VEDI MIO CARO NEMICO…
Vedi mio caro nemico,
il tuo attimo di libertà l’hai avuto,
te l’ho concesso,
ma non hai saputo trarne vantaggio.
Ah povero stolto,
strimpellatore di versi
che altrove scrivi
e pensi di essere capace.
Eh sì,
credo che Napoli,
vedendoti sulle sue strade,
si vergogni al mondo intero.
Ma nel mio regno,
caro il mio nemico,
non metterci più piede,
torna al tuo nulla.
Ah dimenticavo,
quando scrivi
rileggiti qualche volta,
ti rivedrai in molti errori.
Sai, io non t’ho mai calcolato,
perché io la penso
come il Marchese del Grillo:
-Perché io so io…
Non solo ma vado avanti
come Virgilio:
“Non ti curar di lor,
ma guarda e passa”.
Tu che nemmeno discerni
l’orma dall’impronta
e che se ti guardi allo specchio
non ti vedi, perché sei il nulla,
tu che di umile non hai nulla
e che scrivi avvolgendoti
nel tuo vuoto rimare,
– Taci!
Per la tua diffamazione
hai segnato il tuo futuro
e lo spazio che t’avevo concesso
me lo riprendo.
E non ti saluto,
perché, profferir ancor parola,
sarebbe come encomiare
la tua insulsa vuotaggine.
30.09.2013 dott., professore di Lingua e Letteratura Italiana Ciro Sorrentino
Un futuro
Il sole affonda nel mare,
in quell’infinito essere,
in quell’attimo sfuggente,
ed io, mi accorgo di partecipare
a questo piccolo mondo.
Si chiama: ciclo della vita
e si ripete continuamente.
È stato ieri, è oggi e sarà domani
Un futuro migliore,
indelebile.
Un futuro per poter crescere,
per poter gioire.
Un futuro per imparare,
per amare.
Un futuro magico,
triste.
Un futuro fatto di sogni,
fatto di sbagli.
Un futuro di rimorsi,
di promesse.
Un futuro ricco d’amore,
o uno ricco di illusioni.
L’Incubo
La rossa luce mi sorprende,
mi segue, mi inonda,
eppure sono ombra,
che mistero è dunque questo?
La mia trasparenza è forse dovuta
a qualche magico e strano anatema?
Le palpebre sfregano
veloci le mie pupille,
e le mie mani assecondano
tale movimento prima con dolcezza,
poi con forsennata agitazione,
il mio corpo è silenziosamente fluido,
evanescente, sono parte ormai
di chi non è più?
Tocco quasi lacerando
la mia fredda pelle, il dolore c’è,
ma non mi tormenta.
Ho capito,
certo sono in un sogno,
ma non è il mio,
dove sono dunque?
Un volto all’improvviso,
ma è il tuo, amore mio,
Dio che soavi e inebrianti fremiti mi scuotono,
ti corro incontro,
ma sono come invisibile per te,
con chi sei?
No, non è possibile,
i palpiti del mio
cuore sono assordanti,
lacrime fredde
come lame di ghiaccio
rigano il mio viso
e il suo pallore rende delirante
le sue forme come una
fosca ombra che si proietta su
un inesistente muro,
e come il gioco
delle ombre cinesi,
mi trasformo e rendo
fugace il mio goffo essere,
fuggente e mai più.
La moltitudine di dolci carezze e
travolgenti passioni,
ora altro non sono che inutile zavorra,
e i tuoi gemiti di felicità, ora
sono grida di dolore e rabbia
poiché ora
non sono più io l‘anima del tuo piacere.
Spigoli nel cuore
Le paure sono chiodi
nel cuore, nella sua profondità.
Con la speranza che l’amore
possa intimorire il tempo
per farlo rallentare e
trasformarlo in mesi passati.
Un giorno per poterci dividere
dentro un incubo.
Il treno corre sui binari,
vola come i nostri pensieri
quando saremo distanti, diversi.
Quei pochi metri di distanza annulleranno
ogni secondo che abbiamo trascorso insieme.
Nella solita vita che lotta col dolore.
L’ultimo sguardo nevica di spigoli del cuore
e le parole si spezzano come vetro frantumato,
e tu che hai visto modificare i miei occhi,
rimangono vuoti e non c’è modo di colmarli.
Come un terremoto preparato a destabilizzare
La finta sicurezza che mi costringo a rivelare.
Ti prego, non mi lasciare!
Io vengo a prenderti, tu aspettami.
Solo un fischio graffia il silenzio:
il treno in partenza avvisa
che è gia scaduto il tempo.
Le mie lacrime soffocate
Scivolano sul cuore, bruciano
Sfiorando le ferite aperte
e lascerò una smorfia di dolore
solo quando i tuoi occhi non la potranno vedere
al sole.
Tu sei poesia
Ma io mi limito a leggerti.
MENTRE DORMI
T’ immagino mentre dormi,
un leggero sorriso ti increspa le labbra,
una luce azzurra e tenue accompagna il respiro,
stai provando col sogno a lenire ferite.
Vorrei stringerti, ma romperei quest’incanto.
Allora chiudo gli occhi e ti ascolto,
la tua voce e’ più chiara, adesso.
E’ un attimo infinito, Anche tu mi stai ascoltando ?