La Santa Messa
La comprensione, parola strana
ma incoraggiante,
andare in chiesa e perpetrare
la generosità donando al
povero innanzi all’ingresso
una piccola e misera monetina.
La Santa Messa ha inizio,
uso il mio bianco fazzoletto
per evitare che le candide
brache non vengano usurate
dall’umile gesto di devozione
nell’inginocchiarmi.
Mi alzo ,mi siedo, prego,
poi un ometto dai candidi capelli
e col fare mistico mi porge
uno strano contenitore,
vuole anche lui un obolo,
ma seppur sconsolato
gli faccio cenno di no, mi spiace.
Intanto la mia frivola mano controlla
il nodo della cravatta per accertarsi
della sua efficiente compostezza,
la signora al mio fianco
con gli occhi rivolti verso l’alto,
osserva la pia statua di un immobile santo,
poi con smodata ansia
controlla il lucido capello e
fa scorrere la ricca collana
fra le dita assicurandosi che gli anelli
che la compongono siano ben visibili.
Poi finalmente il Padre Nostro e
le nostre mani si allargano
in segno di devozione,
l’anello con la pietra verde
infilato al mio anulare
mi dona un fascino particolare,
spero che tutti lo vedano.
Che bello lo scambio di pace,
peccato che le mani dei fedeli siano
cosi dense di sudore, pazienza,
Cara la mia domenica,
la sua mattina è dedicata al Signore e
dopo la Santa Messa
sento di essere più buono e
nel lasciare il luogo Santo rivedo
il bisognoso, e forse ho il rimpianto
di quella monetina che ho a lui donato,
ormai è fatta vado a casa,
ma prima devo ricordarmi di ritirare
i miei soliti dolci ,
da consumare come sempre
dopo il lauto pranzo,
nel giorno dedicato al Signore.
Ciro Sorrentino Scrive:
Ogni parola è immagine fotografica di quel rito che, purtroppo ha perso la sua religiosità in nome di un’ostentata apparenza e sfoggio di opulenza.
Condivido questa analisi autentica di una condizione morale che ha incrinato il piano della fede, spostando l’asse mistico e miracolistico, tanto che il vero miracolo non lo si ottiene dal riporre le proprie speranze nella spiritualità e nel desiderio d’amore che ci offre il Cristo, ma in quel mostruoso “deus ex macchina” che è rappresentato dallo sfarzo e dal denaro. vero metro e distinguo di ceti e caste che nulla hanno a che vedere con l’idea e l’essenza del sacro.
Con affetto e stima,
Ciro Sorrentino
Ana Valdeger Scrive:
Sono completamente d’accordo con Ciro,
Bravo!
Con affetto,
Ana Valdeger