L’inizio di un grande amore
L’inizio di un grande amore
La breccia in un cielo quanto
turchese quanto immacolato,
i suoi riverberi di luce
sono adescanti,
e mano nella mano ci narriamo,
e nel non dire
i lunghi silenzi parlano di noi,
e godiamo nascondendo
come ingordi gli esaltanti attimi
degli ultimi scampoli d’amore.
Siamo come immobili e
nuotiamo in un mare senz’acqua,
lo sconforto dell’arrivo
della accigliata
sagoma della notte,
mette fine alle luci ed ai
riflessi di un grande affetto
celando le carezze
e i voraci abbracci
e chissà …
se domani…chissà.
La mia donna parla raramente
ed il suo respiro è come
la brezza che si insinua
fra rami secchi di vecchi alberi
e l’immaginario
volto del Dio supremo che ci osserva,
ascolta le lontane campane
del vespro, con la sua cesta
colma di mute richieste
in attesa delle invocate indulgenze.
Ed io, noi, non chiediamo
che un mattino ancora,
raccoglier sul palmo della mano
le gocce rosse di una rugiada
d’amore e dirigersi con essa
verso l’eternità, nella notte dei tempi.
Raffaele Feola