gennaio 24, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
La mia vita è impareggiabile,
certo la sapienza mi è sconosciuta,
ma conosco la fattezze dell’amore,
ogni volta ha un sapore differente,
libero i pregiudizi, le passioni,
e persevero nell’amare.
Vivo di esso e son pago,
il mio cuore regge l’universo…
il nostro universo,
il mio universo
ne ho ascritto i pianeti,
ho dato conforto alle stelle in fin di vita,
ho visto estasiato l’espandersi del cosmo,
ma perché capto solo il suo amore?
Si è vero tutto ciò è un sogno.
Amo colei che nacque nel desiderio,
ella tollera la mia sobrietà,
e spesso i nostri incontri
avvengono nel fantasticare.
Ahimè son giorni che diserta i miei,
io sopporto con perplessità il suo dileguarsi,
ma mi affliggo, e mi chiedo
dove ho sbagliato.
Il mio è un dolore senza fine
cospargo la mia esistenza
di incertezze,
non le ho mostrato arroganza,
ma che fare,
amare a volte e dedizione, attesa,
ma sarà ella costernata del mio spasimo ?
Forse ho malfatto nel donarle i mille fiori
di tante primavere,
elargirgli facondi gesti d’amore,
aspersi da mille desideri,
forse…
forse è tutto un sogno.
Raffaele Feola
gennaio 23, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Cala il sipario
Guardo con affanno
al cespite dei dolori,
non vi sono fiori,
ora il mio cuore
è cosparso di un male oscuro,
non palpita, è dolorante,
un volatile piumato dai mille colori
si erge e si posa sui miei pensieri,
poi fugge via, lontano,
quasi spaventato.
Piove a dirotto
l’aria è profumata,
il verde predomina
rivoli di pioggia accarezzano
gli inutili sterpi
e gonfia il mare con rabbia,
la sua bellezza e quella
dei giorni tristi.
Strani ambasciatori portano
fresche notizie dal nuovo mondo,
il sole sorge e tramonta
allo stesso modo,
e le gocce di pioggia
hanno lo stesso sapore,
le piramidi son ovunque,
gli uomini hanno
colore diverso
e sanno sorridere
allo stesso modo,
le trappole della vita
son uguali, l’orrido silenzio
dell’indifferenza è uguale ovunque,
le stelle si spengono,
offuscando l’Universo,
il sipario nero della rassegnazione
celerà l’ultimo atto della
commedia chiamata vita.
Raffaele Feola
gennaio 22, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Mia madre
Mia madre, ricordo che la osservavo
spesso a sua insaputa ogni notte,
curva sul suo lavoro di rattoppo
e arrideva di tanto in tanto nel veder
le nostre foto poste sul comò
con un risolino lieve ma amabile,
sembrava quasi che il suo spirito
vagasse ovunque ci fosse letizia e allegria.
Il mormorio del suo pregar parea
trastullasse i bighellonanti fantasmi
in cerca di prede facili da poter inquietare,
ma costoro con sorriso sornione
più che beffardo, ascoltavan in silenzio
quelle filastrocche, certo un po’ stonate,
ma che il cuor di mamma parea
imprimesse loro toni a dir poco soavi.
Io ero in rispettoso silenzioso,
in un cantuccio ed ella non sapeva di me,
era bella, semplice,
e il mio folle desiderio di abbracciarla
era incommensurabile, ma ero incerto,
forse perchè le mie piccole braccia
non potean avvolgerla tutta.
Gli oggetti che adornavano la nostra casa
erano semplici, oh ma molte eran fatte
dalle sue piccole mani,
nei ritagli di tempo libero, poco a dir il vero,
si perché ella avea cinque figli e tutti ,
manco a dirlo, tutti dovevan aver
“Il pezzo di carta ” come ella
chiamava il diploma.
Mamma cara quante volte ti ho sorpresa
a raccattar nei nostri piatti
gli avanzi per nutrirti,
e noi con la nostra suberba pretesa
di pietanze succulente ma dal proccacciar
impossibile per te, che mai conoscesti prosperità.
Nel mio cuore forse il posto era stretto,
non vi stava volentieri,
forse ero colui che non potevo essere amato,
son bruno di pelle, e forse per questo
ella mi chiamava sempre la pecora nera.
Raffaele Feola