UNA NUOVA LUNA

Indugia il merlo

sui rami di pino

e fa il verso

agli anemoni

che si risollevano

dalle sferzate del vento.

 

Come il piumato falco

pressa e s’affretta

così respiro

e colgo effluvi

nelle valli percorse

dalle api appassionate.

 

Ora sull’uscio di pietra

della mia stanza

si prolungano

le luci del vespro

e dal vermiglio brillio

s’innalza un soffice fuoco.

 

Una nuova luna riga

le false mura

che franano

come lastre

sull’arida terra

che rinasce all’amore.

 

01.10.2013 Ciro Sorrentino



VEDI MIO CARO NEMICO…

Vedi mio caro nemico,

il tuo attimo di libertà l’hai avuto,

te l’ho concesso,

ma non hai saputo trarne vantaggio.

 

Ah povero stolto,

strimpellatore di versi

che altrove scrivi

e pensi di essere capace.

 

Eh sì,

credo che Napoli,

vedendoti sulle sue strade,

si vergogni al mondo intero.

 

Ma nel mio regno,

caro il mio nemico,

non metterci più piede,

torna al tuo nulla.

 

Ah dimenticavo,

quando scrivi

rileggiti qualche volta,

ti rivedrai in molti errori.

 

Sai, io non t’ho mai calcolato,

perché io la penso

come il Marchese del Grillo:

-Perché io so io…

 

Non solo ma vado avanti

come Virgilio:

“Non ti curar di lor,

ma guarda e passa”.

 

Tu che nemmeno discerni

l’orma dall’impronta

e che se ti guardi allo specchio

non ti vedi, perché sei il nulla,

 

tu che di umile non hai nulla

e che scrivi avvolgendoti

nel tuo vuoto rimare,

– Taci!

 

Per la tua diffamazione

hai segnato il tuo futuro

e lo spazio che t’avevo concesso

me lo riprendo.

 

E non ti saluto,

perché, profferir ancor parola,

sarebbe come encomiare

la tua insulsa vuotaggine.

 

30.09.2013 dott., professore di Lingua e Letteratura Italiana Ciro Sorrentino



Un futuro

Il sole affonda nel mare,

in quell’infinito essere,

in quell’attimo sfuggente,

ed io, mi accorgo di partecipare

a questo piccolo mondo.

Si chiama: ciclo della vita

e si ripete continuamente.

È stato ieri, è oggi e sarà domani

Un futuro migliore,

indelebile.

Un futuro per poter crescere,

per poter gioire.

Un futuro per imparare,

per amare.

Un futuro magico,

triste.

Un futuro fatto di sogni,

fatto di sbagli.

Un futuro di rimorsi,

di promesse.

Un futuro ricco d’amore,

o uno ricco di illusioni.



L’Incubo

 

 La rossa luce mi sorprende,

mi segue, mi inonda,

eppure sono ombra,

che mistero è dunque questo?

La mia trasparenza è forse dovuta

a qualche magico e strano anatema?

 

Le palpebre sfregano

 veloci le mie pupille,

e le mie mani assecondano

tale movimento prima con dolcezza,

poi con forsennata agitazione,

il mio corpo è silenziosamente fluido,

 evanescente, sono parte ormai

di chi non è più?

 

Tocco quasi lacerando

la mia fredda pelle, il dolore c’è,

ma non mi tormenta.

 

Ho capito,

certo sono in un sogno,

ma non è il mio,

dove sono dunque?

 

Un volto all’improvviso,

ma è il tuo, amore mio,

Dio che soavi e inebrianti fremiti mi scuotono,

ti corro incontro,

ma sono come invisibile per te,

con chi sei?

 

No, non è possibile,

i palpiti del mio

cuore sono assordanti,

 lacrime fredde

come lame di ghiaccio

 rigano il mio viso

e il suo pallore rende delirante

le sue forme come una

fosca ombra che si proietta su

un inesistente muro,

 

 e come il gioco

delle ombre cinesi,

mi trasformo e rendo

fugace il mio goffo essere,

fuggente e mai più.

 

La moltitudine di dolci carezze e

travolgenti passioni,

 ora altro non sono che inutile zavorra,

e i tuoi gemiti di felicità, ora

sono grida di dolore e rabbia

poiché ora

non sono più io l‘anima del tuo piacere.

 

 

 

 



Spigoli nel cuore

Le paure sono chiodi

nel cuore, nella sua profondità.

Con la speranza che l’amore

possa intimorire il tempo

per farlo rallentare e

trasformarlo in mesi passati.

Un giorno per poterci dividere

dentro un incubo.

Il treno corre sui binari,

vola come i nostri pensieri

quando saremo distanti, diversi.

Quei pochi metri di distanza annulleranno

ogni secondo che abbiamo trascorso insieme.

Nella solita vita che lotta col dolore.

L’ultimo sguardo nevica di spigoli del cuore

e le parole si spezzano come vetro frantumato,

e tu che hai visto modificare i miei occhi,

rimangono vuoti e non c’è modo di colmarli.

Come un terremoto preparato a destabilizzare

La finta sicurezza che mi costringo a rivelare.

Ti prego, non mi lasciare!

Io vengo a prenderti, tu aspettami.

Solo un fischio graffia il silenzio:

il treno in partenza avvisa

che è gia scaduto il tempo.

Le mie lacrime soffocate

Scivolano sul cuore, bruciano

Sfiorando le ferite aperte

e lascerò una smorfia di dolore

solo quando i tuoi occhi non la potranno vedere

al sole.

Tu sei poesia

Ma io mi limito a leggerti.



MENTRE DORMI

T’ immagino mentre dormi,

un leggero sorriso ti increspa le labbra,

una luce azzurra e tenue accompagna il respiro,

stai provando col sogno a lenire ferite.

Vorrei stringerti, ma romperei quest’incanto.

Allora chiudo gli occhi e ti ascolto,

 la tua voce e’ più chiara, adesso.

E’ un attimo infinito, Anche tu mi stai ascoltando ?