Aspetta amore … aspetta.
Aspetta amore … aspetta.
Ho ucciso quel che resta
della mia vita,
riverso nel lento oblio
piango l’ineluttabile addio
del tuo amore.
Lampi lontani e brividi,
i primi scrosci,
l’acqua irrompe
e percuote e rattrista,
testimone indifferente
di uno stringato addio.
L’anima fugge scontrosa
non vuol carezze solo silenzi,
ma non si può
il frastuono non è silente,
lacrime e pioggia null’altro
in questo grigio giorno
di fine estate.
Le tue carezze ora son lontane
e le tue mani ferme e gelide,
son come quelle di una Dea marmorea,
l’erba del prato
percossa dal calar della pioggia
è lenta ad arcuarsi.
No, le mie lacrime no
loro son superbe,
han flesso con forza,
e senza alcun compatimento,
l’ultimo brandello
della mia perduta dignità.
Non andar via
aspetta…
va bene e sia,
addio amore mio.