L’Incubo
La rossa luce mi sorprende,
mi segue, mi inonda,
eppure sono ombra,
che mistero è dunque questo?
La mia trasparenza è forse dovuta
a qualche magico e strano anatema?
Le palpebre sfregano
veloci le mie pupille,
e le mie mani assecondano
tale movimento prima con dolcezza,
poi con forsennata agitazione,
il mio corpo è silenziosamente fluido,
evanescente, sono parte ormai
di chi non è più?
Tocco quasi lacerando
la mia fredda pelle, il dolore c’è,
ma non mi tormenta.
Ho capito,
certo sono in un sogno,
ma non è il mio,
dove sono dunque?
Un volto all’improvviso,
ma è il tuo amore mio,
Dio che soavi e inebrianti fremiti
mi scuotono, ti corro incontro
ma tu sembri non vedermi,
con chi sei?
No, non è possibile,
i palpiti del mio
cuore sono assordanti,
lacrime fredde
come lame di ghiaccio
rigano il mio viso,
il suo pallore rende delirante
le sue forme come una
fosca ombra che si proietta su
un inesistente muro,
e come il gioco
delle ombre cinesi,
mi trasformo e rendo
fugace il mio goffo essere,
fuggente e torvo.
La moltitudine di dolci carezze e
travolgenti passioni,
ora altro non sono che inutile zavorra,
e i tuoi gemiti di felicità, ora
sono grida di dolore e rabbia
poiché ora
non sono più io l’anima del tuo piacere.
Ciro Sorrentino Scrive:
Come ombra tra ombre va il poeta e scorge l’evanescenza dei gesti, il vano arrovellarsi nell’inconsistenza di una realtà che non esiste: forse la realtà che ci è dato conoscere è la proiezione di un sogno di Dio.
Ma sogno o incubo non ha importanza, quello che conta è che in questa anomalia, in questa distorsione dell’ordine apparente dello spazio e del tempo la coscienza dell’essere si scopre vittima di uno strano ed assurdo meccanismo, dal quale non è possibile liberarsi.
E in questo collassare e centrifugarsi di ogni fede, si smaterializza l’amore stesso, che di ogni altra manifestazione umana ne è simbolo e vessillo.
C’è in questo sublime canto la dolente e tragica, direi irrecuperabile ed irrisarcibile presa d’atto, che la vita, almeno quella che ci è dato percepire, non è altro che un continuo fluire , un travaso insensato tra affetti ed emozioni che nascono e si dissolvono con la rapidità di un fulmine che si abbatte e tutto incenerisce.
Complimenti, fratello,
Ciro Sorrentino