INFRANTA COMETA dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

 

 Questo mondo?

 

– Solo un feretro,

 

piccolo e irregolare,

 

spettro chiassoso

 

di una folla delirante.

 

 

 

Che triste visione!

 

Nella minuscola bara

 

illusi gli uomini

 

restano tranquilli,

 

ma non possiedono chiavi.

 

 

 

Nessuna porta, né finestre.

 

Solo spesse pareti

 

per chi è incapace

 

di fissare lo sguardo

 

nel buio che spaventa.

 

 

 

Mi annullo, non pensando.

 

Mi ritrovo

 

nel vivo silenzio,

 

laddove impera

 

corvino il conio di luce.

 

 

 

È l’alba della morte!

 

Nella vastità bruciata

 

spuntano vivi

 

i boccioli di pesco –

 

oceani di velluto fiorito.

 

 

 

In tale vertigine rinasco!

 

Nessuna zavorra,

 

solo colonne dorate

 

– ombre riflesse

 

d’uno sconfinato orizzonte.

 

 

 

Nella profonda quiete,

 

perfetti i rami

 

si intrecciano velando

 

il favo industrioso

 

della vibrante ape regina.

 

 

 

In lei ruota la vita!

 

Questo mondo

 

è solo una palla di vetro,

 

infranta cometa,

 

pendente ferita sui cieli.

 

 

 

21.07.2014 Ciro Sorrentino

 



Il nostro autunno.

Il nostro autunno.

Dir che potrei ad un cuor che sanguina
e che torpore nel descrivere l’autunno,
foglie cadenti e scorribande di nere foschie,
e cieli di mesti rimpianti di una fuggevole
estate pervasa di sgargianti colori
e languidi umori.

No non andar via fragile autunno,
il bianco manto attende impaziente
e di cosa nutrirò la mia anima
se del freddo impassibile mi striglia il cuor
e tacita il musico lo scroscio odioso
di un fiume in piena,
che tutto tracima e annega i ricordi
di una fuggevole estate,
e i copiosi e irreverenti baci
della mia amata,
cosparsi di fragranze
e sapori di folleggianti attimi,
abbracciati nel rimirar le stelle
e nel toccarsi con ingenua passione
con puliti rossori e fugaci carezze.

No, noi seguiremo il tuo percorso e mai
autunno fu più intrigante
e complice di un amor
che di morte mi parve dovetti soccombere,
perché tanta fu l’estasi,
e il gracchiare di un rospo arrogante
promise vesti da principe
in cambio di impossibili baci,
noi ti seguiremo autunno
e non vivremo che del tuo ombroso tempo
e della tua accondiscende complicità.



IL VIANDANTE…

Gli ultimi stanchi passi
strisciano con rabbia il verde
mantello di un prato disincantato
dal tempo incurante e frenetico
di mille orme sepolte da polvere di ossa .
Mani ruvide di sudore insanguinate
si acchiappano sui nodosi rami
cinte da spine senza frutti ,
strappa con le unghie le ultime
foglie tese da strani fili di ferro .
Strani occhi di fuoco incrociano sorrisi
su labbra screpolate dal muto silenzio
di gioventù arse nell’ ignoto sapere
di arroganza e violenza elargite
senza nessuna pietà per il seme sepolto .
La bocca arsa e amara di fieno
addenta una strana mela ammuffita
mentre la lingua cerca affannosamente
l’ ultima linfa vitale di una vita dispersa
assapora con avidità la sua anima morta.
Il corpo del vecchio viandante
si accascia frenetico e tremante
su un ruvido giaciglio di fredde foglie
di polvere e fango nero ,
chiude gli occhi imprecando
un ultima preghiera di morte
lasciando ai prosperi le sue ossa
macchiate di sangue senza colpe …..

carmelo ferrè ….03/06/2014



Il vecchio raccolto.

Il vecchio raccolto.

Dimmi cara son vecchio e caduco
chi può anelare al mio loquace silenzio
per quanto impervio e ampolloso,
son fiero e testardo,
forse errante forse no,
ma quanto livore nel tuo
sguardo e nel tuo dire
forse idilliaco ma folle, mi ami?

Son vessato e pur annaspo
certo felice ma diffidente,
dai abbracciami chiudi gli occhi
e mai saprai che l’uomo
dalle ciocche bianche
teme e non fugge,
l‘amore e amore null’altro,
il tempo e iniquo,
son vecchio e prosaico
ma quanto amore,
no non è turpe ne tardivo,
io sono come l’allodola,
dopo il raccolto delle bionde messi
nelle reflue stoppie
creo vita e sentimento.



NEI TRASPARENTI OCEANI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Vorrei poterti sfiorare,

 udirei i tuoi battiti

 sui rintocchi sordi

 di tante inerti campane.

   

Ti raggiungerò…,

 per adesso il tempo

 mi vieta il bacio

 e il tuffo nelle tue acque.

 

 Con la falce nel fianco

 mi spingo sulle vette,

 non temo il Nulla,

 nè il vertiginoso baratro.

 

  Anche sulle ali del vento,

 nella sfrenata corsa

 d’un cavallo celeste,

 penserò d’essere lento.

 

  Ti vedo, amore mio,

 e ti seguirò sempre,

 all’infinitesimo lume,

 tra sorprendenti tramonti.

   

Si proiettano le tue luci

 nei delicati riflessi

 che, di Venere, oscurano

 la natura e la mitica bellezza.

   

Negli sterminati spazi,

 tra luccicanti stelle,

 si espande il tuo nome

 come immagine d’Eterno.

   

Nemmeno le armi di Marte,

 nè le fosse dei morti

 potranno frenare

 la corsa che a te mi conduce.

   

20.07.2013 Ciro Sorrentino



CUORE FERITO .

Ho cuore , cuore mio
stanotte sei stato ferito
e ora sanguini d’ amore .
Ho cuore , cuore mio
il tuo debole battito
rallenta nel mio petto
mentre sento la tua agonia
che lacera il silenzio dell’anima ,
sei ferito , deluso
ma continui a palpitare
nel debole amore
di colei che ti ha colpito .
Ho cuore , cuore mio
ti sento piangere
nel soffio dei miei respiri ,
l’ alba rischiara i pensieri
baci e abbracci
che freddi si nascondono
nel mio cuore ferito d’amore .
carmelo ferrè……10/01/2015