Io e Ciro Sorrentino.
La mia donna non indugiò
nel fuggire silenziosa,
non fu che scaltra
nel non donarsi,
ebbi rabbia e furore
poiché non tenni tempo
di far civettuolo il mio aspetto,
e solo ridicoli balbettii profusero
le mie livide labbra.
Dio mio quanta collera
mal contenuta
pervase il mio affranto cuore,
rotto come il più fragile dei balocchi,
zittendo persino
il pur loquace sollazzo
del canto di una giovane donna,
che si trastulla in gorgheggi d’amore
come un dolce usignolo.
Potrei ben paventare che
lo schianto fuorviante
di un amor mal riposto sia,
tutt’altro che auspicante nel mio dopo
affannoso e malinconico,
orsù vita mia percuoti l’anima,
ferma i sogni e occulta l’insana ansia,
che di bagliori e luci superbe
l’universo irrora con prodiga dovizia,
il mio amico Ciro Sorrentino
e il sovrano assoluto
ed io sono il suo discepolo
nel mondo dei pochi eletti,
sono suo amico, spero un giorno di poterlo raggiungere
nella sue estasi ed aver solo
un piccolo brandello della sua felicità,
portami con te
son stufo del certo e del prevedibile
ti prometto che imparerò nel seguire i tuoi
tormenti e le tue gioia, Ciao poeta a presto.
NELL’ONDA DELLE “STRINGHE” dalla raccolta “A Sylvia Plath”
Non t’accorgi, Mondo,
che sei lento
e lasci vacue scie
nel vuoto di un vuoto?
Hai eretto cattedrali
sul niente
della tua Terra,
incuneando il dubbio.
Le tue orbite mimate
invano si truccano,
– le perdenti -,
con il “fiore” della vita.
Vorresti fissare Dio
nei tuoi “cerchi”
di tronfie visioni.
Non puoi! Mai potrai!
Sei un neutrino mosso
dall’oscuro boato,
che ti abbandonò
alla tua illividita Via…
Ondeggia, Mondo,
il tuo specchio
è solo un atomo
d’impenetrabili scoppi!
Quando delle tue estati
vedrai l’inverno,
sorgerà il nero
dal tuo azzurro mare.
Forse, solo allora,
comprenderai il Tempo
che lo Spazio annulla
nell’onda delle “stringhe”.
02.08.2014 Ciro Sorrentino
EMOZIONI DEL CUORE .
Quanti silenzi ,quanti perchè ,
quante emozioni chiusi nel cuore ,
quanti pensieri saettano come
punte di frecce avvelenate
fra palpebre dipinto di blu.
Credevi che il mondo fosse colmo d’amore
ed invece eccola qui la realtà
del tuo strano sogno d’ amore e
pensi ancora di trovare
un appiglio ai tuoi perchè.
Le lacrime riempiono i tuoi occhi che si fondono
con una pioggerella di primavera ,
la oltre le nuvole un sole beffardo
ride scivolando tra onde di un mare
increspato da lieve onde di schiuma .
Non ti è facile camminare sulle nuvole
e non ti è facile guardare giù se prima
non leggi nel tuo cuore quelle vibrazioni
che ti fanno piangere e ridere
nell’ istante di essere sola innamorata
di uno strano sogno di primavera .
Ti rivedi bambina con ali
troppe piccole per poter volare
oltre i confini dell’ anima
e nell’ attesa di dover
spiccare il volo
ricordi con nostalgia quante stelle
illuminavano la tua deserta strada ,
mentre i pensieri si illuminavano
alla presenza di una mezza luna
che nel silenzio della notte ascoltava
il ritmo frenetico del tuo cuore .
Ora limpidi e trasparenti le tue emozioni
ricamano una luna bianca più della neve
che assente da ogni sentimento
si trova testimonia del tuo stato d’ anima ,
sospiri e ripensamenti di giorni andati
ora riposano sospesi su umide labbra
vellutati da teneri petali di rose .
E’ strano il destino visto da lontano
ed è ancora più crudele guardarlo
dal di dentro della tua anima
assaporando con meraviglia
tutta l’ essenza dell’ amore
che nutre e distrugge il tuo cuore ,
quante speranze , quanti amori ,
quanti baci , quante verità
ora stringerai nel tuo cuore ???…
carmelo ferrè ….02/08/2014
r
STRANI NOVEMBRI .
“” CON TANTO AMORE “”
era scritto sulla bianca busta
impressa con un cuore riempito di baci ,
in quella busta cera un sogno
fatto di momenti felici
vissuti insieme a te ,
una storia che ora
e’ svanita tra nebbie
di inverni freddi e vuoti di parole .
Foglie gialle svolazzavano
solitarie e leggere mentre tu
mi ripetevi che tra noi era finito ,
quello strano giorno di novembre
il grigio cielo pieno di pioggia
si mise a piangere per me .
Da quel giorno non ti vidi più e
il ricordo di te mi riempie ancora il cuore ,
in silenzio e solitario ho continuato a sperare
in un tuo ritorno …..
ma oggi in questo nuovo novembre
ho smesso per un attimo di pensarti ,
il tempo trascorso ad aspettare te
mi ha fatto capire che è inutile
ad aspettare un tuo gesto d’ amore ,
ora sotto questo limpido cielo di novembre
sono io che ti dico
che il tempo dell’ amore è finito ,
strano è la vita ora stavolta sono io
che ti dico tra noi è davvero tutto finito ….
carmelo ferrè ……19/07/2014
Il senso del vivere in “VA E NON TORNARE” di Raffaele Feola
VA E NON TORNARE
Odo un lento brusio
nel furente silenzio,
poi urlo, urlo forte
Dio quanta voce,
e quanta ansia
nel porgere scomposto
la mia inerme anima
alla misera sconfitta.
E’ cosi laconico
il commiato alla vita
e quante inutili orazioni,
sii convinto
mio ultimo respiro
esala e non temere,
che senso avrebbe
esser vivi e non saperlo.
Empio e smodato
il mio essere egoista,
non intende se la sapienza
è nel chiedere
o nel donarsi,
Dio mio quanti dubbi
in questa breve eternità.
E tu cuor mio perché
palpiti tanto, sii calmo,
è solo un dire, una frase,
sai è dolorosa l’attesa
dei tanti nulla
e dei tanti perché,
cosi è la vita solo confusione
e odiose vane attese.
agosto 1, 2014 Feola Raffaele
CON QUESTA DOLOROSA E SOFFERTA LIRICA, IL POETA SI ABBANDONA AD UN APERTO COLLOQUIO CON SE STESSO: SI RIVOLGE AL SUO CUORE, FONTE DI EMOZIONI E SUGGESTIONI, LE STESSE CHE, QUANDO LA TRISTE REALTÀ NON NE STRAVOLGE L’EQUILIBRIO E LA SERENITÀ, LO FANNO PALPITARE CON ESULTANZA.
MA IL TITOLO È SINTOMATICO DI UNA SOPRAVVENUTA CONSIDERAZIONE, FEOLA SEMBRA DIRE AL SUO CUORE DI ANDARE AVANTI, SENZA FERMARSI, DI VIVERE OGNI PICCOLO ATTIMO, SENZA RIFLESSIONE NÈ PENSIERI: LA VITA, QUESTA SOFFERTA VITA HA RESO IL POETA CONSAPEVOLE DI UNA BREVITÀ DEL TEMPO CHE È AGGHIACCIANTE.
ECCO SPIEGATO IL MOTIVO PER CUI FEOLA DICE AL SUO CUORE DI NON TORNARE SUI PROPRI PASSI, DI INOLTRARSI SCIOLTO E LIBERO DAGLI AFFANNI, PER ASSAPORARE LA VITA E OGNI ISTANTE CHE ESSA REGALA.
QUESTA LA PREMESSA NECESSARIA PER COMPRENDERE L’INVOCAZIONE A DIO, UN’INVOCAZIONE GRIDATA NEL DILAGARE DI UN “ASSORDANTE” E ATTONITO “SILENZIO”, QUEL SILENZIO DELL’INCOMUNICABILITÀ CHE SCHIANTA E ATTERRA LA RAGIONE, E CHE ANGOSCIA LA COSCIENZA DELL’ANIMA, COSÌ DELUSA E AMAREGGIATA DALLA VITA, UNA VITA TANTO DISARMONICA E INCOLORE.
POCHE PAROLE, “DIO MIO”, UN GRIDO SOFFERTO, UN SOLO DICHIARATIVO URLO CHE ATTESTA LA VERITÀ AMARA E CHE SOTTOLINEA LA VANITÀ E L’INUTILITÀ DELLE PREGHIERE, DEL TEMPO PERSO IN ESSE.
QUANTO È VERO QUESTO PENSIERO, FEOLA, E CREDO TUTTI QUELLI CHE AMANO LA VITA, DIO STESSO, NON VORREBBERO CHE L’ARCO DI TEMPO CHE CI È CONCESSO DA VIVERE FOSSE SPRECATO IN INUTILI, MISERE E FINTE “ORAZIONI”, CHE ALTRO NON SONO CHE INGANNI PER SE STESSI E PER GLI ALTRI.
FEOLA CONTINUA LA SUA LOGICA “LIRICIZZAZIONE” DEL SUO PENSIERO, SA CHE GLI ESSERI UMANI SONO SPINTI DALL’EGOISMO E CHE RIFIUTANO DI APRIRSI ALLA SAGGEZZA, QUELLA SAGGEZZA CHE NASCE DAL PORSI DUBBI E DOMANDE PRIMA DI AGIRE, E, MAGARI, FERIRE LA DIGNITÀ DI CHI CI È DI FRONTE.
NE DERIVA CHE NELLA BREVITÀ DELLA VITA SI RENDE INDISPENSABILE SVESTIRSI DELLA SUPERBIA E DI OGNI ORPELLO PER RICONCILIARSI CON SE STESSI PRIMA ANCORA CHE CON IL PROSSIMO.
FEOLA RACCOMANDA AL SUO CUORE DI ESSERE SERENO E CALMO, DI FREMERE PER CIÒ CHE VERAMENTE HA SENSO E VALORE, PERCHÈ CIÒ CHE REALMENTE HA SENSO È DISPORSI AL MONDO E RENDERSENE PARTECIPI, AMANDO E CERCANDO DI FAR COMPRENDERE A TUTTI DI ESSERE VERI IN UN TEMPO FATTO DI “…confusione e odiose vane attese”.
02.08.2014 Dipartimento di Lettere e Filosofia, prof. ATTILIO BELTRAMI