VIVIMI SEMPRE

VIVIMI SEMPRE…

 

Anche se non ci sei…,

 

amami

nelle tue assenze

e fa che i tuoi pensieri

giungano a me.

 

Anche se non so dove sei…,

 

sentimi

come una lieve brezza

che ti avvolge

sfiorandoti lentamente…

 

Anche se non so con chi sei…,

 

sogna

le mie stille d’amore

che ti dissetano

come gocce di rugiada.

 

Anche se lo so come sei…,

 

vivimi

portando nel respiro

l’instante eterno

e l’essenza del nostro noi.

 

 Ana Valdeger 05/10/2013

 



Il cuore attende

amore                                                                                                           Muta è l’attesa

il silenzio stordisce

coinvolge il mare

latente pensiero

La mente tra urla delle onde

si distende

Attende il cuore pace

che l’uomo non sa dare.

 

Maria Rosa Cugudda



Il ritorno del silenzio.

Tornare nei momenti dell’infanzia,

rivivere momenti malinconici e raramente

gioiosi,le mie non volute scorribande

nei meandri dell’inquietudine hanno

riportato il mio essere ad antichi dolori

ed antichi rimedi.

 

Signore io non sempre ho sbagliato,

ho raccolto quello che potevo,

ho accettato senza ritegno

il conforto di tutti,

ma non con cattiva fede,

tu ora Signore mi devi un compenso,

ti chiedo di offuscare

la mia mente,

togli dal mio cuore coloro che hanno

avuto il solo torto di aiutare uno sconfitto.

 

L’asprezza non ha misure o colori,

ma solo sapore,

non serbo rancore a

chi ha oltraggiato il mio decoro,

ma rabbia e stupore mi suscita la tua

defezione, eppur tanto pregai,

 

più volte ho congiunto le mie mani

per implorarti e quel silenzio che mi circondava

era talmente assordante

che mi pareva sentire

lo scorrere delle mie lacrime,

e il sentore di pace

mi incuteva speranza e fame di vita.

 

Non aiutare me,

aiuta colui che  merita e i suoi pregi,

certo tu sei il Supremo, ma tollera la mia tracotanza,

essa è dovuta ad un ripiego della mia voglia di essere,

tornerò ai miei rimedi e

ben venga il ritorno del silenzio.

A voi che mi leggete non siate severi,

se sono sempre malinconico,

non privatemi dell’unico mio sostegno.



SFUGGENTE PENSIERO

 

È veramente arduo

muoversi nelle tenebre

quando il tuo brillio

svanisce al mio sguardo.

 

Adagio ti distacchi

come una fiamma

che si spegne

alla sfuggente brezza.

 

Ebbene per un istante

vacillo nel capriccio

del deserto crepuscolo

che attorciglia le mie idee.

 

E finché il mio pensiero

non si dispone

ai tenui riverberi

inseguo le tue orme.

 

Sebbene cerchi

una luce d’amore

nessuna stella brilla

per mostrarmi il cammino.

 

Ana Valdeger 01/10/2013



La Santa Messa

 

La comprensione, parola strana

ma incoraggiante,

 andare in chiesa e perpetrare

la generosità donando al

povero innanzi all’ingresso

una piccola e misera monetina.

 

La  Santa Messa ha inizio,

uso il mio bianco fazzoletto

per evitare che le candide

brache non vengano usurate

dall’umile  gesto di devozione

nell’inginocchiarmi.

 

Mi alzo ,mi siedo, prego,

poi un ometto dai candidi capelli

e col  fare mistico mi porge

uno strano contenitore,

vuole anche lui un obolo,

ma seppur sconsolato

gli faccio cenno di no, mi spiace.

 

Intanto la mia frivola mano controlla

 il nodo della cravatta per accertarsi

della sua efficiente compostezza,

 

la signora al mio fianco

con gli occhi rivolti verso l’alto,

osserva la pia statua di un immobile santo,

 

 poi con smodata ansia

controlla il lucido capello e

fa scorrere la ricca collana

 fra le dita assicurandosi che gli anelli

che la compongono siano ben visibili.

 

Poi  finalmente il Padre Nostro e

le nostre mani si allargano

in segno di devozione,

l’anello con la pietra verde

infilato al mio anulare

mi dona un fascino particolare,

spero che tutti lo vedano.

 

 Che bello lo scambio di pace,

peccato che le mani dei fedeli siano

cosi dense di sudore, pazienza,

 

Cara la mia domenica,

la sua mattina è dedicata al Signore e

dopo la Santa Messa

sento di essere più buono e

nel lasciare  il luogo Santo rivedo

il bisognoso, e forse ho il rimpianto

di quella monetina  che ho a lui donato,

 

ormai è fatta vado a casa,

 ma prima devo ricordarmi di ritirare

i miei soliti dolci ,

da consumare come sempre

dopo il lauto pranzo,  

nel giorno dedicato al Signore.



L’Incubo

 

La rossa luce mi sorprende,

mi segue, mi inonda,

eppure sono ombra,

che mistero è dunque questo?

La mia trasparenza è forse dovuta

a qualche magico e strano anatema?

 

Le palpebre sfregano

veloci le mie pupille,

e le mie mani assecondano

tale movimento prima con dolcezza,

poi con forsennata agitazione,

il mio corpo è silenziosamente fluido,

evanescente, sono parte ormai

di chi non è più?

Tocco quasi lacerando

la mia fredda pelle, il dolore c’è,

ma non mi tormenta.

 

Ho capito,

certo sono in un sogno,

ma non è il mio,

dove sono dunque?

Un volto all’improvviso,

ma è il tuo amore mio,

Dio che soavi e inebrianti fremiti

mi scuotono, ti corro incontro

ma tu sembri non vedermi,

con chi sei?

 

No, non è possibile,

i palpiti del mio

cuore sono assordanti,

lacrime fredde

come lame di ghiaccio

rigano il mio viso,

 il suo pallore rende delirante

le sue forme come una

fosca ombra che si proietta su

un inesistente muro,

e come il gioco

delle ombre cinesi,

mi trasformo e rendo

fugace il mio goffo essere,

fuggente e torvo.

 

La moltitudine di dolci carezze e

travolgenti passioni,

ora altro non sono che inutile zavorra,

e i tuoi gemiti di felicità, ora

sono grida di dolore e rabbia

poiché ora

non sono più io l’anima del tuo piacere.