La Santa Messa

 

La comprensione, parola strana

ma incoraggiante,

 andare in chiesa e perpetrare

la generosità donando al

povero innanzi all’ingresso

una piccola e misera monetina.

 

La  Santa Messa ha inizio,

uso il mio bianco fazzoletto

per evitare che le candide

brache non vengano usurate

dall’umile  gesto di devozione

nell’inginocchiarmi.

 

Mi alzo ,mi siedo, prego,

poi un ometto dai candidi capelli

e col  fare mistico mi porge

uno strano contenitore,

vuole anche lui un obolo,

ma seppur sconsolato

gli faccio cenno di no, mi spiace.

 

Intanto la mia frivola mano controlla

 il nodo della cravatta per accertarsi

della sua efficiente compostezza,

 

la signora al mio fianco

con gli occhi rivolti verso l’alto,

osserva la pia statua di un immobile santo,

 

 poi con smodata ansia

controlla il lucido capello e

fa scorrere la ricca collana

 fra le dita assicurandosi che gli anelli

che la compongono siano ben visibili.

 

Poi  finalmente il Padre Nostro e

le nostre mani si allargano

in segno di devozione,

l’anello con la pietra verde

infilato al mio anulare

mi dona un fascino particolare,

spero che tutti lo vedano.

 

 Che bello lo scambio di pace,

peccato che le mani dei fedeli siano

cosi dense di sudore, pazienza,

 

Cara la mia domenica,

la sua mattina è dedicata al Signore e

dopo la Santa Messa

sento di essere più buono e

nel lasciare  il luogo Santo rivedo

il bisognoso, e forse ho il rimpianto

di quella monetina  che ho a lui donato,

 

ormai è fatta vado a casa,

 ma prima devo ricordarmi di ritirare

i miei soliti dolci ,

da consumare come sempre

dopo il lauto pranzo,  

nel giorno dedicato al Signore.

This entry was posted on martedì, ottobre 1st, 2013 at 21:30 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

2 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    Ogni parola è immagine fotografica di quel rito che, purtroppo ha perso la sua religiosità in nome di un’ostentata apparenza e sfoggio di opulenza.
    Condivido questa analisi autentica di una condizione morale che ha incrinato il piano della fede, spostando l’asse mistico e miracolistico, tanto che il vero miracolo non lo si ottiene dal riporre le proprie speranze nella spiritualità e nel desiderio d’amore che ci offre il Cristo, ma in quel mostruoso “deus ex macchina” che è rappresentato dallo sfarzo e dal denaro. vero metro e distinguo di ceti e caste che nulla hanno a che vedere con l’idea e l’essenza del sacro.
    Con affetto e stima,
    Ciro Sorrentino

    ... on July ottobre 1st, 2013
  2. Ana Valdeger Scrive:

    Sono completamente d’accordo con Ciro,
    Bravo!
    Con affetto,
    Ana Valdeger

    ... on July ottobre 2nd, 2013

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