colui che pronuncia tal pensieri
e anch’esso un’ombra,
galleggiante in un universo
di anime smarrite e non più
bramose di futili pretese.
Che giunga ciò che temiamo,
ciò che intimorisce,
ciò che è inconfutabile,
ma reso imponderabile
dalla negligenza
degli esseri senza cuore,
che giunga colei che non
distingue e rende uguali,
carnefici e vittime.
Trasformi pure le
nostre anime
in piccole luci erranti
in un mondo fatto di
eterno oblio e
dall’impossibile ritorno.
Cosi dovrà essere
così sarà.
ottobre 20, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Il lungo viale lastricato
di vecchi ciottoli,
e di tanto in tanto
qualcuno non v’era,
forse il tempo,
forse divelto da
qualche zoccolo maldestro.
I suoi lati son adornati
da alti e larghi alberi
dalle grandi foglie,
oasi di riposo di
innumerevoli uccelli
che senza alcun decoro
ricoprono il manto
stradale di resti di pasti
appena consumati.
Di tanto in tanto
qualche enorme carrozza
attraversa tale via,
con a bordo i suoi
superbi passeggeri,
con il capo ricoperto
da pomposi cappelli a cilindri,
il bastone dal pomo d’argento
stretto da entrambi le mani,
come a reggersi dopo
un’estenuante passeggiata.
Le loro donne han
chiassosi copricapo,
arricchiti da fitti
cespugli di fiori colorati
e assemblati da mani
sapienti ed esperte,
lo sfavillante luccichio
di ingombranti e preziosi gioielli
avvolgono i loro alti colli,
e con noncurante esternazione
di vanitosa arroganza
sporgono di tanto in tanto
la testa fuori dai balconi
delle loro ricche carrozze,
per far si che tutti vedano
i loro privilegi.
Persino i bianchi cavalli
con i loro variopinti pennacchi
mostrano con malcelata
alterigia il loro tracotante e
baldanzoso ondeggiare
seguendo il ritmo pomposo
della grande carrozza.
Tale vettura è condotta
da strani personaggi,
tesi e compatti,
come malinconici manichini,
e rassegnati al loro ruolo
di comparsa, restano
indifferenti e irriverenti,
verso colui che attraversa
il loro percorso con fare
claudicante e lento, non
rallentano i briosi puledri
gli sciagurati vetturini,
ei loro biechi sguardi restano
gaudenti come vecchie
donne mercenarie.
Finalmente son giunti a
destinazione, già si intravvede
la cima del grande castello,
esso è circondata da giardini
fiabeschi, ricchi di colori,
piante sconosciute e rigogliose,
fontane la cui acqua sgorga da
bocche di enormi e prestigiose
statue di marmo.
Schiere di servi aspettano l’arrivo
dei loro padroni allineati in una
immensa aia, come soldati
in attesa dell’uomo importante,
tesi e rigidi come acciughe
salate e sazi della loro
compassionevole devozione.
Il grande parco, la grande casa,
il nugolo di servi, i gioielli
altri non è che il frutto degli
inconsapevoli, cioè di coloro
che con rassegnata drammaticità
arricchiscono coloro che non
sanno di non essere Dei, un giorno
le ombre diverranno luce e forse
tutti insieme godremo di tutto ciò
che il Signore ha donato agli
uomini tutti, equità e giustizia.
ottobre 19, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 3 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Che dir si voglia
sento che tu non sei,
par che tal pensiero
angosciante sia,
veritiero e nudo,
ciò che persi,
ripreso e
ancor perso,
è ciò che resta
di qualcosa di grande,
ti amo e nulla
si può contro
l’ingrato destino.
Non affliggerti,
quando sei triste,
pensa al mare,
al suo dondolio,
ai gabbiani,
scruta l’orizzonte,
lì sorge il sole,
li risorgerai,
spesso chi piange
non versa lacrime,
chi è triste sorride,
non chinare mai il capo,
ne gli occhi…
guarda sempre innanzi,
osserva l’orizzonte,
tornerai, tornerò
ottobre 19, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 3 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Che splendore tal notte,
che nel giungere arreca folletti
e maghi dai lunghi
e appuntiti cappelli,
colorati di rosso e giallo
nei sogni dei piccoli marinai.
Le fatine col sorriso
di chi è dolce è felice
saettano lasciando scie di
stelle d’oro e coriandoli d’argento
e giocano nel rincorrere
le cadenti stelle
dalle code bianche e lucenti.
I bimbi dormienti sorridono,
giocano in giardini incantati
dai mille fiori dai colori vivaci,
e gli alberi possenti, ricchi
di frutti e gemme fanno
loro da complici assecondando
il loro gioco del nascondersi.
Fuori il brusio del mare
verde smeraldo,
avvicina lentamente
le lontane vele,
che nelle notti buie e silenziose
depongono e issano grandi reti,
e le membra stanche e
sofferenti dei pescatori
dal volto usurato da fatica e
salsedine dirigono felici
la prua verso casa.
Sui freddi scogli l’attesa ansiosa
delle loro donne,
avvolte in semplici scialli
osservano ansiose le lontani luci,
che seppur lentamente si avvicinano,
e i loro semplici occhi,
senza cerchi colorati di nero
e strani unguenti,
si arrossano di semplici lacrime di gioia,
e i loro eroi, forse anche questa volta
saranno seduti sul letto dei loro
piccoli lupi di mare ad
aspettare il loro risveglio.