STALATTITI.
Nella mia stanza su pareti sporche
di infiniti amori dispersi nel vuoto dei secoli
un cucù rotto ricorda poco tempo di gioventù
passate nei sogni infantili di giochi irreali,
l’ultimo tocco atteso da un bambino gioioso
l’ho trovò già uomo perso nel suo dolore
con la fine di amori sprecati nel suo cuore,
il tempo era finito in una lacrima lucente
di sorrisi mai donati all’anima distesa,
intorno, su colori ormai sbiaditi dal tempo
un calendario scaduto inutilmente riporta
ancora frasi volgari incensurate dalla mente
ma non dal corpo dei sensi mai appagati,
sù alcune pareti croci senza crocifissi
guardano il vuoto del mondo in rovina,
più sotto ancora, fino al pavimento
bianche stalattiti dal mio letto cadevano
a morire dolcemente sulla pornografia
recondita di un quadro di donna nuda,
al centro veniva lei e si fermava nella penombra
del mio sguardo discreto e indegente
e con calma mi mostrava i suoi acerbi seni
per i miei giochi erotici nell’ attesa suprema
di una stilla d’amore.
carmelo. 04/07/1968