ETERNA E CRISTALLIZZATA RUGIADA

In questo cielo notturno,

sento il vuoto

divorare i verdi campi

dove al melo fu preso

il suo delicato germoglio di luce.

 

Nella dilagante oscurità

si perse il viso di luna

e nel suo angolo

riposò il grillo parlante

ormai consacrato al silenzio.

 

In questo deserto bosco

le radici sono duro cristallo

bocche richiuse

prima di poter dissetarsi

con le fresche acque sorgive.

 

Immobili i rami senza germogli

resteranno nel muto vocio

delle nubi e dei fiumi

come sprofondati e persi

nella distanza tra il sole e la terra.

 

Non potrà più sorgere l’alba

su questo mondo fossile

dove anche il dolore

si è pietrificato nel pianto

d’eterna e cristallizzata rugiada.

 

11.07.2013 Daniela Rossetti



La corsa del tempo

Tempo saccente e testardo

Riempi i  nostri  giorni  di

vorticose e frenetiche frenesie

ci costringi a proseguire anche se  il percorso

è arduo, con le tue screpolate e goffe mani conservi

un vecchio orologio senza  numeri e  lancette e noi

percorriamo inconsapevoli i meandri della vita con

affanno e  il timore di giungere tardi

all’appuntamento col destino, lui non aspetta lui non

giustifica lui non ci teme ma traccia il percorso

della nostra vita e quando giunge il momento con

l’inarrestabile fame di un vecchio ingordo prende

tutto e non lascia nulla e spesso dirada i ricordi

                                                                                        e uccide l’anima



Per sempre

Non mi appartieni,sei trasparente

ascolto ma sei silenziosa sei un attimo

che scivola via e la mia rabbia il mio

rancore è forte strappo la mia anima

con odio e il tuo taciturno assenso rende

colpevole e complice la ferocia che mi

avvolge e graffio con odio quello che ti

appartiene il vento tremulo e complice

non spazza via il residuo d’amore ma

ferisce e vezzeggia quello che tanti

chiamavano grande amore.

Il tuo è un incubo senza fine mi porterai…

ti porterò dentro di me e anche se straccio il cuore

esso si ricomporrà e mai si perdonerà di averti

prima amata poi odiata la vita non

                                                sopravvivrà mai alla morte.



Il Clown

Gli occhi grandi cerchiati da un nero

cupo e appariscente

i variopinti colori attraversano decisi

e irriverenti il mio volto e le labbra per quanto

tristi e scarne piccole e irregolari diventano

misteriose e gaie con i suoi infiniti colori

che l’attraversano girandogli intorno

dando un sorriso vero ma inefficace

e il mio naso rosso porpora curioso quanto ridicolo

non suscita ilarità ma una miserevole maschera

di mal celata tristezza goffo e deriso.

Alzo la mia  mano e mi accarezzo il volto con

infinito rammarico mi accorgo che una lacrima

percorre impietosa la mia guancia cancellando

i colori che mascherano un sorriso

che non mi appartiene la malinconia

riappare furente perché ella non ama essere

nascosta ed è per questo che  rende il mio

viso colorato ma triste e buffo.



Maliconico viaggio

       Malinconico viaggio

 

Ingrata vita che funesta e caparbia
ti ostini a non dar tregua alla sofferenza altrui
brancolando nel buio cerchi di colmare
i vuoti silenziosi e irreali creati dal tuo spietato silenzio
e del tuo buio feroce e ingannevole,
mi porgi non l’altra guancia non il volto che cerco
non le mie deliranti speranze
solo obbrobri e impietosi tormenti
ombre null’altro che ombre
sogno e ansimo forte nel mio incosciente coraggio
e della mia inappagata sete d’amore
cerco negli intricati cespugli e nei meandri tortuosi della mia anima
le parole e i sogni che mi accompagneranno in questo cupo viaggio
attento ma bramoso, sofferente ma deciso
e solo la prima lacrima
deciderà il destino di uno sconfitto sognatore in un universo
tanto grande quanto piccolo.

                                                                      



ALLA FATA DEL MIO SEMPRE

Il mio bacio

percorse il cielo

ma la tua bocca di lago

lo sommerse

con lastre di ghiaccio.

 

Così i miei pensieri

franarono

sul tuo addio

che vide il tramonto

della mia rosa scarlatta.

 

Il tuo amore

era una fragile pietra

e le tue promesse

si dispersero presto  

in un sordo rintocco.

 

Caddero nel fango

tutti i miei sogni

che si specchiarono

 nel corpo traforato

di una livida luna.

 

Adesso vivo

dell’amara scienza

e vado in giro

spiegando le finzioni

dei sogni d’amore.

 

10.07.2013 Ciro Sorrentino