IL BIANCO VOLTO DI DIO dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 Nel tuo nulla astrale

 sei fiato sullo specchio,

 l’occhio vigile che fissa

 il lenzuolo sul rigido corpo.

 

 Come oasi nel deserto

 disseti l’universo

 e l’ambiguo mondo

 nutri della tua scienza.

 

 Va la tua musica

 per la folla sorda e cieca

 che non sa parlare

 che alla gioconda Luna.

 

 Sei indecifrabile fonte

 la trasparente oscurità

 che di amnio sangue

 impreziosisce gli orizzonti.

 

 Dell’immensa Stasi

 mostri le velate distanze

 che con la tua linfa

 ingemmano l’albero sacro.

 

 Possano le tue stille

 di rossa rugiada

 svelare della nera vastità

 il bianco volto di Dio.

 

 06.07.2014 Ciro Sorrentino



Gracidano bufonidi

Gracidano bufonidi
nelle palustri macchie,
sui confine dei campi
briose gore borbogliano,
scalettano gradoni
declivi al sole
bugne e merli lesi
spiccano sul poggio
prima della punta
del brullo monte,
ripieno di cibo e vino
una bugnola oscilla
sul capo della donna
che dirige al podere
ove sudando si falcia
grano maturo e dorato.

Cos un quadro agreste
del giorno estivo
se fossi dove ebbi natali
e non qui ora prigioniero
in una voliera urbana
cinta da artefatti chiusi
di cemento e vetri
che limitano vista e cuore.

Dove trovar oggi
la cupola di fogliame
che rende ombre
quando forte picchia il sole?

Oh persa sciupata fortuna
di aprir le ali e volare
fuggir tra placidi boschi
e sorgenti rivi gelati
affondar vista e sensi
nell’infinit azzurra
che non ha porte chiuse
e tapparelle abbassate!



LA TUA PIOGGIA DI BACI…

 Sulla sponda del lago,

 nell’azzurro scuro

 saltando e fremendo,

 il mio cuore vola

 sul fuoco del tuo cuore.

 

 E stringo la tua mano,

 mentre il vespro

 prepara il letto al giorno,

 perché gli astri

 puntellino il cielo su noi.

 

 Voglio offrirti

 me stesso,

 e stringo la tua mano

 distratta sul petto,

 sfioro il dorso e il palmo.

 

 Ecco sei fiorita,

 amore mio,

 sangue che agiti

 il mio sangue

 quando d’amore sorridi.

 

 Dolcemente mi stringi,

 guardi le mani,

 e me che tremante

 sussurro parole

 ai tuoi occhi iridescenti.

 

 La tua pioggia di baci

 cada sulla mia bocca,

 perché in te

 trovi il nascondiglio,

 e il desiderio dell’anima.

 

 E stringo la tua mano,

 la riparo dal mondo

 e dall’oscurità,

 che vuole travolgere

 il nostro incredibile amore.

 

 04.07.2014 Ciro Sorrentino



Via…va

Via…va

Che assillo
l’addio di una donna,
ho sciolto le redini
dei miei destrieri,
che fuggi fuggi
scalpitii e urla cruente,
ma che dire se
il tormento e l’estasi
son pari pari
e sempre si conformano
e ingannano la verità,
dai non celarti mia signora,
ciocche di criniere
e bianchi puledri
son li che aspettano,
dai fuggiamo
io e te,
e non ghignare
se ho gli occhi chiusi
e annuso lo strano odore
di terra fresca,
tu galoppi veloce
e fuggi via da sola.



La rassegnazione…solo rassegnazione.

La rassegnazione…solo rassegnazione.

Una inquietudine tenebrosa e costante
mi avvolge e le lusinghiere smanie
gemono insipienti l’ancestrale
richiamo all’amore.

Il rantolo di un desiderio in agonia
strugge e divampa,
e la mia irrequietezza giace impassibile
nell’attesa spasmodica di un evento,
che possa fugare
i malinconici pensieri,
che impietosi si avvicendano
nella parte più recondita
del mio gracile cuore.

Rimembranze nitide vissute
in un’esistenza trascorsa fra ardui fremiti
e ampollose speranze,
disattese e a volte denigranti,
e le urla orride che mi giungono
da bocche profananti e ingiuriose,
deridono e oltraggiano
la mia desolante rassegnazione
vile e arrendevole.

Son avvinto da vecchie immagini
lontane che senza ritegno
si susseguono veloci e scaltre,
riconducendo in periodi saturi di gioia
la mia febbricitante esistenza,
mai ho avuto come allora cosi tanta pace,
e quei frammenti di ottimismo
si ridestano e si spengono
in un malinconico alternarsi.



LA VOCE DEL MIO CUORE dalla raccolta “Fantàsia”

I miei versi

siano coriandoli

lanciati

sul lungo tappeto

di petali stesi

per le tue ali di Fata.

 

I miei versi

in lieve ritmo

seguano

il lento ondeggiare

delle tue parole

che sono la mia pazzia.

 

I miei versi

quelli più dolci

scorrano come fiumi

che crescono

quando le tue mani

si aprono.

 

I miei versi

facciano rotta

al tuo mondo

d’azzurro ignoto

e ti sussurrino

la voce del mio cuore.

 

I miei versi

ti diano respiro

e raro l’aroma

ghermito nei prati

dove s’affollano

vermiglie tutte le rose.

 

29.06.2013 Ciro Sorrentino