La vita e il silenzio

 

Giro ansioso fra gli alti pini,

mi appoggio esausto

all’ ombra di un antico cipresso

 triste ed esuberante che

mi dona ombra e sostegno.

 

 Oltre un’ alta siepe noto

una fila di tristi croci bianche,

adornate con  fiori colorati e vasi di ottone,

 

mi avvicino e leggo con avida curiosità

   le frasi di commiato scritte a lettere d’oro

dai loro cari sul freddo marmo,

frasi d’amore e nostalgiche e tutte

 sembrano rammentare

 che il distacco altri

non è che un temporaneo

malinconico viaggio.

 

 Le foto incollate sui burberi  marmi

sono sorridenti,  quasi arroganti,

come a burlarsi  di una morte

prematura, inattesa e la fiamma perenne

che illumina con  tenui riverberi

 la loro ultima dimora,

scuote l’anima e qualche lacrima

silenziosa e inconsapevole scivola

seguendo un percorso a lei  noto.

 

Le mie labbra scarne e rigate,

screpolate e corrose,

ora fan fatica  a pronunciare

preghiere e salmi,

eppure una volta il mio dire era

rassicurante e ammaliante e

rendeva  felici i miei cari.

 

O mio Signore che fare del sapere

se non comprendiamo il senso

della vita, tu ci invii gioia e sofferenza,

noi li accettiamo con  rassegnata  pacatezza,

ma dimmi qual è il tuo disegno?

 

Noi aspettiamo,  guidaci e

non arrabbiarti se i profani

non adorano la tua immagine,

essa  non ti rappresenta,

il simbolo della fede e dell’amore,  

è custodito nei nostri gesti,

nel donare affetto e comprensione,

a chi cerca abbracci e carezze.

 

Col capo chino torno a casa,

li mi aspetta colei che non ha visto,

che non sa, la stringo e le sussurro

il mio amore, il tempo che ci è concesso

è tanto, forse poco, ma è talmente

intenso che vale una vita.

This entry was posted on mercoledì, settembre 25th, 2013 at 16:04 and is filed under poesie personali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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