Vorrei….disse Bukowski.

 

Vorrei che la vita fosse usa e getta,

vorrei consumarne una parte

e poi stufo dire ad un amico

non mi piace… finisci tu.

Vorrei indossare i panni di

un super-eroe e mutare

l’ordine delle cose,

le bestie in umani e viceversa,

insomma, dai,  un avvicendamento.

Vorrei, disse Bukowski, una donna

che “avesse l‘alito di salame, tacchi alti,

…un po’ grassa un po’ sbronza ….”

Vorrei, se io fossi donna, un uomo

non intelligente, che beva tanto,

avesse l’hobby del footing e

corresse tutto il giorno,

il sabato, ma solo il sabato,(che importa )

facesse la doccia, e

fa nulla che dopo pranzo

gli scappano…strani suoni dalla bocca o

altro, la notte russi pure…

che vuoi che sia.

Vorrei, visto che Dio ha creato l’amore

che almeno una volta all’anno

mi dicesse “ ti amo ”

mi portasse al cinema,

anche se poi si addormenta,

poi finalmente a casa,  chiudere

in bellezza, iniziare…

sopratutto finire di dirci ” ti amo “

Tutto qui amici, forse,

a pensarci bene, meglio essere uomo.

 



UN IMPRENDIBILE TEMPO

 

Lasciamo stare le mimose…,

di ben altre tinte

la vita si inorgoglisce.

 

È leggero il tocco di rosa

ma le sue verdi spine

aprono scie di rossi rivoli.

 

Ah, fatua immaginazione

l’amore coglie attimi

ma non può fuggire il dolore.

 

Così il fresco sorriso si spegne

e la realtà si riscopre

nella scia di misteriose ombre.

 

Presto il vento cala sui sogni

che restano come sospesi

tra le pallide parabole del tempo.

 

11/10/2013 Ana Valdeger



NEI TUOI SIMULACRI

Sul tuo umano corpo

saltano odiosi

i funamboli ragni,

serrando le zampe

e i loro corvini mantelli.

 

Ah, misera realtà,

silenziosa realtà

 di fazzoletti e mani,

mondo che irridi

 le laboriose api sagge.

 

Nei tuoi simulacri

seduci i cuori

e tingi le cupole

d’arancio e verde,

occultando le tue corde.

 

Ah, misero mondo

di simulate luci,

come duole la vita

quando precipitano

tutti i nastrini e i costumi.

 

10.10.2013 Ciro Sorrentino



Delusione

 

Credetti in te

con schiettezza e diffidenza,

mai tal immane errore commisi,

ed ora arroccato

 nel più miserabile dei covi

strofino ferite e

asciugo lacrime.

Ebbi sentore di un cosi ingrato inganno,

ma il cuor si allettò e

non volle saper..

che tu sia maledetto,

ora pulsi sangue e null’altro e

non susciti che fitte dolorose.

Brandisco la bandiera bianca degli sconfitti,

manco giunse il coraggio

della sana rassegnazione,

solo un disadorno accartocciare e

lamentosi guaiti

come una bestia ferita e

destinata al sacrificio finale.

Aspetto ora solo di consumar

 le  piccole palline colorate

 che nulla hanno di miracoloso,

 solo silenzio,

tanta pace e qualche rossore

 ai miei stanchi occhi

che altri non vedono che

un futuro già trascorso.

Il primo amor si nutre dell’eternità,

l’ultimo della morte,

poiché non resta tempo per i rimpianti,

spesso implorai un

breve sogno piuttosto che

un lungo incubo.

Che sarà di me?

 cosi disse ella,

dimmi è io farò le risposi,

 ma ormai è tardi

arriva il tramonto,

ed aspetterò a lungo il nuovo giorno,

 e forse non arriverà mai.

TORNERO’

 



Il Lago

Lago strano e dormiente,

alberi ,frasche e rovi,

rivestono le tue sponde,

mille anfratti di verde,

con mille fronde di vari colori,

odor di menta e nere more,

strani frutti piccoli e rossi,

rendono superba e dolce

la suggestiva curiosa accozzaglia

di strane e profumate piante.

 

Impertinenti sorrisi adescano

il mio volto e le mie volontarie carezze

sfiorano le cime dei giovani rametti,

con le loro nuove foglie che mostrano

impazienti e orgogliose il loro verde

smeraldo tirate a lucido.

 

Il lago dai colori tenui e confusi,

ondeggia lento, come a dirigere un’opera

lirica i cui autori sono il vento e i suoi fruscii,

il coro gracidante e melodico

delle piccole rane,

il frastuono del rincorrersi degli uccelli,

i suoni accompagnano con indifferente

ed inconsapevole complicità i

ricordi di un tempo passato,

il delirio del mio primo amore, l’estasi,

i sogni, il dividersi,  la gioia di ritrovarsi,

poi più nulla, solo silenzio e rimpianti.

 

I tristi baci e le ombre maligne sono

il ricordo perpetuo di un fatiscente passato,

sprazzi di luce e tenui carezze

sono gli inconsapevoli complici

di un amaro destino,

ma quello che ella mi donò sarà

il magro bottino di un sogno infranto.

 

I miei passi irruenti e  frettolosi

spaventano le fragili farfalle

che si alzano in volo come

piccole stelle colorate disperdendosi

in tortuosi voli e impossibili traiettorie,

poi rassicurate mi sfiorano,

quasi a voler sussurare la loro gioia.

 

Intanto il grigio e a tratti azzurro lago

resta muto e dona acqua ai mille esseri

dalle diverse fattezze che

si abbeverano nelle sue acque,

fianco a fianco,

in una tacita e consenziente tregua.

 

Il Signore ha trasformato il nostro mondo,

ha permesso di alzarci, camminare con dignità,

eretti e consapevoli,

le sue ere, il freddo glaciale, il caldo torrido,

le meteoriti, ma  l’orrido seme

del male resta immutato nei nostri cuori,

il perdono, l’amore, la riconoscenza,

forse saranno stelle cadenti che non

giungeranno mai sul nostro pianeta.

 

 

 



La cattiveria

 Che bella la natura, uomini aberranti

insulsi e pieni di sè sono come ostriche vuote

a cui è stato asportato il frutto prezioso,la perla,

chi lode la natura ha capacità evolutive gioiose

e tutt’altro che perfide.

Molti poeti o finti tali scrivono, scrivono,

ancora non si comprende cosa, sono esseri smarriti

il cui malcelato odore è percettibile attraverso

l’ignomia il vero scrittore di cuore ha come dono

l’onestà,solo costei lo immortala fra gli immortali.

Molti nascono frivoli e piccoli, fanno tenerezza,

poveri noi, poveri piccoli insignificanti uomini

il cuore e la riconoscenza fanno grandi gli uomini

gli insulsi svaniranno come neve al sole.