La città del silenzio.
Strade di fango,
cosparse di resti di una umanità
allo sbando, visi esilaranti e briosi,
ma dal cuore spento,
il liquido scuro frutto di una vendemmia felice
e ora la speranza di chi vive, ma non vive,
e lui il procacciatore di false euforie,
il vino rende felici e aiuta a
dimenticare dolori
e frustanti solitudini,
ma sono solo attimi ..sempre più brevi.
I muri, libri aperti ove si scrive e si racconta
con strani barattoli di inchiostro nero,
la propria muta arrendevolezza,
la miserevole e fatiscente società
cosiddetta “Civile “ha abbandonato
la sua gente lasciandola
nell’obbrobrio di un insulso è
mortificante declino.
A volte il furore esplode,
ma è poca cosa i silenzi restano tali,
la immutevole rassegnazione si
ricompone e branchi di disperati
aggrediscono con veemenza i nuovi
e brillanti contenitori di immondizia,
Dio ti ringrazio di aver creato il popolo
dei ricchi altrimenti tali dispensatori
di sudici resti resterebbero vuoti.
La nostra città si arricchisce
di nuovi umani di altri miserevoli mondi,
smaniosi e portatori di altre sofferenze,
lasciano alle loro spalle desolanti paesaggi
di guerre e morte, che siano i benvenuti,
un piatto vuoto non si nega a nessuno,
è tutto quello che abbiamo,
ma dividiamo volentieri con loro
il frutto di sagaci uomini che hanno saputo
ferire a morte una umanità una volta
pregevole e volitiva …
ora solo silenzio.