La foresta di metallo
Sono giunto in una grande foresta,
la sua foschia acre e penetrante
nasconde
strani alberi alti e fumanti,
sono cavi e cerchiati di rosso,
dal suo interno sgorgano
colonne di vapori grigi e neri,
gli esseri che brancolano e vivono
con essi…e di essi,
tossiscono irriguardosi e
scomposti,
i loro volti sono pallidi e
stranamente sereni,
accettano con strana
e rassegnata indifferenza
i minacciosi e dolorosi fumi.
E luccicanti binari simili a
mostruosi serpenti di ferro
trasportano contenitori
colmi di terra dal malsano odore,
rossa e viscida.
A tratti il cielo blu riappare
lanciando strane saette di luce,
poi tutto torna come prima,
il grigiore e le nubi
scuri e prepotenti
chiudono con veemenza
quei brevi
spiragli di azzurro.
Rumori metallici e
stridii laceranti
come lamenti di esseri infernali
si ripercuotono nell’aria
improvvisi e innaturali
riverberi di luci
sembrano preannunciare
l‘arrivo di tetri temporali,
ma altri non sono che lampi artificiali
emessi da strani focolai di fuoco liquido.
Come è avvilente e tenebrosa
la vita di questi strani esseri,
che una volta
si chiamavano umani.
Il buio si avvicina e
fioche luci si accendono,
illuminando
a malapena i viali senza fiori.
All’improvviso un silenzio
tetro e minaccioso
aleggia
nella foresta d’acciaio,
e i suoi strani personaggi
stanchi e avviliti
si avviano incolonnati
verso becere costruzioni
annerite dal tempo e
dalle voraci esalazioni.
presto torneranno nel mondo reale,
dove piccoli brandelli di luce
renderanno meno macilente
le loro stanche membra,
ma domani è un altro giorno.
Dico a coloro che la sorte è stata
benigna,
a coloro che vivono e lavorano immersi
nell’agio del “comodo “
irrorati dal fresco o dal caldo,
di pensare… solo….pensare,
ma domani è un altro giorno
anche per loro.