Perchè

La mia vita è impareggiabile,

certo la sapienza mi è sconosciuta,

ma conosco la fattezze dell’amore,

ogni volta ha un sapore differente, 

libero i pregiudizi, le passioni,

e persevero nell’amare.

 

Vivo di esso e son pago,

il mio cuore regge l’universo…

il nostro universo,

il mio universo

ne ho ascritto i pianeti,

ho dato conforto alle stelle in fin di vita,

ho visto estasiato l’espandersi del cosmo,

ma perché capto solo il suo amore?

Si è vero tutto ciò è un sogno.

 

Amo colei che nacque nel desiderio,

ella tollera la mia sobrietà,

e spesso i nostri incontri

avvengono nel fantasticare.

 

Ahimè son giorni che diserta i miei,

io sopporto con perplessità il suo dileguarsi,

ma mi affliggo, e mi chiedo

dove  ho sbagliato.

 

Il mio è un dolore senza fine

cospargo la mia esistenza

di incertezze,

non le ho mostrato arroganza,

ma che fare,

amare a volte e dedizione, attesa,

ma sarà ella costernata del mio spasimo ?

 

Forse ho malfatto nel donarle i mille fiori

di tante primavere,

elargirgli facondi gesti d’amore,

aspersi da mille desideri,

forse…

forse è tutto un sogno.

 

Raffaele Feola



Cala il Sipario

 

Cala il sipario

  

Guardo con affanno

 al cespite dei dolori,

 non vi sono fiori,

 ora il mio cuore

 è cosparso di un male oscuro,

 non palpita, è dolorante,

 

un volatile piumato dai mille colori

si erge e si posa sui miei pensieri,

 poi fugge via, lontano,

quasi spaventato.

 

 Piove a dirotto

  l’aria è profumata,

 il verde predomina

  rivoli di pioggia accarezzano

 gli inutili sterpi

 e gonfia il mare con rabbia,

 la sua bellezza e quella

 dei giorni tristi.

 

 Strani ambasciatori portano

 fresche notizie dal nuovo mondo,

 il sole sorge e tramonta

 allo stesso modo,

 e le gocce di pioggia

 hanno lo stesso sapore,

 le piramidi son ovunque,

 gli uomini hanno

 colore diverso

 e sanno sorridere

 allo stesso modo,

 le trappole della vita

 son uguali, l’orrido silenzio

 dell’indifferenza è uguale ovunque,

 

le stelle si spengono,

 offuscando l’Universo,

 il sipario nero della rassegnazione

 celerà l’ultimo atto della

 commedia chiamata vita.

 

Raffaele Feola

 

 

 



Mia madre

Mia madre

 

Mia madre, ricordo che la osservavo

spesso a sua insaputa ogni notte,

curva sul suo lavoro di rattoppo

e arrideva di tanto in tanto nel veder

le nostre foto poste sul comò

con un risolino lieve ma amabile,

sembrava quasi che il suo spirito

vagasse ovunque ci fosse letizia e allegria.

 

Il mormorio del suo pregar parea

trastullasse i bighellonanti  fantasmi

in cerca di prede facili da poter inquietare,

ma costoro con sorriso sornione

più che beffardo, ascoltavan in silenzio

quelle filastrocche, certo un po’ stonate,

ma che il cuor di mamma parea

imprimesse loro toni a dir poco soavi.

 

Io ero in rispettoso silenzioso,

in un cantuccio ed ella non sapeva di me,

era bella, semplice,

e il mio folle desiderio di abbracciarla

era incommensurabile, ma ero incerto,

forse perchè le mie piccole braccia

non potean avvolgerla tutta.

 

Gli oggetti che adornavano la nostra casa

erano semplici, oh ma molte eran fatte

dalle sue piccole mani,

nei ritagli di tempo libero, poco a dir il vero,

si perché ella avea cinque figli e tutti ,

manco a dirlo, tutti dovevan aver

“Il pezzo di carta ”  come ella

chiamava il diploma.

 

Mamma cara quante volte ti ho sorpresa

a raccattar nei nostri piatti

gli avanzi per nutrirti,

e noi con la nostra suberba pretesa

di pietanze succulente ma dal proccacciar

impossibile per te, che mai conoscesti prosperità.

 

Nel mio cuore  forse il posto era stretto,

non vi stava volentieri,

forse ero colui che non potevo essere amato,

son bruno di pelle, e forse per questo

ella mi chiamava sempre la pecora nera.

 

Raffaele Feola



SPECCHIO DI LAGO – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”

Della tua essenza

la terra vive

e fiori nascono

nel fulgido rosso

che della sera tinge

il fosco orizzonte.

 

Come rosso astro

sempre ti levi

sui cupi portici

levando in estasi

la mia anima

intorpidita e stanca.

 

Nessuna regina

tiene il passo

alla tua bellezza

specchio di lago

che dei tuoi occhi

è miniatura preziosa.

 

Alla tua spiaggia

trovo rifugio

e vinco l’oblio

che tutto trascina

 alle porte oscure

della ferrea vertigine.

 

07.01.2014 Ciro Sorrentino



OLTRE L’OSCURITÀ – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”

Vicino è l’attimo

in cui gli steli

dai calici versano

esilaranti i fruscii

nel fumoso vuoto.

 

Lancia invocazioni

il mio petto

oltre il fragore

greve e noioso

della dura bufera.

 

Sibilano le foglie

che sulle chiome

s’uniscono ai rami

dove fiorisce

dal sangue la vita.

 

Va il mio cuore

e oltre l’oscurità

cerca la tua fonte

e vivo il fuoco

del nostro amore.

 

06.01.2014 Ciro Sorrentino



NEL TUO VERO VOLTO – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”

Oh, amabile Luna,

sempre t’evocai

e i tuoi dolci brusii

mi raggiunsero

nel fondo dell’anima.

 

Sorridesti sincera

e nella stanza

delle cupe notti

mi riempisti il cuore

come fiume in piena.

 

Allora tutto brillò

e ogni ombra

svanì nell’Eden

dove tutto riluce

cosparso di rugiada.

 

Oh, amabile Luna,

nel tuo caro volto

si dispersero

i profondi tormenti

dei meccanici sorrisi.

 

05.01.2014 Ciro Sorrentino