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Letteratura Poeti Famosi



L’Incubo

 

La rossa luce mi sorprende,

mi segue, mi inonda,

eppure sono ombra,

che mistero è dunque questo?

La mia trasparenza è forse dovuta

a qualche magico e strano anatema?

 

Le palpebre sfregano

veloci le mie pupille,

e le mie mani assecondano

tale movimento prima con dolcezza,

poi con forsennata agitazione,

il mio corpo è silenziosamente fluido,

evanescente, sono parte ormai

di chi non è più?

Tocco quasi lacerando

la mia fredda pelle, il dolore c’è,

ma non mi tormenta.

 

Ho capito,

certo sono in un sogno,

ma non è il mio,

dove sono dunque?

Un volto all’improvviso,

ma è il tuo amore mio,

Dio che soavi e inebrianti fremiti

mi scuotono, ti corro incontro

ma tu sembri non vedermi,

con chi sei?

 

No, non è possibile,

i palpiti del mio

cuore sono assordanti,

lacrime fredde

come lame di ghiaccio

rigano il mio viso,

 il suo pallore rende delirante

le sue forme come una

fosca ombra che si proietta su

un inesistente muro,

e come il gioco

delle ombre cinesi,

mi trasformo e rendo

fugace il mio goffo essere,

fuggente e torvo.

 

La moltitudine di dolci carezze e

travolgenti passioni,

ora altro non sono che inutile zavorra,

e i tuoi gemiti di felicità, ora

sono grida di dolore e rabbia

poiché ora

non sono più io l’anima del tuo piacere.

This entry was posted on martedì, ottobre 1st, 2013 at 21:00 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

1 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    Come ombra tra ombre va il poeta e scorge l’evanescenza dei gesti, il vano arrovellarsi nell’inconsistenza di una realtà che non esiste: forse la realtà che ci è dato conoscere è la proiezione di un sogno di Dio.
    Ma sogno o incubo non ha importanza, quello che conta è che in questa anomalia, in questa distorsione dell’ordine apparente dello spazio e del tempo la coscienza dell’essere si scopre vittima di uno strano ed assurdo meccanismo, dal quale non è possibile liberarsi.
    E in questo collassare e centrifugarsi di ogni fede, si smaterializza l’amore stesso, che di ogni altra manifestazione umana ne è simbolo e vessillo.
    C’è in questo sublime canto la dolente e tragica, direi irrecuperabile ed irrisarcibile presa d’atto, che la vita, almeno quella che ci è dato percepire, non è altro che un continuo fluire , un travaso insensato tra affetti ed emozioni che nascono e si dissolvono con la rapidità di un fulmine che si abbatte e tutto incenerisce.
    Complimenti, fratello,
    Ciro Sorrentino

    ... on July ottobre 1st, 2013

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