Serena semplicità.

Serena semplicità.

Riboccante il tramonto
di un rosso fuoco,
lo stanco agricolo erge
e poi curva la schiena
dalla fatica appena trascorsa,
e quanti canti sereni
nel rientro al suo casolare,
perso nel fogliame verde
d’un verde smeraldo,
mentre le prime lucciole
lampeggiano felici
nei loro richiami d’amore.

Pochi passi ancora prima di giungere,
e l’anima sua vogliosa d’affetto
s’accompagna ad un tremore
affannoso e vibrante,
pari pari al sacro brontolio
d’una sana appetenza,
e l’accompagno rumoroso
del soave mescere
del rosso e gaudente vino,
che di giocosi e briosi sorsi
asseconderanno
il pasteggiare dell’uomo,
rude ma serafico.

Finalmente a casa,
e l’uscio rumoroso nell’aprirsi
intona ancora una volta l’antica
sinfonia del giungere,
quanta pace e amore
nel fragoroso silenzio di una vita,
semplice allegra e luminosa,
la tua Ciro Sorrentino.



NELL’AMNIO SANGUE DEL BUIO dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 Ah, Terra senza appigli,

scivolo sui tuoi dirupi

 che di tanti annegati

 sono neri e fedeli custodi.

 

 Tu, piccolo globo,

 che nei profondi abissi

 sei ignoto alle stelle,

 vaghi come sterile detrito.

 

 Sul tuo vuoto

 s’accascia il naufrago,

 stringendo al petto

 una conchiglia straniera.

 

 Il tuo cielo di carta

 filtra opaca luce

 sui morti steli,

 nell’appiccicoso deserto.

 

 Ah terra della non – vita,

 nella noia dolorosa

 delle tue prolungate sere

 sei specchio di fatuo fuoco.

 

 Dalle tue rocce fuggo,

 meglio il deserto

 e le dune del vento,

  nell’amnio sangue del buio.

 

 15.07.2014 Ciro Sorrentino



PSICRONACA DI UN VIAGGIO …

Cari amici . mi dovete perdonare se ripropongo questa mia poesia , è una mia scelta dettata dalla coscienza e dagli eventi che stanno affliggendo. Il mondo….Questo sfogo è una mozione contro il sistema della politica che con i lori falsi ideali di libertà fanno morire milioni di esseri umani come pure le grande industrie chimiche , che giorno per giorno con i loro veleni ci fanno morire: un ciao a tutti , carmelo.

La paranoia che a volte ci unisce
è la voglia di sentirci puri
in strade marcite da antiche bestemmie
e ubriachi di vita cantiamo inutilmente
la stessa speranza di sempre,
noi siamo l’urlo che nel silenzio
dell’umana follia si alza nell’aria
per poi cadere su corpi senza vita,
noi siamo la carne che non ha più ossa
per erigere la gabbia della morte…..
perchè siamo già morti prima del fuoco,
noi siamo lo sputo delle vostre voglie
che infangano tutte le religioni dell’anima…
perchè non sapete cos’è l’amore,
noi abbiamo la luce che c’illumina
verso discorsi sussurrati dietro ai vetri
dei nostri occhi innocenti di libertà…
e…abbiamo l’alcool che disseta
le nostre inibizioni dalle vostre ipocrisie,
noi abbiamo abbastanza coraggio
da sentirci più veri anche nell’attimo estremo
della vostra fame di morte…
e dovunque andranno i nostri passi,
dovunque essi andranno non saranno
mai incatenati alle vostre catene
di false promesse dell’eterna vita;
spediti sui campi di guerre,
con la lotta che s’accende
i nostri passi calpesteranno con forza
ogni raggio di sole malato…
e non importa  se il suono delle bombe
stordisce le nostre orecchie,
no…non importa se i nostri passi saranno rubati
perchè noi….nel clangore di grida,
di metallo di fuoco e sterne sfreccianti
di cavalieri mascherati che assaltano banche
lasciando nel tempo perduto scia di sangue,
noi…saremo ancora lì… ma vivi,
e le dame in mantelli di velluto che piangono
lacrime di faville di fuoco
non fermeranno questi passi di libertà,
sulle torri dei loro moderni palazzi
essi non potranno mai fermarci………
Là spediti sui campi di battaglia
noi guardiamo con orrore a drammatiche
scene di follia collettiva al potere più assoluto,
e davanti ai sportelli della società ipocrita
i visi arrossati dall’ira della morte imprecano
contro il loro sistema di non vita…
mentre più in là…una massa di gente
viene rincorsa da uomini mascherati da teschi
si dirigono verso sentieri di fuoco…
verso la loro misera fine,
spediti sui campi del caos totale
i nostri passi leggeri vanno oltre la linea
di quella pazzia disumana,
cercando la logica dell’esistenza
nella logica del facile guadagno
noi non crediamo più alla filosofia
del potere nella fede dell’essere superiore,
ecco perchè noi siamo l’urlo…
noi siamo la carne…
siamo i pruriti delle vostre voglie
e vi mettiamo davanti ai vostri sporchi affari ,
noi siamo l’ urlo innocente che condanna
il vostro sangue malato di droga e
voi non potete fermare la nostra voglia
di libertà universale ,
noi siamo e saremo per sempre liberi
dalle vostre insulse e false promesse …..
carmelo ferrè….26/10/2008



NEI TUOI CALDI CRISTALLI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Tu rendi fertile

l’informe Natura

e la mente

onori e liberi

 con plastica saggezza.

 

 La tua chiarità

si declina

in un prodigio

di amnio sangue

che riempie il Nulla.

 

Dei tuoi pensieri

sento i rintocchi

sulle ore

che i giorni

occultano nelle notti.

 

Come florida viola

di rari aromi

avvolgi le foglie

nei freschi alberi

che mi danno ombra.

 

 Invano cadranno

le mute tenebre

sui tuoi sorrisi

che di sacra Virtù

sono effigie e profezia.

 

13.07.2014 Ciro Sorrentino



Deludente esistenza.

Deludente esistenza.

Infrango il muro
di veli trasparenti,
e odori di spezie irritanti
e sguardi freddi
si sciolgono nel barlume
di una luce non forte,
soffusa e triste,
poi qualche lacrima
e tanti rimpianti
e ricordi di odiose malinconie,
ricche di laconici dolori
occulti in uno stanco cuore.

Che musica strana
accompagna gli addii,
tu muori e fuggi
ma io resto e non voglio,
afferro e disperdo
la fuggente passione,
feroce e ingrata
ormai persa nel fluttuare di
un mare senza adescanti sirene
e senza gabbiani,
solo vecchi relitti
di esseri soli,
cosparsi di logori aneliti
di una deludente esistenza .



Il velo bianco e lacrime di gioia.

Il velo bianco e lacrime di gioia.

Finalmente giunse
il bianco velo
abbracci virtuosi
e lacrime di gioia,
quanti sogni e zampilli
e quanto amore,
stizze e confetti nel lascivo
essere felici e poi…
poi solo amore.

ll futuro e il presente
si sfiorano,
si avvicendano e sorridono,
e tu giungi
indenne sul sentiero
di una felicità ansiosa
ma giusta,
sii te stessa e giaci supina
nella culla della vita,
la fede e la vita
son parte di noi
e non siamo che
perle del Signore,
a volte nere
a volte bianche.

A mia figlia Ylenia,
fra qualche mese il matrimonio
in chiesa, questa volta ci sarò.