Il senso del vivere in “VA E NON TORNARE” di Raffaele Feola
VA E NON TORNARE
Odo un lento brusio
nel furente silenzio,
poi urlo, urlo forte
Dio quanta voce,
e quanta ansia
nel porgere scomposto
la mia inerme anima
alla misera sconfitta.
E’ cosi laconico
il commiato alla vita
e quante inutili orazioni,
sii convinto
mio ultimo respiro
esala e non temere,
che senso avrebbe
esser vivi e non saperlo.
Empio e smodato
il mio essere egoista,
non intende se la sapienza
è nel chiedere
o nel donarsi,
Dio mio quanti dubbi
in questa breve eternità.
E tu cuor mio perché
palpiti tanto, sii calmo,
è solo un dire, una frase,
sai è dolorosa l’attesa
dei tanti nulla
e dei tanti perché,
cosi è la vita solo confusione
e odiose vane attese.
agosto 1, 2014 Feola Raffaele
CON QUESTA DOLOROSA E SOFFERTA LIRICA, IL POETA SI ABBANDONA AD UN APERTO COLLOQUIO CON SE STESSO: SI RIVOLGE AL SUO CUORE, FONTE DI EMOZIONI E SUGGESTIONI, LE STESSE CHE, QUANDO LA TRISTE REALTÀ NON NE STRAVOLGE L’EQUILIBRIO E LA SERENITÀ, LO FANNO PALPITARE CON ESULTANZA.
MA IL TITOLO È SINTOMATICO DI UNA SOPRAVVENUTA CONSIDERAZIONE, FEOLA SEMBRA DIRE AL SUO CUORE DI ANDARE AVANTI, SENZA FERMARSI, DI VIVERE OGNI PICCOLO ATTIMO, SENZA RIFLESSIONE NÈ PENSIERI: LA VITA, QUESTA SOFFERTA VITA HA RESO IL POETA CONSAPEVOLE DI UNA BREVITÀ DEL TEMPO CHE È AGGHIACCIANTE.
ECCO SPIEGATO IL MOTIVO PER CUI FEOLA DICE AL SUO CUORE DI NON TORNARE SUI PROPRI PASSI, DI INOLTRARSI SCIOLTO E LIBERO DAGLI AFFANNI, PER ASSAPORARE LA VITA E OGNI ISTANTE CHE ESSA REGALA.
QUESTA LA PREMESSA NECESSARIA PER COMPRENDERE L’INVOCAZIONE A DIO, UN’INVOCAZIONE GRIDATA NEL DILAGARE DI UN “ASSORDANTE” E ATTONITO “SILENZIO”, QUEL SILENZIO DELL’INCOMUNICABILITÀ CHE SCHIANTA E ATTERRA LA RAGIONE, E CHE ANGOSCIA LA COSCIENZA DELL’ANIMA, COSÌ DELUSA E AMAREGGIATA DALLA VITA, UNA VITA TANTO DISARMONICA E INCOLORE.
POCHE PAROLE, “DIO MIO”, UN GRIDO SOFFERTO, UN SOLO DICHIARATIVO URLO CHE ATTESTA LA VERITÀ AMARA E CHE SOTTOLINEA LA VANITÀ E L’INUTILITÀ DELLE PREGHIERE, DEL TEMPO PERSO IN ESSE.
QUANTO È VERO QUESTO PENSIERO, FEOLA, E CREDO TUTTI QUELLI CHE AMANO LA VITA, DIO STESSO, NON VORREBBERO CHE L’ARCO DI TEMPO CHE CI È CONCESSO DA VIVERE FOSSE SPRECATO IN INUTILI, MISERE E FINTE “ORAZIONI”, CHE ALTRO NON SONO CHE INGANNI PER SE STESSI E PER GLI ALTRI.
FEOLA CONTINUA LA SUA LOGICA “LIRICIZZAZIONE” DEL SUO PENSIERO, SA CHE GLI ESSERI UMANI SONO SPINTI DALL’EGOISMO E CHE RIFIUTANO DI APRIRSI ALLA SAGGEZZA, QUELLA SAGGEZZA CHE NASCE DAL PORSI DUBBI E DOMANDE PRIMA DI AGIRE, E, MAGARI, FERIRE LA DIGNITÀ DI CHI CI È DI FRONTE.
NE DERIVA CHE NELLA BREVITÀ DELLA VITA SI RENDE INDISPENSABILE SVESTIRSI DELLA SUPERBIA E DI OGNI ORPELLO PER RICONCILIARSI CON SE STESSI PRIMA ANCORA CHE CON IL PROSSIMO.
FEOLA RACCOMANDA AL SUO CUORE DI ESSERE SERENO E CALMO, DI FREMERE PER CIÒ CHE VERAMENTE HA SENSO E VALORE, PERCHÈ CIÒ CHE REALMENTE HA SENSO È DISPORSI AL MONDO E RENDERSENE PARTECIPI, AMANDO E CERCANDO DI FAR COMPRENDERE A TUTTI DI ESSERE VERI IN UN TEMPO FATTO DI “…confusione e odiose vane attese”.
02.08.2014 Dipartimento di Lettere e Filosofia, prof. ATTILIO BELTRAMI
Attilio Beltrami Scrive:
La vita è veramente breve, e saggio è chi mette da parte ogni malinteso per saper donarsi con serena amicizia.
Le auguro una buona giornata,
Attilio Beltrami
feola raffaele Scrive:
Certo dott. Beltrami condivido ampiamente con lei che gli astiosi malintesi sono frutti amari e sterili, io prima di scoprire la gioia di leggere autori come Ciro, lei ed altri pensavo fosse un limite voler bene, e quando ciò mi succede dura tutta la vita, solo che io nel voler dire cose belle mi perdo e faccio guai. Mai potrei osar pensare di proferire parole lesive verso chi mi ha donato tanto …tantissimo…fiducia in me stesso e tanto affetto. Io la saluto e la ringrazio delle sue attenzioni, ne sono onorato e mai potrò ripagare Voi tutti di tale dono. Buona domenica e tanta serenità. Raffaele Feola