settembre 29, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 5 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Sarà un mondo bellissimo,
i viottoli di campagna diverranno autostrade,
i sentieri di montagna
si tramuteranno in luoghi di passeggio,
ove donne e uomini sfoggeranno i loro
abiti migliori e
tutti saranno consenzienti e galanti,
il sole rimarrà sempre e
il buio della notte sarà solo un ricordo.
I bimbi con i loro baschi nuovi,
il bavero alla marinara e
i loro ricchi giochi,
si rincorreranno felici e
sazi di benessere e serenità.
Voli di uccelli bellissimi,
mille penne ..mille colori,
fiduciosi prenderanno il cibo
dalle mani di chiunque.
Gli uomini tireranno fuori
dai loro taschini preziosi orologi
con pietre preziose incastonate,
e controlleranno se
l’ora del grande pranzo è giunta.
Un mondo dove non esisterà
dolore, invidia, rabbia,
la morte sarà un premio e
la vanità al primo colpo di
vento si dissolverà.
E finalmente…
l’Uomo che trascina la Croce
potrà fermarsi esausto e riposare
e come per incanto
le ferite che ognuno di noi gli ha inferto
saranno guarite,
e quando si rialzerà
dimenticherà di aver posseduto
quella croce e sorridente
tornerà alla casa del Padre
felice di aver adempiuto al suo compito.
Ma sarà davvero cosi’?
settembre 29, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 1 Commento
Post Categoria: poesie personali
Per sentire la voce dell’autunno
occorrono orecchie capaci,
cuori delicati,
e solo il nero si congiunge al nero,
i versi, le poesie,
sono il dono di chi è nobile
negli intenti, io purtroppo non sono nobile,
ma amo l’amicizia.
E’ il tessere strane acconciature
al proprio cuore, questa si che è la fine del tutto,
piccole persone dai piccoli cuori.
Il grigio fa pensare, il nero rende bello il bianco,
ma gli ombrosi, purtroppo non servono.
settembre 28, 2013 - Inserito Da Ana Valdeger - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore • Poesie sulla Vita • Poesie Tristi
VOCE DELL’AUTUNNO
È davvero ingenuo
sognare l’azzurro
quando il grigio
sopraggiunge sornione.
…Presto avanza
una nuvola nera
che annoia
e più ancora inonda.
Svanisce l’eternità
quando il vuoto
tesse le sue trame
in una raggiera di luci.
Così il mio spirito
cede stanco
a fulminei artifici
che lo immobilizzano.
E per quanto cerchi
fiammanti aurore
il nero e il grigio
sommergono il tutto.
Ana Valdeger 28/09/2013
settembre 28, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: poesie personali
Realtà e sogno si confondono
in una assetata voglia di essere.
Sorvolare il mare,
unirsi al folto gruppo di volatili
che ordinati e
compatti cercano nuovi posti
per nidificare e cibarsi.
Nulla rimane di ciò che amavo,
brandelli di esistenza
dispersi dal vento e
nessuna traccia resta
di ciò per cui ho vissuto sin’ora,
solo ombre e confusi ricordi,
sprazzi di una esistenza
frivola e scomposta.
Eppure il mio cuore è
il contenitore
di tante avventure vissute,
con gioia e tristezza,
continuo a vivere e
sono certo che il mio lungo inverno
avrà fine.
settembre 28, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie sulla Vita
Sono giunto in una grande foresta,
la sua foschia acre e penetrante
nasconde
strani alberi alti e fumanti,
sono cavi e cerchiati di rosso,
dal suo interno sgorgano
colonne di vapori grigi e neri,
gli esseri che brancolano e vivono
con essi…e di essi,
tossiscono irriguardosi e
scomposti,
i loro volti sono pallidi e
stranamente sereni,
accettano con strana
e rassegnata indifferenza
i minacciosi e dolorosi fumi.
E luccicanti binari simili a
mostruosi serpenti di ferro
trasportano contenitori
colmi di terra dal malsano odore,
rossa e viscida.
A tratti il cielo blu riappare
lanciando strane saette di luce,
poi tutto torna come prima,
il grigiore e le nubi
scuri e prepotenti
chiudono con veemenza
quei brevi
spiragli di azzurro.
Rumori metallici e
stridii laceranti
come lamenti di esseri infernali
si ripercuotono nell’aria
improvvisi e innaturali
riverberi di luci
sembrano preannunciare
l‘arrivo di tetri temporali,
ma altri non sono che lampi artificiali
emessi da strani focolai di fuoco liquido.
Come è avvilente e tenebrosa
la vita di questi strani esseri,
che una volta
si chiamavano umani.
Il buio si avvicina e
fioche luci si accendono,
illuminando
a malapena i viali senza fiori.
All’improvviso un silenzio
tetro e minaccioso
aleggia
nella foresta d’acciaio,
e i suoi strani personaggi
stanchi e avviliti
si avviano incolonnati
verso becere costruzioni
annerite dal tempo e
dalle voraci esalazioni.
presto torneranno nel mondo reale,
dove piccoli brandelli di luce
renderanno meno macilente
le loro stanche membra,
ma domani è un altro giorno.
Dico a coloro che la sorte è stata
benigna,
a coloro che vivono e lavorano immersi
nell’agio del “comodo “
irrorati dal fresco o dal caldo,
di pensare… solo….pensare,
ma domani è un altro giorno
anche per loro.
settembre 25, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: poesie personali
Giro ansioso fra gli alti pini,
mi appoggio esausto
all’ ombra di un antico cipresso
triste ed esuberante che
mi dona ombra e sostegno.
Oltre un’ alta siepe noto
una fila di tristi croci bianche,
adornate con fiori colorati e vasi di ottone,
mi avvicino e leggo con avida curiosità
le frasi di commiato scritte a lettere d’oro
dai loro cari sul freddo marmo,
frasi d’amore e nostalgiche e tutte
sembrano rammentare
che il distacco altri
non è che un temporaneo
malinconico viaggio.
Le foto incollate sui burberi marmi
sono sorridenti, quasi arroganti,
come a burlarsi di una morte
prematura, inattesa e la fiamma perenne
che illumina con tenui riverberi
la loro ultima dimora,
scuote l’anima e qualche lacrima
silenziosa e inconsapevole scivola
seguendo un percorso a lei noto.
Le mie labbra scarne e rigate,
screpolate e corrose,
ora fan fatica a pronunciare
preghiere e salmi,
eppure una volta il mio dire era
rassicurante e ammaliante e
rendeva felici i miei cari.
O mio Signore che fare del sapere
se non comprendiamo il senso
della vita, tu ci invii gioia e sofferenza,
noi li accettiamo con rassegnata pacatezza,
ma dimmi qual è il tuo disegno?
Noi aspettiamo, guidaci e
non arrabbiarti se i profani
non adorano la tua immagine,
essa non ti rappresenta,
il simbolo della fede e dell’amore,
è custodito nei nostri gesti,
nel donare affetto e comprensione,
a chi cerca abbracci e carezze.
Col capo chino torno a casa,
li mi aspetta colei che non ha visto,
che non sa, la stringo e le sussurro
il mio amore, il tempo che ci è concesso
è tanto, forse poco, ma è talmente
intenso che vale una vita.