luglio 11, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 1 Commento
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Dove sei adesso? Dimmi!
Su quale scoglio
i tuoi verdi occhi
stanno specchiando
la luce della tua anima?
Ti immagino felice
sulla fresca riva
ad aspettare la Luna
e le azzurre stelle
tue magnifiche sorelle.
Sarai una sirena
nella tua fiorente isola,
persa nel silenzio
delle bianche spume
che emergendo ti parlano…
Prendi una conchiglia
e ascolta il Vuoto…
Ascolta i sussurri,
così mescolati e confusi
dalle brezze che sorridono.
E quando dei mormorii
distinguerai due parole,
il vento avrà già fugato
ogni sinistro dire
che l’invidia va seminando…
11.07.2014 Ciro Sorrentino
luglio 10, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - 1 Commento
Post Categoria: Poesie D'Amore • Poesie D'Autore • poesie personali • Poesie sulla Vita • Poesie Tristi • Poesie Varie
Sei la rosa senza tempo,
la fresca primavera
che nutre gli avvizziti semi.
La tua brillante essenza
sprofonda l’inverno
nell’oasi delle piccole foglie.
Nella tua pioggia di petali
la vita riposta e spenta
scorre come linfa dell’anima.
E rinasco nel tuo sguardo
che apostrofa e dice
l’aprile inciso nel tuo cuore.
In te arde la mia pena
e si popola di fiori
il giardino del vano girare.
Tu accendi l’informe vita
e alla mia mente doni
libera e feconda saggezza.
E rinasco sulle tue labbra
che nozze di accordi
suonano nel siglare il tempo.
10.07.2014 Ciro Sorrentino
luglio 9, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Aspetta amore … aspetta.
Ho ucciso quel che resta
della mia vita,
riverso nel lento oblio
piango l’ineluttabile addio
del tuo amore.
Lampi lontani e brividi,
i primi scrosci,
l’acqua irrompe
e percuote e rattrista,
testimone indifferente
di uno stringato addio.
L’anima fugge scontrosa
non vuol carezze solo silenzi,
ma non si può
il frastuono non è silente,
lacrime e pioggia null’altro
in questo grigio giorno
di fine estate.
Le tue carezze ora son lontane
e le tue mani ferme e gelide,
son come quelle di una Dea marmorea,
l’erba del prato
percossa dal calar della pioggia
è lenta ad arcuarsi.
No, le mie lacrime no
loro son superbe,
han flesso con forza,
e senza alcun compatimento,
l’ultimo brandello
della mia perduta dignità.
Non andar via
aspetta…
va bene e sia,
addio amore mio.
luglio 9, 2014 - Inserito Da Angelo Michele Cozza - 0 Commenti
Post Categoria: poesie personali
È da molto che spendo
i miei giorni tra ragne di buio
in fuga dal mio rinchiuso
come una volta, domani,
seguirò una rotta solare,
occhi schivi di donna
estranei mi fisseranno
trapassandomi il cuore.
Ossigenato dai giardini
dei cortili circostanti
invasivo mi giungerà l’olezzo
che si diffonde dai fioriti
tralci protesi oltre
le infocate ringhiere.
Su seccata redola
l’orma dei miei passi
dirà che di lì muto
un uomo randagio è passato
avvisterò qualche famelico
passero che al dispiegarsi
della mia ombra silente
prudente spiccherà in volo.
Grigioverde muraiola
immota in oziosa postazione
defilarsi vedrò poi spaventata
per il brullo muro crepato
alla ricerca di un latibolo
fidato che tutta l’accolga
riparandola dal rischio
di un accadimento temuto.
Domani, occhiate furtive
lancerò a cartelloni ingialliti
delle ultime elezioni comunali
sedotto dal fragrante richiamo
di una tazza di caffè spumoso
stanco mi fermerò in un bar
a contare i gelati che si sciolgono
tra le mani accaldate di bambini
avvampati accorsi in frotte
dal popoloso rione vicino.
Domani sarà un trasgredire!
L’innesco di un moto riottoso
avvierà una rivolta covata,
capovolgerò le mie malinconie
ad un’insurrezione aderirà
questo cuore orfano di sole
e di oscurità prigioniero.
In un mondo di piccole cose
travolto da un’ondata di vita
altro per un giorno sarò
meravigliando me stesso!
luglio 9, 2014 - Inserito Da Angelo Michele Cozza - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
L’ora che a te mi congiungerà
lo sento si fa’ più vicina madre
l’attesa della buona ventura
speranzosa si erge tra il consumarsi
di atri sostanziosi contorni di vuoto.
Da quando, tu muta e io in lacrime,
ci separammo quante cose sono accadute:
molte non le avresti approvate
se fossi stata ancora qui
e ti stupiresti sapendo che fatti impensabili
a mitraglia pur mi hanno colpito
e -impossibile!- certo mi diresti che sia.
E’ da tanto sai che non so più
dove mettere i piedi per restare
in equilibrio con la mente
e non strisciare tra confusioni
di vita e di morte o se andare
a destra o a sinistra
ai mille bivi che incontro vivendo.
Mi grava la memoria il passato
vedo i dettagli del mio fluttuare
vacillo, cerco appoggi, scivolo
fin nel fondo, atterrisco smarrito;
alla ragione e al cuore cerco aiuto
mentre il sangue impugna e abnega
l’abitudine di scorrere tra le vene;
non sto più attento alla salute
non curo acciacchi, mi rassegno
rimedi a morbi fisici e morali trascuro.
Senza rifluire di volontà persa è ogni guida,
né prudente né coraggioso non so dove andare
disfatto più non mi allungo e mi contraggo
se da una fessura giungono raggi di domani.
Vorrei essere cieco e non vedere
non fare testimonianza del vuoto
che mi beffeggia e mi insulta
non scambiare fandonie con altri vivi
cercare e inseguire fughe d’infimo grado
o trovare le mani piene di niente
se tento di afferrare ancora frutti
da questi giorni che si intestardiscono
a tenermi secco in vita;
sempre ancor più disubbidisco
agli imperativi di desiderio e di possesso
di bene e di sostanze apparenti.
Madre, non litania è la mia
per questo malessere che non si appiana
ma elegia di stanchezze, stillicidio di astenia,
disegno di aspirazione incalzante di pace,
di quella pace diffusa che regna
oltre i fracassi e le idiozie del mondo
di quella pace che tu anima semplice
nel silenzio dell’aldilà da tempo hai trovato.
Ho percorso rive rigogliose
mi sono immerso nell’acqua
poi nella palude tra sabbie mobili
ho sentito il gorgo funereo di ogni senso
di stare in vita dopo i suoi inganni
or attendo una tua mano soccorritrice
che fuori mi tragga e mi salvi.
Dove sei tu trovami uno spazio
si riannodi un filo da tanto spezzato
senza peso nelle acque del tuo ventre
ritorni per non lasciarle mai più.