Il sogno e l’incubo.

 

Amici cari sogno di

esser solo e afflitto,

ma non certo vedovo.

 

Grande fu codesto

privilegio di esser

compagno

di una che c’è,

ma non c’è,

di attimi silenti e gai,

si perché certe donne,

fatue e voraci,

lascian cuocere l’anima

per poi cibarsi

del loro contenuto,

sentimento e amore.

 

A volte l’acqua

spegne la sete,

ma ciò non vuol

dire che essa non

torni più vogliosa,

la fame inconsapevole

e prepotente  esige

il suo pasto,

che fare dunque

se l’animo mio è

spoglio e non sfama?

 

E se il mio cuore

non disseta?

Dovrò dunque

soccombere?

 

Non sono cibo,

non sono acqua,

che sono dunque?

Si forse aria e nulla,

ma tal sortilegio,

ne sono certo, altri

non è che un sogno

mascherato da incubo.

This entry was posted on lunedì, ottobre 28th, 2013 at 21:55 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

1 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    “…l’animo mio è spoglio e non sfama…”:
    forse questo animo non può sfamare perchè la sua degna e divina natura non può essere compresa e metabolizzata da chi ci è di fronte e che vive senza coscienza d’essere.
    Solo un’anima fatta della stessa sostanza potrebbe rendersi partecipe delle più intime e profonde emozioni.
    A presto,
    Ciro Sorrentino

    ... on July ottobre 30th, 2013

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