ottobre 18, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Una tal signora amica di amici,
di cui mai seppi il suo vero nome,
mi voleva ammogliare, riteneva ella,
che per me fosse giunto il momento
di non esser più solo.
Per quanto perplesso accettai di incontrare
la mia promessa sposa. l’innominata,
si tale credevo che fosse,visto la mia difficoltà
a saperne nome e provenienza.
Ebbene la ruffiana da me convinta
si sbottonò e fra mille e poi mille promesse
riuscì a strappargli il fatidico nome,
era una certa Serena Evacuo.
Il nome non prometteva nulla di buono,
già mi parea poco probabile che io
potessi impalmare tal donna,
se non altro per il suo poco edificante appellativo,
ma si, dissi fra me,
a volte le apparenze sono ingannevoli,
e ahimè decisi che l’incontro si potea fare,quindi si stabili
il luogo,il giorno, l’ora.
Giunse il fatidico giorno era una radiosa mattina
di primavera, ero felice, finalmente la mia vita
di li a poco sarebbe cambiata.
Tirai giù dal guardaroba il mio abito migliore,
uno spigato di altri tempi,
profumato anche se avea un odore,
non so come dir…
si forse ci sono, di formaggio,
ma cari amici miei di quello buono,
fatto in casa. Volli agghindarmi con cura,
ero confuso e smanioso di conoscere colei che avrei amato.
Mi avviai all’appuntamento con schiettezza e
tenera apprensione,
Dio mio fa che abbia gli occhi azzurri,
fa che sia donna di casa, forte per i suoi lavori e
decisa con i nostri figli che il buon Dio vorrà inviarci.
Giunto sul posto vidi che già erano in attesa,
lei si voltò,
e amici miei da quel momento non ricordo più nulla,
persi i senni e mi risvegliai urlando in una casa di cura.
Non posso ricordare cosa fosse successo,
o cosa vidi quel giorno nell’aspetto
della mia promessa sposa,
fatto è che da allora non mi ripresi più,
credo di non aver mai visto nulla di più orribile,
ma sono sulla via
della guarigione e vi prometto
che quando saprò di preciso
cosa vidi quell’infausto giorno ve ne informerò e
con dovizia di particolari.
ottobre 18, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Và notte silenziosa,
sfuma via,
lascia le tue ombre,fa che gli insonni
trovino giovamento con
l’ albeggio del nuovo giorno.
Campane una volta rumorose
adesso mute,
scodellano comunque
con i loro silenziosi ticchettii
l‘arrivo della nuova alba,
e i dormienti
fra burberi brontolii
si apprestano a godere
del nuovo dono del Signore,
e con esso nuove gioie e
nuovi dolori.
Il nostro risveglio
è accompagnato da mille rumori,
pianti di bimbi
che reclamano cibo e attenzioni,
ciotole e bicchieri
che si infrangono,
urla di chi prosegue il riposo e
cerca l’impossibile silenzio,
e in lontananza si odono
auto sfreccianti e
rumorose che fuggono
in cerca del tempo perso.
Poi improvvisi, come a mitigare
quel pulsare frenetico di vita
si odono le stridenti radio
suonare e cantare
antiche
canzoni che ricordano quel
che hai già vissuto,
in epoche lontane,
quando la gioventù non era ancora
persa.
Essa non ha donato
l’ingannevole e
agognata felicità
che fu promessa
ai nostri giovani cuori.
il ripetere all’infinito i nostri gesti,
la nostra quotidianità,
rende placida e monotona
la nostra vita,
anche se
un vago sentore
di nuovi inebrianti
momenti di felicità, di gioia,
cambieranno il nostro destino,
non scordarti di me..vita mia,
tornerò.
ottobre 17, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Vecchio Bukowski
non farò più lo scrittore,
volevo narrare qualcosa,
far conoscere alcuni miei problemi,
come i vicini di casa.
Dai ti racconto solo qualcosa.
Sai loro hanno quel coso che
hanno i medici, lo stetoscopio,
per sentire cosa hai dentro
il corpo malandato
e zeppo di Vodka,
ma loro lo appoggiano al
muro che confina con il mio e lo
usano per sentire i bisticci che mia
moglie fa con me.
Certo che essere uno scrittore
ti concede il vantaggio
di dire quello che vuoi senza
che la polizia intervenga,
al massimo ti censurano,
e si che ne avrei di cose
da raccontare.
Ad esempio quel vecchio magro,
balbuziente, appiccicoso.
che abita al secondo piano,
quando ci incontriamo nelle scale,
prova a dirmi qualcosa,
ma io rido, diavolo che posso
farci se per dire
buongiorno perdo almeno
venti minuti di vita,
e lui che fa Vecchio Bukowski?
Tu forse non ci crederai,
con la scusa di fare l’esame dell’urina,
( praticamente tutti i giorni ),
fa il prelievo e lo svuota nella mia
cassetta della posta, maledetto, maledetto.
Che dire di quella che abita
all’ultimo piano, Adalgisa,
sono il suo confidente particolare,
mi racconta del marito
che fra la prima e
la seconda si addormenta
all’inizio della prima,
ma io che posso farci?
Se non avesse il petto strano,
una tetta a destra e
l’altra ancora non so, forse….
se invece di tre denti ne avesse
almeno cinque…forse potrei io,
dai amico non esagero,
ha la bocca come lo stura lavandino,
e potrebbe restare incollata alla mia,
e poi che faccio?
che racconto a mia moglie?
Bene devo andare c’è il postino,
dicono sempre che suona due volte,
macché, non bussa neanche una
e mi lascia il biglietto per andare poi
in centrale per ritirarla e perdo un giorno.
Ciao vecchio beviamoci su e
non esagerare col bere, con le
donne si.
ottobre 17, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Chi è dunque il poeta?
Secondo me
è colui che cerca di
descrivere cose che
ci sono, ma non si
vedono, insomma
sono come gli angeli,
esistono, Dio volendo,
ma sono invisibili.
Il poeta è una persona
triste, ma diventa allegra
quando riesce a scrivere
qualcosa che gli altri
capiscono, loro vorrebbero
lasciare alla storia i loro
pensieri, le loro visioni,
le loro follie, il loro modo
di vivere e come descrivono
le quattro stagioni.
A me, poeta mancato,
ad esempio le stagioni
sono tutte discutibili.
L’inverno fa venire
i reumatismi, ho sempre
freddo ed uso mille rimedi
per sopravvivere al freddo.
I miei piedi sono sempre
ghiacciati ed indosso quattro paia
di calze della nonna, buonanima,
acqua, neve, vento, no,
decisamente l’inverno è duro.
La primavera è già più
accettabile, le rondini,
i fiori…insomma il
risveglio della natura
con i suoi mille colori.
Ma santo Iddio che centra
l’allergia? Il sudore perfido
che si annida sotto gli abiti
mentre il fresco si ripercuote
lungo la schiena, quindi altri
rimedi,altre cure per i
raffreddori di stagione.
Finalmente l’estate, il mare,
le spiagge con i coloratissimi
ombrelloni, le serate trascorse
fuori dai bar e sui loro dondoli,
a ingurgitare freschi intrugli
con gli amici accompagnati
da lunghe e scontate chiacchiere.
Ma che c’entrano
le zanzare, le mosche,i moscerini,
e quei fiumi di sudore inarrestabili che
ti investono come piogge acidule
copiose e snervanti.
Ecco l’autunno,
forse è il periodo
più bello dell’anno,
i figli tornano a
scuola ( meno male)
poi non fa ne freddo ne caldo,
ma la cosa più
bella è che si vendemmia,
amici, vino, vino, vino,
con esso potremo
finalmente dimenticare
i disagi delle altre stagioni.
ottobre 17, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Avete mai provato
a svegliarvi di notte,
guardarvi intorno
e riuscire a vedere
anche nel buio?
Però quello che vedete
non è li con voi,
è lontano, che rabbia.
Poi la sveglia squilla,
un trillo tedioso,
continuo, incessante,
la prendo con forza
e la scaravento dalla finestra,
che folle,
forse ho ucciso qualcuno.
Mi stendo nuovamente
su quel letto
che ha visto certo giorni migliori,
ma è ancora comodo
anche perché quando ci salgo
sono sempre ubriaco,
Dio Bukowski, sei una spugna e
io ti seguo a ruota.
Ma ho fame,due uova sono rimaste,
le strapazzo o aspetto che escono
i figli illegittimi della gallina?
Meglio le uova al tegamino,
non ho tempo, la padrona di casa
se arriva le porta via
come acconto della pigione.
Oggi ho molto da fare,
devo essere in forma,
devo acquistare la Vodka,
la birra, e i sigari,
dio che giornata,
poi al lavoro, ho promesso
a quel santuomo del giornalaio
di fargli l’inventario,
poi scriverò qualcosa,
qualche poesia, però dopo
i miei generosi pasti.
Poi arriva Adalgisa,
la mia fidanzata,
con il suo rossetto bordò
da odalisca e
lacerante come il fuoco,
e come al solito invece
del profumo ha messo
il dopobarba del marito,
meglio, mi è sempre piaciuto
essere in tre nei momenti di intimità.
Bene sento suonare,
vi lascio sarà lei, intanto
apro la porta,
cacchio che dolore mi hanno
riportato la sveglia, Dio se fa male l‘occhio,
che pessima mira, bene domani almeno
mi alzerò in orario,
ciao amici buona Vodka a tutti.
ottobre 16, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore
Dicono che l’amore non ha età,
ebbene io non ho età,
ci sono cose nella vita
che finiscono prima di iniziare,
posso amare,odiare,
morire,vivere,scoprire,
cosa importa, siamo tutti
come siamo, il tempo non ha età
e l’amore è una parola difficile,
comprende emozioni, gioia, lacrime,
e si manifesta sempre e comunque
con chiunque e quando vuole,
al di la del nostro volere.
Si ama un fratello, un amico,
una donna, un oggetto, un cane,
tutto quello che suscita
quella strana euforia che ti prende
il cuore e spesso non te ne accorgi.
Un attimo, un solo attimo di
questa magnifica emozione vale
la pena di essere vissuta e forse io
mi sono appropriato di qualcosa
che non mi appartiene,
rasentando forse il ridicolo,
ma provo serenità e paura,
spero di finire la mia vita nel modo
che ho sempre desiderato,
un volto sorridente e consapevole.
Io sono un dei tanti eroi che
sono sopravvissuti alla vita,
alle sue difficoltà, al continuo
fratricida conflitto con la propria
coscienza, sono comunque
consapevole che il mio tempo
è esiguo. Vi voglio bene.