Quando s’avviva un vento
Dispiuma il flabello roggio
che nel botro specchio riverbera
un veemente vento di ponente,
col suo fiato amplificato
spennacchia volatili appollaiati
chiome scuote e scrolla
nuvolaglie scardina e disgrega;
astuto, da spiragli o malchiuso
si intrufola per porte e scale
mulina tra piazze sagrati e vie;
traversale a pioppi e salici
di terrose fiumane lontane mugola
pareti rocce e muri come boomerang
colpisce e si allontana.
Se soffia tanto e alla valle
in cui ebbi natali un giorno
acceso va il ricordo
su, oltre i querceti e i pruni,
nel cimitero sotto il greppo
forse lo udirà nell’aldilà
mia madre da tempo seppellita
e si rispolvererà un pezzo di vita
passato e insieme consumato .
Cade questo ritaglio di tempo
ventilato che non mi allieta
nel risucchio di un greppo;
ora, tra mulinelli di solitudine
fa stragi di pensieri e sogni.
Atterrami, rovesciami e scalzami
pure vento ma non immalinconirmi.
Invidia, non vedi, da noi si alza
per te che anche se muori risorgi.