Assoluta Verità
La vita, che vita, amico mio,
le spire delle non virtù altri
non è che il partorire la verità,
conclamarne la sua esistenza.
Ella osserva indifferente agli
insulsi urli degli inconsapevoli,
ed ai lamentosi grugniti di chi
crede di avere il dono della
conoscenza, ma solo l’abbraccio
del “sapere” renderà meno difficile
la capacità di saper accettare
amore e comprensione.
La materia, l’antimateria, l’universo
è spaventosamente grande,
incomprensibile, misterioso,
non fermiamo il volo del sapere,
chiunque ha questo dono ha il dovere
di comunicare e i sogni segreti di ognuno
di noi costituiscono parte di un avvenimento
che molti chiamano vita, agognante a volte,
ma è pur sempre una delirante avventura.
Amico …che parola magica,
non puoi non amarci, noi lo
facciamo, ti prego non illudere
chi è fatiscente e triste,
a volte l’affetto non discrimina,
il cuore è un angelo e non ha sesso
e tu non disertare chi ha imparato
a osservare i complicati meandri
dell’esistenza con le soavi parole
di chi come te ha saputo e reso
comprensibili, ti vogliamo bene
e non lasciarci, amico caro.
Nasco e muoio e di nuovo nasco,
nutrendomi della tua luce e della tua femminilità.
Muoio e poi nasco,
rinnovato nel mio spirito virile.
Muoio quando mi lasci e sento la tua assenza.
Nasco quando ci sei e perdo la coscienza del tempo.
Allora il mio orologio riparte
e io resto disorientato
e perso nel tuo mistero.
Solo la luce delle tue parole
e la forza del tuo sorriso
mi riscuotono.
E divampa dentro me il fuoco.
Profumo di terra e campagna bagnata,
viaggio nell’oltretomba e vita che prorompe,
questo per me tu apparecchi,
mentre io conquistato e vinto
mi lancio nel vuoto
verso il sogno di ghermire il tuo amore
Una notte calda che ansimava
respirò il mio tormentato spirito,
trasformando i miei pensieri
in un’eterea foschia.
La notte si è tinse di blu e d’argento
onde colorate avvolsero il verde campo
e negli effluvi di lavagna mi abbandonai
in una tormentata follia.
Sentii il calore che coprì il mio corpo,
a piedi nudi cercavo il mio sentiero
le foglie sussurravano tra di loro
e muovevano adagio al mio passaggio.
Il canto di un usignolo mi portò lontano,
senza timore mi avvicinai alle onde colorate,
l’aria calda sfiorava la mia immagine,
assopita, nell’immensità del suo cuore.
Vidi il rosso colore della passione
che scaldava il nostro timido sogno,
un intreccio di fili d’argento
promise di unire in eterno questo colore.
Una sfera di fuoco arrivò dell’orizzonte
fermò il pazzo rito e tutto la chimera,
con un soffio cancellò l’incanto,
svanì l’argento, …tutto diventò giorno.
22/09/2013-Ana Valdeger