La sciocca che non amò che se stessa
La sciocca che non amò che se stessa
Il grigio e il nero sono l’estasi del nulla,
strofino il mio petto contro il tuo,
quando è insanziabile il tuo desiderio,
ti occorre un vero uomo,
sei acidula e dalla poca avvenenza,
chissà il mio volto cosa vedrebbe
se gli obbrobri della mia triste
esistenza avessero il mortificante
terrore di vedere la tua maschera
sgretolata e dalla futile cattiveria,
pregherò il Signote che ti doni
perlomeno la serenità.
Mio signore non far di me colui
che annoia, riempi le vesti delle
melanconiche e striminzite
presenze inquietanti,
come il perfido animo
di un abbietto essere cosparso
di sangue di rettile e nasi di gufo tritati,
tale miscela forse renderà
un corpo vuoto, pieno di qualcosa,
ricco di contenuti, seppur frustanti,
e chissà se un briciolo d’amore spunti
e un corpo logoro e becero.
Povera donna sii felice
e rattoppa il tuo perfido cuore.
Dedico queste sciocche parole
ad una donna sciocca che
mi ha punto il cuore,
ma alcuni esseri vanno perdonati.
Non mi firmo ho scritto poco e male