La corsa del tempo
Tempo saccente e testardo
Riempi i nostri giorni di
vorticose e frenetiche frenesie
ci costringi a proseguire anche se il percorso
è arduo, con le tue screpolate e goffe mani conservi
un vecchio orologio senza numeri e lancette e noi
percorriamo inconsapevoli i meandri della vita con
affanno e il timore di giungere tardi
all’appuntamento col destino, lui non aspetta lui non
giustifica lui non ci teme ma traccia il percorso
della nostra vita e quando giunge il momento con
l’inarrestabile fame di un vecchio ingordo prende
tutto e non lascia nulla e spesso dirada i ricordi
e uccide l’anima
Per sempre
Non mi appartieni,sei trasparente
ascolto ma sei silenziosa sei un attimo
che scivola via e la mia rabbia il mio
rancore è forte strappo la mia anima
con odio e il tuo taciturno assenso rende
colpevole e complice la ferocia che mi
avvolge e graffio con odio quello che ti
appartiene il vento tremulo e complice
non spazza via il residuo d’amore ma
ferisce e vezzeggia quello che tanti
chiamavano grande amore.
Il tuo è un incubo senza fine mi porterai…
ti porterò dentro di me e anche se straccio il cuore
esso si ricomporrà e mai si perdonerà di averti
prima amata poi odiata la vita non
sopravvivrà mai alla morte.
Il Clown
Gli occhi grandi cerchiati da un nero
cupo e appariscente
i variopinti colori attraversano decisi
e irriverenti il mio volto e le labbra per quanto
tristi e scarne piccole e irregolari diventano
misteriose e gaie con i suoi infiniti colori
che l’attraversano girandogli intorno
dando un sorriso vero ma inefficace
e il mio naso rosso porpora curioso quanto ridicolo
non suscita ilarità ma una miserevole maschera
di mal celata tristezza goffo e deriso.
Alzo la mia mano e mi accarezzo il volto con
infinito rammarico mi accorgo che una lacrima
percorre impietosa la mia guancia cancellando
i colori che mascherano un sorriso
che non mi appartiene la malinconia
riappare furente perché ella non ama essere
nascosta ed è per questo che rende il mio
viso colorato ma triste e buffo.
Maliconico viaggio
Malinconico viaggio
Ingrata vita che funesta e caparbia
ti ostini a non dar tregua alla sofferenza altrui
brancolando nel buio cerchi di colmare
i vuoti silenziosi e irreali creati dal tuo spietato silenzio
e del tuo buio feroce e ingannevole,
mi porgi non l’altra guancia non il volto che cerco
non le mie deliranti speranze
solo obbrobri e impietosi tormenti
ombre null’altro che ombre
sogno e ansimo forte nel mio incosciente coraggio
e della mia inappagata sete d’amore
cerco negli intricati cespugli e nei meandri tortuosi della mia anima
le parole e i sogni che mi accompagneranno in questo cupo viaggio
attento ma bramoso, sofferente ma deciso
e solo la prima lacrima
deciderà il destino di uno sconfitto sognatore in un universo
tanto grande quanto piccolo.
ALLA FATA DEL MIO SEMPRE
Il mio bacio
percorse il cielo
ma la tua bocca di lago
lo sommerse
con lastre di ghiaccio.
Così i miei pensieri
franarono
sul tuo addio
che vide il tramonto
della mia rosa scarlatta.
Il tuo amore
era una fragile pietra
e le tue promesse
si dispersero presto
in un sordo rintocco.
Caddero nel fango
tutti i miei sogni
che si specchiarono
nel corpo traforato
di una livida luna.
Adesso vivo
dell’amara scienza
e vado in giro
spiegando le finzioni
dei sogni d’amore.
10.07.2013 Ciro Sorrentino