dicembre 17, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Il Giallo fiore
Non passar oltre,
ferma ed ascolta
quel giallo fiore
li riposto in quel
fumante scarico.
Raccogli e dona
a qualcuno che
ancor ne conosce
il sapere e lo
scopo,certo i suoi
petali eran rossi.
Solo ombre senza
mani osservano
distratti quella
piccola gemma,
forse non ricordano
il suo profumo.
Ella però par felice
forse vuol goder
nell’essere l’ultimo
cimelio di antiche
smorfie d’amore.
( Al mio amico carissimo e poeta sublime Ciro Sorrentino )
dicembre 16, 2013 - Inserito Da Vincenzo - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Mi lascio attraversare dal calore dei tuoi raggi
Come vetro il mio cuore respinge l’aria,
respinge l’acqua
rifiuta ogni oggetto
Solo la luce delle tue parole
e il calore della tua voce
possono penetrarlo
E’ così che io mi nutro
dell’emozione di viverti.
Unico modo per provare ed essere giusto
ad essere migliore.
Unico mezzo per desiderare ancora
di sopravvivere
Vincenzo Buonaiuto 12.12.2013
dicembre 16, 2013 - Inserito Da Angelo Michele Cozza - 0 Commenti
Post Categoria: poesie personali
Dispiuma il flabello roggio
che nel botro specchio riverbera
un veemente vento di ponente,
col suo fiato amplificato
spennacchia volatili appollaiati
chiome scuote e scrolla
nuvolaglie scardina e disgrega;
astuto, da spiragli o malchiuso
si intrufola per porte e scale
mulina tra piazze sagrati e vie;
traversale a pioppi e salici
di terrose fiumane lontane mugola
pareti rocce e muri come boomerang
colpisce e si allontana.
Se soffia tanto e alla valle
in cui ebbi natali un giorno
acceso va il ricordo
su, oltre i querceti e i pruni,
nel cimitero sotto il greppo
forse lo udirà nell’aldilà
mia madre da tempo seppellita
e si rispolvererà un pezzo di vita
passato e insieme consumato .
Cade questo ritaglio di tempo
ventilato che non mi allieta
nel risucchio di un greppo;
ora, tra mulinelli di solitudine
fa stragi di pensieri e sogni.
Atterrami, rovesciami e scalzami
pure vento ma non immalinconirmi.
Invidia, non vedi, da noi si alza
per te che anche se muori risorgi.
dicembre 13, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Caro Ciro manca la tua estasi che
accompagna il tuo sapere,
i miei frivoli assemblaggi
non rendono giustizia
al dono del descrivere
e raccontare l’amore,
rasento il ridicolo. Strani
brani che sento e leggo
dalla mattina alla sera
non parlano d’altro che
notti d’amore e racconti
di strada e strani personaggi.
Mio povero amico quanto
lavoro hai fatto, che almeno
i tuoi estimarori,
(e credimi sono tanti),
ti siano riconoscenti.
Ciao amico e pensa….sei
un uomo che pochi hanno
la capacità di emulare e
qualche saltibanco può solo
tentare di cercare di scrivere
il titolo della poesia.
Scriverò le tue poesie nel mio
link su Facebook, sempre,e fin
quando me lo permetterai.
Che successo hai avuto,
credimi sulla parola d’onore,
ricorda quello che ti dissi
” SENTIREMO PARLARE DI TE ” .
Ciao mio caro fratello.
dicembre 12, 2013 - Inserito Da Vincenzo - 2 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Torna da me
quando ascolti il suono della pioggia
Quando in silenzio assapori i profumi della terra
Quando provi stupore per l’immensità dell’oceano
O per l’infinito mistero dell’universo
Torna da me,
perché è così il mio amore
non ha limiti né regole
è pienezza e assoluto
è luce e calore
è ciò che ho scritto in tutte le pagine del mio libro
e in quelle che ancora ho da scrivere.
Torna ancora e straziami
Fino a quando non avrò piu forza per urlare
Né voce per chiamarti
Torna sempre
Anche se io non lo volessi
Perché nel sogno non smetterò mai di cercarti
dicembre 9, 2013 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore • poesie personali
Tal mia ignoranza
rese infelice
il mio vivere,
ed il sapere non
mi fu concesso dal mio
despota padre …padrone.
Attraverso gli offuscati
vetri della scuola,
timoroso rapii
brandelli di sapere,
dettati da un adiposo
e saccente maestro,
goffo come il suo
imponente e
sicuro aspetto,
mentre roteava il suo
orologio da tasca
come a render più
veritiero il suo dire.
Ma il furibondo custode,
armato di un nodoso
bastone mi allontanava,
e mai la mia povertà
mi parve così odiosa
e insopportabile.
Da quel giorno
trascorsi il mio tempo
ad accudir pecore,
e sotto un grande
albero cullavo
il desiderio di divenir
un giorno scrittore,
e poeta e spesso mi
appisolavo rannicchiato
in compagnia dei miei
sogni e dei miei libri.
Un bel giorno ebbe
a passar di li
il maestro,
lui mai rinunciava
alla sua consueta
passeggiata,
e nel notarmi
mi si avvicinò, e
nel salutarmi
ebbe a dirmi:
-seguimi mio
giovane amico e non
cambiar il tuo abito,
che tutti abbiamo a
dover comprendere
che i corpi del sapere
spesso son ricoperti
da miseri cenci.
Perdona figlio mio
questo indegno
maestro,
ha perso tempo
nel leggere
e dettare,
e non ha compreso
che a volte la cultura
è l’agonia degli insulsi-.
( Al mio poeta Ciro Sorrentino )